Ce l'abbiamo fatta. Ricordate le decise prese di posizione del Touring relativamente alle possibili trivellazioni petrolifere nel mare delle Tremiti? Non avevamo avuto dubbi a schierarci contro questa scellerata ipotesi, consci da decenni del valore naturalistico e ambientale di uno dei luoghi più belli del Mediterraneo.

Ecco, è di qualche settimana fa la notizia che il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha firmato il "decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi". Il decreto determina ''un quasi dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei''.

In particolare, il decreto determina anche la chiusura a nuove attività di tutte le aree tirreniche e di quelle entro le 12 miglia da tutte le coste e le aree protette. In una parola: le isole Tremiti, area marina protetta e parte del parco nazionale del Gargano, sono salve. "E' un grande risultato" commenta il direttore generale del Touring Fabrizio Galeotti "che siamo convinti sia dovuto anche all'impegno del Touring, manifestato in diverse occasioni e anche in sede legale".

''Con questo provvedimento - ha commentato poi il ministro - sosteniamo lo sviluppo delle risorse nazionali strategiche, concentrando le attività di ricerca e sviluppo di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenziale e minor sensibilità ambientale''. Ma non tutti, bisogna sottolineare, sono completamente soddisfatti. "Il nostro è un urlo di gioia strozzato in gola” ha dichiarato il presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella. “Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Come auspicato l'Area Marina Protetta Isole Tremiti è al riparo dalla balzana idea di ricercare petrolio nelle sue vicinanze, ma il resto del Gargano e della Puglia sono interamente inclusi nelle zone a disposizione per questo tipo di pericolose operazioni, così come gran parte dell'Adriatico che, va ricordato, è un mare chiuso e in malaugurato caso di incidente su qualche piattaforma, il disastro colpirebbe indelebilmente tutti da Nord a Sud”. Altri sostengono che il decreto non fermerà le autorizzazioni già in corso per nuove trivellazioni. Il Touring dovrà vigilare ancora, dunque, perché le nostre coste siano tutelate nel modo più efficace possibile.