Per molto tempo il turismo è stato considerato un settore produttivo attraente in quanto lo si riteneva – rispetto ad altri – “pulito”, ovvero con limitati o trascurabili impatti sul territorio. Negli ultimi decenni, al contrario, al crescere di una diffusa coscienza ambientale si è assistito anche al moltiplicarsi di studi che hanno posto l’attenzione proprio sugli impatti negativi di viaggi e vacanze. Nasce così l’interesse di Touring Club Italiano e Conai (Consorzio nazionale imballaggi) a sviluppare un progetto congiunto che approfondisca il rapporto tra turismo e produzione dei rifiuti sensibilizzando operatori e turisti sull’importanza di adottare comportamenti virtuosi.

La collaborazione ha avuto per oggetto uno studio che ha quantificato l’impatto del turismo sulla produzione dei rifiuti all’interno delle destinazioni e come i flussi incidono nell’attività di differenziazione dei rifiuti stessi. Si è deciso di sperimentare il modello di stima su alcune destinazioni-pilota italiane: i casi studio selezionati sono stati la Val di Fassa per il turismo montano, l’area dell’Alto Garda-Ledro per il turismo lacuale, il comune di Pisa per il turismo culturale, la costa della provincia di Latina (la “Riviera di Ulisse”) e il comune di Ostuni per quello balneare.

Dall’implementazione del modello sui territori emerge che:
· I flussi turistici determinano, sempre e ovunque, un incremento della produzione complessiva di rifiuti nella destinazione indipendentemente dalla specifica offerta territoriale (mare, montagna, lago e città d’arte);
· Il turismo incide negativamente sulle performance di differenziazione dei rifiuti. La correlazione tra flussi e percentuale di raccolta differenziata è costante e negativa. All’aumentare di una variabile (presenze turistiche), diminuisce l’altra (quota di differenziata);
· La stima della produzione dei rifiuti urbani pro capite giornaliera imputabile alla sola popolazione residente si assesta attorno al dato medio nazionale rilevato da Ispra (1,5 kg);
· La stima della produzione di rifiuti urbani pro capite giornaliera imputabile ai soli turisti si attesta generalmente al di sotto del dato medio nazionale; se il turista impatta meno di un residente in termini di produzione complessiva, è però meno “virtuoso” in termini di quota percentuale di raccolta differenziata realizzata.

Sulla base delle evidenze dello studio, Touring e Conai hanno stilato poi un Decalogo di buone pratiche che vuole essere una guida per supportare l’attività delle amministrazioni pubbliche locali, chiamate a gestire i rispettivi territori