Gli amici della associazione Iubilantes cammineranno per quasi un mese sulla Via Francigena Renana (Grande Romweg) che li condurrà dal Reno al Po. Troverete su questo sito il racconto in diretta del loro viaggio. Seguiteci numerosi!
DA MILANO A MELEGNANO
Eccoci di buon mattino in cammino per Sant'Eustorgio, monumento fra i più insigni della città. La visita, imperdibile, che ci concediamo, tocca la parte più antica (l’abside paleocristiana, i sepolcreti romani e paleocristiani), la quattrocentesca cappella Portinari, con la splendida arca di Pietro martire, opera trecentesca di Balduccio da Pisa e gli affreschi quattrocenteschi del Foppa, e il magnifico interno, dove dedichiamo particolare attenzione alla cappella dei Magi con la loro leggendaria tomba, violata dal Barbarossa nel 1164, e con il bellissimo altare ad essi dedicato. 
 
Milano, Sant'Eustorgio, Cappella Portinari
Riprendiamo il cammino verso Nocetum seguendo la direttrice Porta Romana e Corso Lodi, che però presto abbandoniamo per imboccare, lasciandoci alle spalle gli ultimi quartieri della Milano operaia ottocentesca suggellati da una grande (misteriosa?) statua di Cristo Redentore, nota come “el Signurun de Milan”, la via San Dionigi che, con pista ciclabile, ci porta direttamente al Nocetum, o meglio, alla Cascina Corte San Giacomo, porta del Parco Agricolo Sud Milano. Qui termina bruscamente la città e ci si apre alla campagna.
Milano, Corso Lodi, "El Signurun de Milan"
Al Nocetum siamo accolti con calore; visitiamo la piccola antichissima chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, e, ci avviamo, lungo il parco della Vettabbia, alla Abbazia di Chiaravalle, dove pranziamo nell’antico Mulino con salumi locali e pane fatto in casa e dove la cooperativa Koiné ci dedica una breve ma bella visita della chiesa abbaziale e della Abbazia. Che dire di Chiaravalle?  Posto incantevole dove tutto è quiete. E dove su tutto domina, bellissima, la Ciribiciaccola, il grande campanile che si erge dal transetto della chiesa. 
L'abbazia di Chiaravalle 
Riprendiamo il cammino ora con meta Melegnano. A San Giuliano Milanese passiamo dalla Abbazia benedettina femminile dei SS. Pietro e Paolo di Viboldone dove visitiamo la bella chiesa e riceviamo un bel timbro sulle nostre credenziali. Dopo San Giuliano l’arrivo a Melegnano ci è annunciato dalla Cappella Ossario dei mercenari svizzeri, caduti nella storica battaglia di Marignano (Melegnano, appunto), detta anche la Battaglia dei Giganti per la imponenza dei mercenari in campo. 
Svoltasi il 13 e il 14 settembre 1515 tra San Giuliano Milanese e Melegnano (località Zivido), la battaglia, che aveva per posta il dominio della pianura padano –veneta, si concluse con la sconfitta delle truppe imperiali, fiancheggiate dai mercenari svizzeri comandati da Massimiliano Sforza, e con la vittoria degli alleati franco-veneti. Battaglia importante, questa di Marignano, perché da quel momento gli svizzeri smisero di fare i mercenari e si diedero ad una politica di assoluta neutralità, a cui tuttora si attengono.
 
Melegnano ci accoglie con il caloroso benvenuto di Ennio, presidente della Pro Loco, che ci invita alla visita al Castello. Lasciati gli zaini in hotel, ci dirigiamo al Castello. Qui ci accoglie anche Pietro, presidente di UNPLI Lombardia, che ci assisterà sino al guado del Po. Ennio ci guida nel castello, svelandoci segreti e bellezze.
Opera di Bernabò Visconti, il Castello di Melegnano nel secolo XVI passò a Giangiacomo Medici, detto il Medeghino, potentissimo e spregiudicato condottiero, feudatario imperiale, fratello di papa Pio IV e zio di Carlo Borromeo futuro arcivescovo di Milano. Nel castello di Melegnano di cui era marchese, il Medeghino raffigurò le proprie imprese sul Lario, in Valtellina e Valchiavenna. E così scopriamo raffigurati su queste antiche pareti luoghi che abbiamo attraversato durante il nostro cammino; Chiavenna, ad esempio, assediata dalle truppe del condottiero; oppure l’imprendibile fortezza di Musso, in Alto Lario, da cui il Medeghino guidava le proprie sanguinose scorrerie contro gli svizzeri delle Leghe Grigie (Grigioni).
 
All'interno del Castello di Melegnano
DA MELEGNANO A LODI VECCHIO, FINO A PIEVE FISSIRAGA 
Il cammino per Lodi Vecchio e oltre scorre tranquillo tra risaie, carrarecce, campi di mais, canali, rogge, piccole strade asfaltate, enormi case-corti in rovina o semiabbadonate. Facciamo tappa a Vezzolo Predabissi dove ci accoglie un inaspettato sito cluniacense, maglia della rete dei siti cluniacensi che insieme costituiscono un “grande itinerario culturale” del Consiglio di Europa, esattamente come la Via Francigena o il Cammino di Santiago.
Il primo incontro con la segnaletica della Via Francigena
La bella chiesa è dedicata a Santa Maria in Calvenzano: il sito, di probabile origine paleocristiana, divenne proprietà cluniacense nel secolo XI e mantenne presenza monastica fino al secolo XVI. Noi purtroppo la troviamo chiusa e dobbiamo accontentarci della bella facciata quattrocentesca in cotto lombardo con portale a rilievi romanici del XII secolo. Scopriamo che, secondo una tradizione, questo potrebbe essere stato il luogo dell’uccisione del filosofo Severino Boezio per ordine di Teodorico.
Il nostro cammino ci porta rapidamente a Lodi Vecchio, l’antica Laus Pompeia, incrocio di vie romane, dove pranziamo, e poi alla Basilica di San Bassiano, di origini paleocristiane (IV secolo) e con bella facciata gotica in cotto. Ora è chiusa: la visiteremo domani. Arriviamo infine alla località Pezzolo (frazione di Pieve Fissiraga) dove nella Cascina omonima concludiamo felicemente la giornata prima del previsto.
Chiesa Abbaziale di Pieve Fissiraga