Mentre a Reggio Emilia lo scorso 28 aprile si svolgeva l’apertura per la stampa della XVIII edizione del Festival Fotografia Europea 2023, si nota che mancano Annalisa Rabitti, assessora alla cultura, e Luca Vecchi, sindaco. Erano a Bruxelles perché in quel giorno la loro città veniva premiata tra le European Capitals of Inclusion and Diversity. E che Reggio Emilia fosse una città esemplare nel suo concetto di accessibilità il mensile Touring ne aveva scritto qui: quale premio è più di stampo europeo, se il Vecchio Continente è composto da 27 nazioni più altre che ancora non ne fanno parte, ma culturalmente si potrebbero già aggiungere?
“Reggio Emilia crede da sempre nell’Europa come concetto ancor prima che come entità geografica - spiega Rabitti -. Ogni Paese ha una sua identità nazionale ed europea, e questo festival nasce 18 anni fa per sottolineare proprio questo concetto”.  
Fino all’11 giugno si ospitano 22 mostre nei Chiostri di San Pietro e San Domenico, Palazzo da Mosto, Palazzo dei Musei, lo Spazio Guerra, la Biblioteca Panizzi, fino alla Collezione Maramotti e, a Parma, al CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, più diversi appuntamenti e varie altre esposizioni parte del Circuito Off. “Il concetto di Europa è inclusivo e in continua evoluzione - continua la Rabitti -, pensiamo anche solo al fatto che quest’anno i curatori sono di tre nazioni diverse: Tim Clark da Londra, Walter Guadagnini, trentino di nascita e bolognese d’adozione, e Luce Lebart, fotografa e curatrice francese.
Simon Roberts
ARS AEVI, UNA COLLEZIONE E UN MUSEO PER SARAJEVO E PER LA PACE
L’Europa esce da queste varie esposizioni come un continente unito, o meglio accomunato dalla difficoltà e la violenza. Non è un caso che forse le due mostre più simboliche siano quella di Yelena Yemchuk, fotografa ucraina, e quella che espone la Collezione dell’Ars Aevi, nata durante il primo anno dell’assedio di Sarajevo grazie a 150 artisti di tutto il Mondo che hanno deciso di donare a Sarajevo le loro opere più significative.
Siamo in un periodo storico turbolento, e le opere in mostra lo denunciano. “Odesa”, la mostra della Yemchuk nei Chiostri di San Pietro, ritrae i giovani che nel 2015 frequentavano l’Accademia Militare di Odessa: l’anno prima la Russia aveva invaso e poi annesso la Crimea. Sono volti giovanissimi, c’è anche una ragazzina (sembra più giovane di 15 anni) che porta elmetto e tuta mimetica. 
A Palazzo Da Mosto si trova invece la collezione Ars Aevi: ogni anno al festival viene invitata una nazione non parte della Ue, ma culturalmente e geograficamente considerata europea. il paese ospite quest’anno è la Bosnia Erzegovina, e la mostra “Masters of Contemporary Photography from the Ars Aevi collection” è realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Sarajevo.
Yelena Yemchuk
La Collezione Ars Aevi nasce durante il primo anno dell'assedio di Sarajevo, nell'estate del 1992. Il nome Ars Aevi è un anagramma parziale di Sarajevo ed è nato come una forma simbolica di resistenza e opposizione alla guerra attraverso la cultura e l'espressione artistica. Il primo passo nella realizzazione di questo "museo degli artisti del mondo" è stata la creazione della Collezione, prevedendo che fosse formata applicando un modello di cooperazione con musei, centri e fondazioni d'arte contemporanea nella regione del Mediterraneo e oltre.
Direttori artistici di prestigiosi musei, centri e gallerie hanno selezionato gli artisti fondatori della Collezione Ars Aevi, e curato mostre in tutta l’area mediterranea dal 1994 al 2012. Oggi, questo metodo è riconosciuto come uno degli approcci museologici più innovativi. La Città di Sarajevo e la gestione di Ars Aevi, con il sostegno dell'UNESCO, sono impegnati nel processo di costruzione del museo. Nel 2005, in qualità di Ambasciatore di Buona Volontà dell'UNESCO, Renzo Piano ha preparato i primi progetti architettonici per il nuovo museo che ospiterà la Collezione.
L'Ars Aevi Museum ha come obiettivo quello di diventare un centro regionale d’arte contemporanea internazionale e simbolo di una nuova Europa nei Balcani. A Fotografia Europea 2023 Ars Aevi porta parte della sua importante collezione fotografica. La mostra è il frutto dell'importante collaborazione sviluppata in questi anni tra il Comune di Reggio Emilia e la Municipalità di Centar Sarajevo, culminata nella firma di un patto di gemellaggio tra le due città il 9 maggio 2022 a Reggio Emilia, giorno in cui si celebra la Giornata dell'Europa, e il 12 luglio 2022 a Centar Sarajevo.
Ars Aevi
GHIRRI E LO SGUARDO SULLA NATURA
In tutta questa ansia e tensione c’è anche chi cerca di orientare lo sguardo verso la natura e la bellezza del paesaggio, con uno sguardo di speranza. Non a caso si chiama “Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi” la mostra che parte dalle opere di Luigi Ghirri, uno dei più grandi maestri della fotografia italiana e collaboratore di Touring con le sue immagini. La selezione di immagini è esposta a Palazzo dei Musei, e prende in esame altre esperienze di artisti che si svolgono all’incirca negli stessi anni e in cui fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all’interno del nostro orizzonte percettivo
Nel corridoio centrale, dedicato all’opera di Luigi Ghirri, sono presentate immagini realizzate prevalentemente in parchi e giardini fra il 1984 e il 1988, luoghi in cui, secondo l’autore, è possibile rivivere e sperimentare un sentimento di appartenenza con la natura. Luoghi a cui si rivolge dopo aver raccontato, negli anni precedenti, la profonda trasformazione delle prime aree naturali e agricole, segnando di fatto una svolta radicale nel modo in cui queste vengono percepite.
Luigi Ghirri
Nella seconda parte è invece riallestita una selezione di fotografie provenienti da “Giardini in Europa”, mostra collettiva realizzata nel 1988 con la curatela di Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, in cui sono presentati gli esiti delle ricerche condotte in aree verdi in Italia e all’estero dagli artisti internazionali Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Verena Von Gagern e Cuchi White. 
“L’Architettura degli Alberi” di Cesare Leonardi e Franca Stagi, opera monumentale pubblicata nel 1982 per lo studio e la conoscenza della struttura degli alberi, racconta, nella terza parte della mostra, l’enorme sforzo messo in campo dai due architetti per il riconoscimento delle caratteristiche proprie di ogni essenza e per il corretto inserimento degli alberi nei progetti di giardini e aree naturali
Sempre nel Palazzo dei musei ha luogo “Appartenenza”, la mostra del premio Luigi Ghirri per la Giovane Fotografia Italiana: promossa dal Comune di Reggio Emilia in partnership con Triennale Milano e Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, valorizza i talenti della fotografia italiana under 35. Curata da Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, la mostra collettiva dei sette artisti, selezionati tramite una open call da una giuria internazionale - Eleonora Agostini, Andrea Camiolo, Sofiya Chotyrbok, Davide Degano, Carlo Lombardi, Giulia Mangione, Eleonora Paciullo - ruoterà attorno al tema Appartenenza, declinato in sfumature diverse: dall’inclusione in una comunità “chiusa”; fino alla spinta ad aderire a nuove forme di collettività sulla base di scelte valoriali. 
Ferdinando Scianna
INFORMAZIONI UTILI
Il festival è accessibile e vengono organizzate visite guidate e progetti di accoglienza specifici per varie forme di disabilità.
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