Stessa spiaggia stesso mare? Forse, ma con il rischio di non trovare una stanza dove dormire. Almeno a Palma di Maiorca.

A partire dal prossimo luglio nell’isola delle Baleari sarà vietato ai residenti affittare il proprio appartamento ai turisti. C’è di più. Nella località principale dell’isola dell’arcipelago spagnolo si potranno mettere in affitto turistico solo case e ville indipendenti a meno che si trovino in aree protette, vicino all'aeroporto o in aree non residenziali.

Il motivo si chiama "overtourism", il sovraffollamento di destinazioni attrattive che non riescono a fare fronte al numero di turisti in rapporto alla loro capacità di accoglierli, con evidenti disagi per territorio e residenti. A spingere l’amministrazione della principale località di Maiorca al provvedimento sono molti elementi.
Una spiaggia maiorchina in un pomeriggio estivo / foto Sunny
Negli ultimi anni infatti nell’isola i prezzi per le locazioni a breve termine sono lievitati, con aumenti, dal 2013 a oggi, anche del 40%. Un dato sconfortante arriva da El País “solo 645 delle 11mila case vacanze offerte ai turisti a Palma hanno la licenza necessaria per farlo, con una crescita degli affitti irregolari del 50 per cento dal 2015 al 2017”.

“Non c'è nulla di peggio di una città invivibile per i propri abitanti" ha affermato il sindaco Antoni Noguera sempre al Pais. "Qui gli affitti sono insostenibili, ma Palma è una città determinata e coraggiosa che sono sicuro sara di esempio per le altre città europee".

Piattaforme social per gli affitti tra privati causa di overtourism? / foto Insurance Journal​
ACCOGLIENZA E SOSTENIBILITÀ, UN EQUILIBRIO PRECARIO
È davvero tutta colpa del social housing e delle compagnie low cost? L’overtourism colpisce generalmente città e territori che non hanno investito nello sviluppo del settore dell’accoglienza, vivendo di rendita e mantenendo in vita infrastrutture e servizi superati e inefficienti. Rimane la speranza che per molte destinazioni il sovraffollamento sia un fenomeno transitorio, volubile come e quanto i flussi turistici, che si dirigono spesso evitando preventivamente un rischio (terrorismo, guerre, calamità naturali) piuttosto che viaggiare con consapevolezza.
 
Rimaniamo a osservare l’evoluzione dell’estate maiorchina, mantenendo la guardia alta nei nostri confini, vigilando sullo stato di salute di destinazioni sensibili come le nostre isole e le città d’arte. Belle, ma ancora fragilissime.