«Un giorno, risalendo la penisola, dalla Calabria in su, mi fermai, consigliato da un amico, presso un agriturismo, proprio sotto i Monti Alburni nel Parco nazionale del Cilento. Il proprietario, un conte dai modi garbati e dall’aspetto vagamente trasandato, licenza naïf tipica dell’estrazione nobiliare, aveva un pallino: risolvere il problema della vicinissima autostrada Salerno-Reggio Calabria. Come? Dirottando i veicoli, nei momenti di "bollino rosso", ossia di congestione totale, sulla vecchia statale 17. Perché - ripeteva - tutti questi automobilisti non sanno cosa si perdono invecchiando in fila sull'autostrada. Ed è vero, la tortuosissima statale delle Calabrie attraversa paesaggi, territori, borghi incantevoli e sconosciuti. “Devo convincerli a passare di qui e, magari, a pernottare nel mio agriturismo”. Teneva la radio sempre sintonizzata sul traffico e quando Onda Verde segnalava code in zona Battipaglia, eccolo in missione a bordo della sua Lancia Fulvia del ’66: insediato sulla corsia d’emergenza, distribuiva volantini con il suo “personale” itinerario alternativo».

Si apre con un aneddoto il quarto talk show tematico, Cultura della bicicletta, cultura del territorio, che lunedì 13 giugno, ai giardini Dante Alighieri di Pienza, ha salutato il traguardo dei 24 ciclisti della Carovana Milano-Roma organizzata dal Touring Club Italiano. Dopo aver pedalato per 127 chilometri di saliscendi dalla partenza fiorentina, il moderatore delle conversazioni pomeridiane e presidente di Comodo, Albano Marcarini, ha preceduto l’intervento degli ospiti, traendo una sua personale morale dallo spunto introduttivo: «Non sempre la via più breve è anche la migliore. Soprattutto in Italia, dove le strade, salvo la Via Emilia, sono sempre state curve, in salita e zigzaganti. È questo il bello del nostro Paese. Il fatto che in auto, o meglio in bicicletta, non ci si annoia mai. Ogni curva è un paesaggio diverso. Chi promuove il turismo nazionale dovrebbe tenerne conto».

E, in parte, accade: dietro le curve, i dossi e le gimcane della viabilità alternativa, si riscopre un Paese tutto nuovo. Cultura del territorio, Italia minore, ospitalità diffusa, sapori e buon gusto, prodotti tipici, piccoli borghi: questi i temi, filtrati dal turismo su due ruote, affrontati nel quarto appuntamento, salutato con calore e partecipazione, dalla città della Val d’Orcia. «Posto che ogni tipo di visitatore è il benvenuto – quello della domenica così come quello sportivo, quello tematico e quello interessato all’aspetto enogastronomico - riconosciamo però particolare valore all’esperienza di un turismo “lento”, stanziale, che si prende il tempo necessario per metabolizzare luoghi e paesaggi, in alternativa a un turismo mordi e fuggi», dice il sindaco di Pienza, Fabrizio Fè. «Una dimensione di viaggio, insomma, in linea con l’idea di sviluppo urbano, perseguita dalla giunta e dalle istituzioni locali, il più possibile rispettoso dell’eredità architettonica e artistica ereditata dal passato».

Più che le parole sono i fatti a parlare: fra le località certificate dal Touring con il bollino della Bandiera arancione, la città di Papa Pio II è una piccola bomboniera rinascimentale, conservata nei secoli e assunta oggi come raro esempio di buona gestione. «Il marchio di qualità rivolto alle piccole località dell’entroterra, nato nel ’98 in collaborazione con la regione Liguria, poi esteso all’intero territorio nazionale, rappresenta oggi un network di eccellenze tricolori – ad oggi 184 su oltre duemila candidature - che fanno della qualità turistico ambientale il loro tratto distintivo», spiega Marco Girolami, direttore Bandiere arancioni Tci. «La valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela del paesaggio, la cultura dell’ospitalità, l’accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici, sono i criteri che dettano l’assegnazione del marchio biennale – il rinnovo è vincolato al mantenimento dei requisiti nel tempo – nato come strumento di garanzia per i turisti e di promozione di piccoli centri, magari poco conosciuti, ma di grande pregio. Ledro, in Trentino, Morigerati (Sa) in Campania e Guardia Perticara (Pz) in Basilicata, sono gli ultimi ingressi, dopo i test di routine, entrati a far parte della famiglia “arancione” del Tci».

Si inserisce in questo contesto il recupero della mobilità dolce, manubrio e pedali in testa. «Il nostro è un territorio che mette a dura prova ma allo stesso tempo esalta la qualità sportiva del cicloturismo», dice Tommaso Strambi, caporedattore de La Nazione di Siena. «La vostra iniziativa, così come le numerose comitive a stelle strisce che vengono in Toscana munite di due ruote, lo dimostrano. Si tratta di un segmento destinato a incidere sempre di più nell’articolazione di un’offerta turistica trasversale, dai percorsi ciclabili a quelli enogastronomici, dagli itinerari a cavallo ai viaggi culturali, attenta alla salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico locale».

Una priorità che è da sempre al centro della macchina editoriale del Touring. «Il nostro è il Paese che vanta la più corposa e prestigiosa tradizione artistica del mondo: il nostro impegno nella redazione e pubblicazione di guide, carte e libri illustrati, non può far altro che misurarsi con questa eredità, cercando sempre di esserne all’altezza», conferma Alberto Dragone, direttore editoriale di Touring Editore. «Rispetto della tradizione ma anche capacità di cogliere i segni del tempo: presente e futuro. Il turista a cui ci rivolgiamo oggi è certamente diverso da quello di un tempo: il viaggio contemporaneo si accorcia, ma allo stesso tempo si differenzia nella linea tematica, espressione di una cultura del “bien vivre” che abbraccia interessi trasversali e non più soltanto storico-artistici, come avveniva in passato. Rivolgersi al turista del terzo millennio significa supportarlo in tutta una serie di informazioni, anche di servizio, più sintetiche e insieme più puntuali, che diano qualità alla sua esperienza di viaggio».

Paradigma incarnato, in modo diverso, dalle tre principali collane pubblicate da Touring Editore: «Provando a sintetizzarne le caratteristiche con un aggettivo, direi: “complete” per la storica serie delle Guide Rosse, dedicata alle Regioni tricolore, come ci riconosce anche il ministero per i Beni e le attività culturali; “irrinunciabile” l’Atlante Stradale d’Italia; “equilibrate” le Guide verdi d’Europa e del mondo, nella proposta di una struttura portante invariata, capace però di integrare quasi in tempo reale aggiornamenti utili al viaggiatore contemporaneo».

La frase del giorno: «Dico mobilità dolce e penso ai 700 chilometri di piste ciclabili italiane ricavate dal recupero di ferrovie dismesse. In Italia ce ne sono per 6.500 chilometri circa. Cosa vogliamo farne?». Giulia Cortese, project manager Fiab e pedalatrice della Carovana.