La famiglia Germiniani - Daniele e Laura, quarantenni, con Martina, 7 anni, e Tommaso, 4 - ha deciso di lasciare casa, lavoro e scuola per un lungo viaggio intorno al mondo. Dieci mesi tra America, Asia e Australia, con l'idea che ogni famiglia "normale" possa realizzare qualcosa di simile. "Potevamo scegliere tra il comprare una bella macchina o fare il giro del mondo. I costi sono equiparabili: stiamo parlando grossomodo di 50-60mila euro" ci ha detto Daniele. Qui di seguito la loro esperienza in Perú. Potete seguire la famiglia Germiniani sul sito "I ragazzi stanno bene" e sul profilo Instagram collegato.

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Arriviamo a Cusco di primissima mattina, dopo un viaggio di dieci ore in autobus da Arequipa. Leggerla così sembrerebbe una cosa da pazzi, in realtà è stato più facile di quanto possa sembrare. Ci eravamo messi d’accordo con il nostro host di Airbnb e con un piccolo sovrapprezzo abbiamo potuto scendere dal bus alle sei del mattino e andare di filato all’appartamento, così da poter recuperare un po' di sonno.

Il viaggio di dieci ore in bus è stata invece una nuova esperienza, in Sud America vi sono poche ferrovie e per muoversi oltre agli aerei vi sono moltissime compagnie di bus che offrono diversi livello di servizio. Noi ad esempio abbiamo scelto di viaggiare con una delle compagnie di punta, la Cruz del Sur che offre molti collegamenti effettuati con autobus a due piani con sedili reclinabili fino a 160°, in pratica dei letti viaggianti. Per circa 140 € abbiamo viaggiato tutti e quattro in maniera molto comoda, partendo da Arequipa alle 20 e arrivando a Cusco il mattino dopo, abbastanza puntuali verso le 6.

Arrivati a Cusco e recuperato un po' di sonno nel nostro appartamentino nel centro storico, molto carino anche se un po' gelido, siamo andati a esplorare il centro storico, partendo da Plaza Des Armas con i suoi splendidi portici. Cusco è stata la capitale dell’impero Inca e poi per molti anni la principale città del dominio spagnolo, prima che gli spagnoli preferissero spostare il centro del potere coloniale a Lima. La città è quindi un sovrapporsi costante di architettura Inca e influenze spagnole, e molti dei principali edifici dell’epoca coloniale sono costruiti con le pietre recuperate dai numerosi siti Inca nella zona. Se Cusco merita una visita di alcuni giorni per esplorare i numerosi siti nei dintorni, è ovvio che l’obiettivo principale di tutti quelli che arrivano qui è di proseguire fino alla mitica Machu Picchu.
 
Per Martina era una delle tappe “obbligatorie” di questo nostro viaggio intorno al mondo, e quindi siamo andati anche noi a scoprire questa “città perduta”. Diciamo subito che le cose sono un po' cambiate da quando l’archeologo americano Hiram Bingham ha riscoperto la città nel 1911 grazia all’aiuto di alcuni abitanti della zona che gli parlarono di alcune rovine in mezzo alla foresta sulla cima di una montagna. Oggi Machu Picchu è il sito turistico più visitato del Sud America; anche se – in teoria – c’è un accesso limitato a soli 3.000 visitatori al giorno, la nostra impressione è che ce ne fossero molti di più. Tutta l’economia locale gira intorno al turismo generato dalla mitica città, per cui non aspettatevi prezzi economici. Anzi, se il Perú è in generale abbastanza economico Machu Picchu è l’eccezione che conferma la regola.

COME ARRIVARE A MACHU PICCHU

Si inizia con il viaggio da Cusco ad Aguas Calientes la piccola cittadina alle falde del monte su cui sorge Machu Picchu. Vi sono due opzioni: o arrivare con il treno in circa 3 ore, oppure avventurarsi con qualche pulmino per un viaggio piuttosto scomodo che può durare anche 8 ore. Noi abbiamo scelto la prima opzione, non ce la siamo sentita di affrontare le strade dissestate con i bambini, e abbiamo viaggiato con la Peru Rail che offre un collegamento di lusso con vagoni panoramici e rinfresco a bordo, pagando 330€ complessivi. A onor del vero è anche colpa nostra che ci siamo mossi un po' tardi per prenotare questi biglietti, dovendo quindi “accontentarci” di quello che rimaneva disponibile, muovendosi prima avremmo forse risparmiato un centinaio di euro.
Proprio per il nostro ritardo nel prenotare i biglietti, il ritorno era disponibile solo da Aguas Calientes fino a Ollyantytambo, una cittadina ad una settantina di chilometri da Cusco. Uno stop imprevisto che invece si è rivelata una piacevole esperienza. Questo tratto di viaggio è costato 170 € a cui vanno aggiunti i 20 € per il driver che dà Ollyantytambo ci ha riportato a Cusco, attraversando gli altopiani andini in circa un’ora e mezza. Sia per la visita alle rovine di Ollyantytambo sia per i paesaggi attraversati ritornando a Cusco ci sentiremmo di raccomandare una sosta in questa cittadina. Vi è poi una terza opzione, quella di incamminarsi lungo l’Inca Trail, un percorso che in tre giorni porta da Cusco fino alla Porta del Sole da cui si accede a Machu Picchu. Numerose agenzie a Cusco si offrono di organizzare questo trekking che sembra essere veramente molto affascinante.

AGUAS CALIENTES, IL PAESE A VALLE

Aguas Calientes è incastrata in mezzo alla valle del fiume Urubamba e probabilmente senza Machu Picchu non esisterebbe neppure. E’ un coacervo abbastanza confuso di ristoranti, alberghi, hostal e negozi di souvenir. Unica nota di interesse sono i bagni termali, da cui il nome della cittadina, che noi non abbiamo provato ma che sono raccomandati per riprendersi dalle fatiche della visita a Machu Picchu. Per dormire, dato che è raccomandato di programmare almeno una notte ad Aguas Calientes, altrimenti la visita a Machu Picchu diventa un vero tour de force, avevamo prenotato in uno dei tanti Hostal spendendo 50€ per aver servizi minimi e abbastanza spartani. Ovviamente vi sono tutti i tipi di alberghi, anche i lussuosi cinque stelle.
Per visitare Machu Picchu è necessario prenotare la visita con qualche mese di anticipo, dato il numero contingentato di 3000 visitatori al giorno, noi avevamo provveduto dall’Italia utilizzando il sito ufficiale http://www.machupicchu.gob.pe/ e spendendo 70€ a testa per adulto, mentre i bambini non pagano fino ai dodici anni. Per raggiungere l’ingresso di Machu Picchu che è in cima alla montagna si possono utilizzare gli shuttle che partono ogni cinque minuti e costano 10€ per gli adulti e 7€ per i bambini, oppure salire a piedi su un sentiero che corre incrociandosi con la strada asfaltata, è circa un’ora e mezza di camminata, ma la difficoltà non è data tanto dalla lunghezza del percorso di 4 km, quanto dall’ascesa in altitudine dato che si raggiungono i 2.400slm all’ingresso del sito archeologico, a cui si aggiunge l’umidità di questa zona di giungla semi-tropicale.
 
Con Martina abbiamo scelto di percorrere il sentiero in discesa, scendendo da Machu Picchu per tornare al paese sottostante, anche se sotto una fastidiosa pioggerellina è stata una bellissima camminata padre-figlia. Laura con il più piccolo Tommaso ha optato per il ritorno con lo shuttle: a causa della lunga coda, il percorso a piedi si è rivelato più veloce del comodo passaggio con la navetta.

LA VISITA A MACHU PICCHU

O si è esperti archeologi o visitare Machu Picchu senza una guida è un autentico delitto, non si capirebbe quasi nulla di questo eccezionale sito, perfettamente conservato ma che senza una spiegazione appare come un semplice villaggio abbarbicato su una montagna. Ci siamo aggregati a un gruppo di visita in lingua spagnola con Yliana una guida esperta, spendendo circa 30€. Forse in questo caso avremmo dovuto spendere qualcosa in più e richiedere una guida personale, perché Yliana – ma così quasi tutte le guide che abbiamo incrociato – pur essendo disponibile e spiegando abbastanza bene tutte le caratteristiche del sito aveva la tendenza ad accelerare per terminare la visita in un paio d’ore.

Un peccato, anche perché verso il termine della nostra visita ha iniziato a piovere molto forte e non abbiamo avuto quindi il coraggio di tornare sui nostri passi per esplorare con più calma qualche angolo di questa straordinaria città-santuario. Anche perché la calma e la contemplazione sono una merce rara a Machu Picchu, tutto il sito è letteralmente invaso di turisti alla ricerca dell’inquadratura perfetta per l’ennesimo selfie, e solo uscendo dei percorsi principali si può provare a ricercare un’atmosfera più autentica con la vista sulla valle sottostante, provando a immaginare come doveva essere la vita su questa montagna.

Probabilmente molta più calma la si può trovare salendo sulla montagna Wayna Picchu, l’iconografica cima ripresa in quasi tutte le viste di Machu Picchu, sulla quale vi era un posto di avvistamento. Per salire su questa cima vi sono solo 400 posti disponibili al giorno, divisi in due gruppi alle 8 e alle 11 del mattino, e anche questa visita la si deve prenotare con largo anticipo, ripagati – così dice chi ci è stato – da una vista incredibile sul sito e sulle montagne circostanti. 

Machu Picchu ci ha lasciato quindi sentimenti contrastanti: da una parte c’è sicuramente l’ammirazione per chi ha saputo costruire questa città, che è stata utilizzata probabilmente solo per pochi decenni e poi abbandonata per ragioni ancora misteriose. Una città ricca di fascino che si rifà alla trilogia incaica con i suoi templi e sulla cui reale funzione il dibattito è ancora aperto. Santuario? Ritiro estivo dei re Inca? Ultimo baluardo sulle montagne? Oggi è sicuramente un sito affascinante, ma che ripropone con forza tutti i limiti del turismo di massa, con un sovraffollamento ai limiti della praticabilità e che rende veramente difficile al viaggiatore provare a immergersi nell’anima più autentica di questa meraviglia dell’umanità.