Il padre di Nina è stato categorico: «Non tornare a casa se non hai visto San Siro». La figlia, diligente e infreddolita, la prima mattina del suo viaggio di tre giorni a Milano è sul piazzale in compagnia della madre. Vengono da Tbilisi, Georgia, e il primo monumento che visiteranno del capoluogo lombardo è lo stadio. «Inter o Milan? Nessuna delle due, non sono tifosa. Vengo perché secondo mio padre è lo stadio più bello del mondo» racconta Nino. «Ma tuo padre è mai stato a San Siro?» chiediamo. «No, mai. Ma l’ha visto in tv» dice.
Frank invece ha la faccia di essere un appassionato di pallone. Di anni ne ha 25, è olandese, e a Milano ha trascorso quattro giorni con la fidanzata. A parte il Duomo di musei non ne ha visti «perché siamo qui per lo shopping e per il cibo». Però a una visita a San Siro non rinuncia. «Non posso partire senza aver visto il luogo mitico dove hanno giocato così tanti eroi del calcio olandese. Sono un tifoso di calcio e questo è un monumento» spiega mentre ammirato guarda le torri del terzo anello e si dirige verso l’ingresso 8. Da qui si accede al Museo di San Siro, che ogni estate diventa il secondo museo più visitato di Milano dopo il Cenacolo.
IL MUSEO
Un prefabbricato grigio che rispetto alla mole dello stadio sembra piccolo, ma non lo è. All’interno l’esposizione riallestita da poco raccontano la storia dello stadio inaugurato nel 1926 grazie ai soldi di Piero Pirelli, all’epoca presidente del Milan che ci giocò fin dalla prima partita, mentre l'Inter ancora giocava in centro, all'Arena.
Nelle vetrine ritagli di giornali e maglie che ripercorrono l’epica delle sfide a San Siro. Se si è tifosi ci si perde tra ricordi di gioventù (quanto era elegante la maglia dell’Inter a strisce grigie e blu della stagione 1997-1998?), sorprese (la lana pesante della divisa con cui il Celtic giocò la finale di Coppa Campioni del 1970) e veri cimeli (una maglia rossa e consunta di Fernando Cruz, numero 3 del Benfica nella finale del 1965). E di quella stessa partita (vittoriosa per l’Inter) si ammira la maglia nerazzurra di Jair che ha ancora le macchie. Mentre una rossonera di Fulvio Collovati indossata nella stagione 80/81 deve essere stata strappata dal qualche attaccante focoso.
E viene da chiedersi che cosa ne sappia dell’arcigno Collovati Jane, sino americana di 33 anni che si aggira per lo stadio. Nei suoi quattro giorni milanesi si è tenuta una mattina libera solo per vedere il Meazza, nonostante sostenga di non amare particolarmente il calcio. Eppure lei è una dei mille visitatori che di media entrano nel museo in un giorno (di più in estate, meno tra novembre e marzo). E non è certo qui per vedere una partita. «Se gioca il Milan siamo chiusi per disposizioni di sicurezza, mentre per l’Inter apriamo alcune ore prima e restiamo aperti 15 minuti dopo il fischio d’inizio» spiega la direttrice Simona Trovati.
IL TOUR DELLO STADIO
E poi quando ci sono le partite perdi il pezzo forte della visita: il tour nel cuore di San Siro. Spogliatoi, zona mista per le interviste, tunnel di ingresso, spazio antistante alle panchine, tribuna rossa. Tutto per vivere l’emozione di guardare dal basso quel muro di seggiolini che chiude l’orizzonte dietro le porte. L’idea di poter passare un minuto sull’erba (in parte sintetica) dove scarpinano gli eroi del pallone immaginandosi 160mila occhi che ti osservano è una piccola apoteosi per chi ama il calcio, quale che sia la sua fede calcistica e passaporto. E infatti in maggioranza i visitatori sono stranieri. Siamo intorno al 70, 80% delle quasi 250.000 presenze annuali. La Pinacoteca di Brera, per dire, nel 2015 ne ha collezionati 285mila. «In Italia non siamo ancora abituati a considerare luoghi come questo un vero museo, mentre per gli stranieri è un’esperienza più naturale» spiega Trovati.
E poi, siamo sinceri: ovunque nel mondo se dici Milano i commenti sono due. «Milano, fashion, moda» per le donne. E per gli uomini: «Fc Inter, Ac Milan». Con buona pace di Brera e della Scala; l’unica scala che tanti conoscono (e visitano) è quella del calcio.
INFO 
Sito web www.sansirotour.com
Ingresso 17 euro, soci Touring 12 euro.