Passato e presente, storia e leggenda si fondono nell’armonia del mare Mediterraneo che lambisce la spiaggia di Pafos (a volte tradotta come “Pafo” o "Paphos"), la più importante città della costa occidentale di Cipro. Il passato è raccontato dagli splendidi mosaici greci e romani, il presente è quello di una città eletta Capitale europea della cultura 2017 (insieme alla città danese di Aarhus).
Siamo andati a visitare Pafos a maggio, quando già il sole scaldava i turisti (soprattutto russi) stesi sulle spiagge dorate: era solo l’inizio della lunga “estate” cipriota che generalmente si prolunga fino a ottobre, rendendo l’isola una meta ideale per il turismo fuori stagione. Ma Pafos è considerata dalla gente del posto la città di chi ama la storia, l’arte e la cultura: in questo articolo vi raccontiamo perché.
LE TOMBE DEI RE
Dal 1980 Pafos è entrata a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, grazie alle sue ricchezze archeologiche, frutto di una storia che ha visto avvicendarsi sul territorio cipriota antichi greci, romani, bizantini, franchi, veneziani e ottomani: un melting-pot di culture che ha reso l’isola un crocevia nella storia del Mediterraneo.
Una delle testimonianze più interessanti del passato di Pafos si trova proprio a due passi dalla città, in riva al mare: si tratta delle “Tombe dei re”, una necropoli risalente al III secolo a.C.. In questo luogo, cullati dal suono delle onde che si frangono sugli scogli, venivano sepolti i funzionari di alto rango (non veri e propri re). “Le tombe – ci ha spiegato la guida – sono state costruite in riva al mare per permettere alle anime dei morti di raggiungere più facilmente l’aldilà, traghettate dalla barca di Caronte”. Ed è facile immaginare nel silenzio dei sepolcri, uomini e donne di un tempo antico, porre tra le lacrime due monete sugli occhi del defunto, per permettergli di pagare l’oscuro traghettatore, secondo un rituale che affonda le sue radici nella cultura ellenica.
IL PARCO ARCHEOLOGICO DI KATO PAFOS
Il parco archeologico di Kato Pafos è situato nei pressi del porto di Pafos ed è entrato nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco grazie ai suoi mosaici, conservati in quelle che un tempo erano lussuose ville romane (dal II al IV secolo d.C.) come la Casa di Dioniso, la Casa di Teseo, la Casa di Aron o la Casa di Orfeo.
Si tratta di storie raccontate per provare a spiegare ciò che era ignoto, per “umanizzare” ed esorcizzare la paura. Così nella Casa di Dioniso è possibile ammirare lo splendido mosaico di Scilla e Cariddi, mostri mitologici che affondavano le navi degli incauti che attraversavano lo stretto di Messina, o il mosaico che tramanda la storia di Narciso, annullato dall’autocompiacimento. Non si può lasciare il parco archeologico senza aver ammirato il mosaico di Teseo nel labirinto, un capolavoro artistico in cui il realismo del volto e del corpo di Teseo si fonde con le perfette geometrie e l’intreccio dei meandri del labirinto.
Tra gli altri siti archeologici, citiamo anche la chiesa della Panagia Chrysopolitissa, costruita nel XIII secolo sopra le rovine di una grande basilica bizantina. Da scoprire, nei pressi, la colonna di San Paolo: secondo la tradizione, il santo fu frustato legato a questo pilastro prima che il governatore romano Sergius Paulus si convertisse al cristianesimo. 
IL CULTO DI AFRODITE
Come avrete intuito la storia di Pafos spesso mischia la realtà con la leggenda, trasportando il visitatore in un mondo ancestrale in cui gli dei vivevano a contatto con i mortali. È nella zona di Pafos che, secondo la leggenda, dalla spuma del mare nacque la splendida Afrodite, dea dell’amore, della bellezza e della fertilità. Sulla costa di Pafos infatti, nei pressi di Capo Aspron (circa 40 chilometri dalla città) sorge Petra tou Romiou, lo scoglio che diede i natali alla dea.
C’è chi sostiene che girando per tre volte intorno alla roccia si ringiovanisca, a patto però di seguire una sequela lunghissima di regole, per cui pare che nessuno sia mai riuscito a eseguire il rito correttamente. Finora.
IL NOSTRO CONSIGLIO
Oltre che per il clima e per le bellezze storiche e paesaggistiche, Pafo è famoso anche per la buona cucina. Quello che vi consigliamo è di fermarvi almeno una volta per un méze, un pasto basato su circa una quindicina di piccoli antipasti a base di verdure, carne, pesce e dolci. È un pasto conviviale che permette di assaggiare una grande varietà di cibi, dividendoli con i commensali sorseggiando il vino locale.
Da non perdere l’halloumi, famoso formaggio locale ricavato da latte di pecora (ma oggi spesso viene prodotto in via industriale con latte di mucca). Noi abbiamo provato la cucina della St. Georges Tavern, un rustico agriturismo in cui gustare piatti tradizionali e saporiti. Ve la consigliamo. Se invece al tramonto volete sorseggiare un cocktail godendo di una spettacolare vista sulla città, vi consigliamo il Muse Café Kitchen Bar.
INFORMAZIONI
- Sito web Ente nazionale per il turismo di Cipro: www.turismocipro.it
- Il nostro articolo "Che cosa fare a Cipro: dieci consigli per scoprire l'isola"

- Abbiamo raggiunto Cipro con un volo della compagnia Austrian Airlines, partendo da Milano per atterrare all’aeroporto di Larnaka, facendo scalo a Vienna. Puntualità e gentilezza del personale sono alcuni dei punti di forza della principale compagnia aerea austriaca. Info: www.austrian.com

Dormire. A Cipro ci sono sistemazioni per tutti i gusti e per tutte le tasche. Campeggi, agriturismi, appartamenti, b&b, hotel, resort non mancano neppure a Pafos. Tra i tanti indirizzi, ne abbiamo scelti alcuni con un buon rapporto qualità prezzo: li potete prenotare direttamente sul sito del nostro partner Booking.com.
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