Da porto a città con una spiccata vocazione culturale. Sono tante le città europee che hanno seguito questa strada, riconvertendo magazzini e strutture industriali e riqualificando spazi abbandonati di aree socialmente ed economicamente depresse. Ma non sono molte quelle che, come Goteborg, seconda città della Svezia, hanno lavorato cercando di dare voce alle richieste e alle istanze partite "dal basso", dai cittadini stessi. A queste esigenze è legato il successo del Roda Sten, punto di riferimento culturale cittadino che si trova nella zona di Klippan, dove Goteborg incontra il mare. Qui, sotto il grande ponte che scavalca un'ex area portuale, vive uno spazio dinamico destinato alle arti, regno incontrastato dei graffitari, le cui opere di arrampicano liberamente sulle pareti interne ed esterne di questo piccolo edificio.

Di proprietà comunale, ma gestito da un'associazione culturale quantomai vivace che organizza mostre, eventi, laboratori artistici per grandi e piccoli, e con un piccolo, ma quotato, ristorante, Roda Sten è il cuore e per la quarta volta l'organizzatore della Biennale internazionale d'arte contemporanea di Goteborg, che dal 7 settembre al 17 novembre coinvolge la città e tutta la regione. Non un luna park artistico, un gigantesco spettacolo con importanti risvolti commerciali, ma una riflessione seria e coraggiosa su come la Svezia risponde alle sollecitazioni e ai dibattiti artistici internazionali. Una biennale che, caso raro, dialoga con il territorio e con le sue molte istanze multiculturali legate alle due ondate immigratorie che negli anni Settanta hanno portato qui famiglie provenienti dall'area balcanica e, un decennio dopo, dall'America latina.

Due direttori artistici, Edi Muka e Stina Edblom, e quattro curatori che lavorano in modo indipendente sul tema di questa edizione, Play! Recapturing the Radical Imagination, che esplora i diversi ruoli dell'arte in contesti differenti e le potenzialità del gioco e dell'immaginazione radicale, due importanti ingredienti del discorso politico e artistico. Una cinquantina gli artisti presenti, dalle americane Guerrilla Girls al cinese Qui Zhijie, agli spagnoli Jorge Galindo&Santiago Serra. Due gli italiani, Marinella Senatore e Roberto Paci Dalò. A completare il programma, spettacoli teatrali, seminari, workshop, visite guidate.

"Gobeborg è un importante centro di produzione artistica, particolarmente nel campo della musica e del teatro, ma purtroppo, contrariamente a Stoccolma o a Malmo, pur disponendo di collezionisti, non offre che due gallerie d'arte, afferma Edi Muka, albanese di nascita ma cittadino del mondo. "Con la biennale vogliamo invertire questa tendenza e favorire il consumo della cultura, a tutti i livelli sociali e a tutte le età. Qui c'è spazio per tutti".

Info. Roda Sten konsthalle, Roda Sten 1, www.rodastenkonsthalle.se; www.goteborg,biennal.org. Per raggiungere Roda Sten, traghetto Lillam Bommen dal porto di Goteborg, ultima fermata, Klippan, oppure tram n 3 o 9 fino alla stazione Vagnshallen Majorna.