La moda e il design che sostengono l’arte che le ispira. La reazione a catena tra questi elementi funziona, e da molto tempo. Ma nel recente passato le grandi firme della creatività italiana (molte a dire la verità sono in mano straniera) hanno aumentato il loro coinvolgimento progettuale ed economico nella realizzazione di riqualificazioni importanti di musei, città, o interi territori. Armani e Prada a Milano, Ermenegildo Zegna in Piemonte, ad esempio.
Ora tocca a Bulgari, icona del lusso e della gioielleria italiana, che a Roma si è impegnata in un ambizioso progetto di riqualificazione di una delle aree archeologiche più antiche ed importanti: l’Area sacra di Largo Argentina.
Ad annunciarlo è stato il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, lo scorso 18 febbraio: “Grazie alla convenzione sottoscritta da Bulgari, Comune e Sovrintendenza, oggi prende vita un gesto d'amore nei confronti di Roma, finanziato e accompagnato da Bulgari. Aiuterà a restituire l'Area sacra dell’Argentina a tutti cittadini romani. Questa zona sarà accessibile tramite passerelle che consentiranno di attraversarla. I lavori dovrebbero finire nella seconda metà del 2021".
L'Area sacra dell'Argentina, a Roma / foto Getty Images
L’Area sacra dell'Argentina è il più esteso complesso di età repubblicana attualmente visibile (le strutture datano fra gli inizi del sec. III e la fine del II a.C.), posto nella parte centrale del Campo Marzio, è stato rimesso in luce nel 1926-29 durante le demolizioni dell'intero isolato già dei Cesarini e sistemato da Antonio Muñoz nel 1933. Sono quattro i templi che si trovano nell’area che si estende da largo di Torre Argentina, tre rettangolari e uno rotondo. La zona a lato e retrostante ai templi fu in seguito occupata da alcuni edifici in opus reticulatum e da bagni pubblici, mentre un ambiente a blocchi di tufo è forse da identificarsi con la Curia Pompeia, dove nel 44 a.C. venne assassinato Giulio Cesare. Fronteggiano i templi, sotto la cancellata moderna, i resti del portico frontale della «Porticus Minucia», una grande piazza del principio dell'età imperiale romana.
Ovviamente molto soddisfatti dell’operazione i manager di Bulgari, pronti a un ritorno di immagine più che rilevante: “Per Bulgari Roma è sempre la principale fonte d'ispirazione – ha dichiarato Babin, ad della maison -. Questo sito ha un valore straordinario perché è il luogo più antico di Roma, a cielo aperto, costruito nel III secolo a.C".