Sul fatto che in tema di ristoranti la guida più autorevole sia la Michelin sono tutti d'accordo. Sul fatto che entrare in un ristorante stellato costi una fortuna e dunque sia un piacere precluso ai comuni mortali anche. A questo punto occorre correre a ripari. Ci hanno pensato in Giappone dove il mangiare bene è un culto venerato quanto il buon caffé da noi. Così il signor J.C Okazawa, che nella vita prima faceva il brooker finanziario, ha deciso di fare la sua Michelin e di darla alle stampe. La guida si chiama Shominchelin, che tradotto suona grossomodo come La Michelin delle persone comuni. Elenca decine di ristoranti di Tokio dove mangiare bene, benissimo, ma a prezzi contenuti. Grossomodo quelli che Okazawa frequentava quando lavorava nella finanza. L’idea che sta alla base del progetto è semplice e a ben vedere neanche troppo originale: visto che anche in Italia le guide di questo genere non mancano. Però in Giappone è stata una mezza rivoluzione. Una rivoluzione coincisa con un periodo in cui le critiche alla Michelin - accusata di non aver saputo cogliere la vera anima della cucina giapponese e di aver privilegiato ristoranti che ben si sposassero con il gusto occidentale - si sprecavano. Adesso Okazawa, che nel frattempo è diventato critico culinario toutcourt, sta preparando la seconda edizione. Tutto bellissimo. Peccato solo che al momento la guida sia solo in giapponese. Però gli indirizzi dei locali sono scritti anche in caratteri latini, quanto al resto occorre andare davvero sulla fiducia.