Palermo è una città bellissima, non c’è bisogno di dirlo. Eppure, in certi momenti può diventare ancora più bella. Prendete gli eventi che l’hanno segnata quest’anno, in cui è Capitale italiana della cultura. Già Manifesta - la grande biennale d’arte contemporanea - si è intrufolata nei suoi palazzi più o meno aperti, nei suoi giardini più o meno conosciuti, nei suoi cortili più o meno restaurati (c’è tempo fino a inizio novembre per visitarla). Il prossimo weekend, poi, è la volta di un altro evento che promette faville: mezza città risuonerà delle note di 65 concerti. 
Si chiama Piano City ed è una formula già inaugurata con successo a Milano: pianoforti sparsi in vari luoghi della città, eventi a ogni ora del giorno, grandi artisti accanto a giovani promesse. Gli organizzatori hanno pensato bene di proporla anche a Palermo e sono stati loro stessi sorpresi dalla quantità di possibili siti dove far esibire i concertisti. Siamo stati con loro in occasione di una preview, a luglio: sembrava che ogni angolo fosse quello perfetto. Carico di atmosfera, ricco di storie, denso di significati al di là dell’evento. E insieme ci siamo accorti di quanto ancora ci sia da scoprire, riscoprire, restaurare, riportare alla luce in una città che troppo spesso viene assimilata soltanto a due (stupende) cappelle splendenti di mosaici e qualche (suggestivo) mercato colorito. 
Vogliamo dunque sottolineare qualcuno di questi luoghi, ricordando a tutti che il programma di Piano City Palermo - dal 5 al 7 ottobre - è sul sito ad hoc (vedi link in fondo). Dapprima, la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, dove è stata ambientata anche la preview di luglio: qui si terrà l’inaugurazione con Davide Cabassi che venerdì 5 ottobre eseguirà grandi classici del repertorio. La chiesa, senza tetto, rovina imponente di un grande edificio del CInquecento, è un luogo affascinante a dir poco: per qualche minuto, ascoltando le note del piano, vi sembrerà di essere catapultati in un’altra dimensione, fatta di armonica bellezza. Non mancatelo, se passate da Palermo - anche in un’altra occasione.

Santa Maria dello Spasimo, Palermo - foto Stefano Brambilla​
Poi, i palazzi, uno più bello dell’altro. Per esempio Palazzo Forcella De Seta, eclettico a dir poco: quando si entra nella sala dell’Alhambra si rimane a bocca aperta, tra gli stucchi policromi, gli arabeschi, le tarsie marmoree del pavimento. Tutto “finto", una copia degli originali moreschi spagnoli, ma tutto così inconsueto e sorprendente - lo stupore è ancora più grande grazie alle opere di Manifesta all’interno. Ma ci sono anche altre sale: quella dei mosaici richiama la sala di re Ruggero a Palazzo Reale, quella neoclassica fa immergere in una Grecia rivisitata e così via. Il tutto con una vena di decadenza che non guasta (almeno all’atmosfera!). A Palazzo Forcella De Seta, sul lungomare palermitano, concerti per tutta domenica 7 ottobre, con musica classica e contemporanea.
Palazzo Forcella De Seta, Palermo - foto Stefano Brambilla​

Rimanendo sul lungomare, un altro enorme palazzo sta ultimando la ristrutturazione: è Palazzo Butera, che si affaccia con i suoi grandi ambienti sulla cosiddetta Passeggiata delle Cattive - la lunga terrazza ottocentesca che fronteggia il mare a ridosso del Foro Italico. Un nuovo percorso collega il palazzo, il nuovo bar/ristorante e la passeggiata, dove domenica alle 16 si terrà un concerto a due pianoforti (protagonisti la direttrice artistica di Piano City, Ricciarda Belgiojoso, Elio Marchesini e e Walter Prati). Anche questo, come tanti altri, è uno dei luoghi che il turista non andrebbe a vedere a Palermo - e invece dà un’altra dimensione della città, se non altro per il rapporto stretto con il mare, troppo spesso escluso dal tour cittadino (a volte non ci si accorge neppure che Palermo sia una città di mare: salite sulla torretta di palazzo Butera e cambierete idea).

Palazzo Butera, Palermo - foto Stefano Brambilla​

Poi c’è Danisinni, che è un quartiere che nemmeno i palermitani sanno dov’è. Non scherziamo: abbiamo provato a chiedere in giro e ci hanno risposto con sguardi interrogativi. Eppure, la zona è a due passi dalla Cappella Palatina: una piccola città nella città, anzi, un villaggio nella città, visto che quando ci si entra - attraverso l’unica strada che conduce al suo centro, un vero cul de sac - sembra di essere stati trasportati in un altro mondo, tanto le case sono basse, gli spazi aperti, le atmosfere paesane. A Danisinni bisognerebbe dedicare un articolo intero, tanto il quartiere racconta storie interessanti e intelligenti. Negli ultimi anni è al centro di un percorso di riqualificazione urbana e sociale, che grazie a tante associazioni, all’Accademia di Belle Arti e alla parrocchia ha permesso una straordinaria trasformazione: uno spazio incolto è stato trasformato in orto, fattoria, circo, giardino; murales abbelliscono i muri; la comunità torna a poco a poco a vivere. Andateci soltanto per capire di quante anime è fatta Palermo. Piano City vi porta Marcelo Cesena domenica 7; l’omaggio è a Ennio Morricone.

Danisinni, Palermo - foto Stefano Brambilla​

E infine, da segnalare un ultimo luogo alla periferia sud di Palermo, un luogo che ha un nome suadente: il Castello di Maredolce, residenza del re normanno Ruggero II in quello che era il meraviglioso giardino profumato della Favara (a inventarlo fu un emiro arabo: era a sua dimora “suburbana”). Oggi il castello è stato restaurato, dopo secoli di abbandono; e in attesa che l’intera area sia riqualificata, per restituirla alla pubblica fruizione, Piano City vi porta Massimo Bentivegna che domenica 7 suonerà notturni e altri brani di Chopin. Emozioni assicurate. 
Non pensate che sia finita qui: ci saranno concerti alla Cala al sorgere del sole; a Mondello si suonerà sabato 6 dalla sera alla mattina (da Bach ai Nirvana!); un pianoforte sarà posto su un balcone affacciato su via Vittorio Emanuele (un concerto verticale con omaggio ai Beatles); e poi, no stop di Satie al Teatro Massimo e un concerto in onore di Padre Puglisi in piazzale Anita Garibaldi. Ancora una suggestione: sabato alle 15 e alle 16.30 si aprono le porte della collezione di pianoforti a rullo del Teatro dell’Opera dei Pupi Mimmo Cuticchio. Giacomo Cuticchio accompagna il pubblico in due visite guidate e mostra i preziosi e rari strumenti, anche ultracentenari, con cui si accompagnano gli spettacoli. Giacomo è un personaggio (in senso buono!): sperate che vi faccia un pezzo di una rappresentazione (ma, vedrete, lo farà). Un’esperienza che lascia il segno.

Opera dei Pupi Mimmo Cuticchio, Palermo - foto Stefano Brambilla​

INFORMAZIONI
- Piano City Palermo, 5/7 ottobre 2018; www.pianocitypalermo.it
- Tutti gli appuntamenti di Piano City Palermo sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, salvo differenti indicazioni riportate sul programma in corrispondenza di ciascun evento.
- La direzione artistica è curata da Ricciarda Belgiojoso, dal 2016 alla direzione di Piano City Milano.
- Il Festival è organizzato da Piano City Milano, Teatro Massimo e Comune di Palermo, in collaborazione con il Conservatorio di Palermo e realizzato grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo, GNV (main partner di Palermo Capitale della Cultura) e Fastweb.