Tra l’8 e il 12 aprile 2021 il Centro Studi Tci ha realizzato una survey on line con la community Touring residente in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto – quasi 84mila persone che condividono contenuti, proposte e valori della nostra associazione – per fare emergere percezioni ed esperienze di visita sui territori del Po. Sono stati oltre 2.200 i questionari compilati.
Del Po sui banchi di scuola abbiamo imparato le cose essenziali. Che è il più lungo fiume d’Italia (652 km), che nasce dal Monviso, che attraversa la pianura e si getta nel mare Adriatico con un grande delta. Da adulti, per la maggior parte di noi il Po è un cartello che sfila fra due muretti di cemento sull’Autostrada del Sole. Il Grande Fiume pare un ostacolo da superare nel modo più diretto possibile. Bisognerebbe però tornare a scuola per apprendere qualche nozione in più: ad esempio che il 40% del Pil del nostro Paese si produce nel bacino idrografico del Po nel quale gravitano 3.200 comuni, sette regioni e una provincia autonoma per una superficie complessiva di circa 75mila chilometri quadrati nella quale vive il 27% della popolazione italiana.
Il Po è anche una straordinaria, potenziale, risorsa turistica, soprattutto oggi che gli spostamenti di prossimità e verso destinazioni meno note e poco affollate costituiscono una tendenza in rapido consolidamento: dallo scenario alpino del Monviso e del Pian del Re ai meandri di acque e terre e agli orizzonti del Delta, il Grande Fiume offre scenari di fascino assoluto cui il Touring Club Italiano, che ha per mission quella di prendersi cura dell’Italia come bene comune, ha voluto dedicare una ricerca specifica per dare il proprio contributo alla valorizzazione di un territorio così importante e sottovalutato.
LE ASSOCIAZIONI CON IL PO: PREVALE IN MODO CHIARO LA DIMENSIONE GEOGRAFICA
La prima domanda posta alla community Touring residente nei territori del Po è stata quella di indicare gli elementi identificativi dell’immagine del Grande Fiume (Fig. 1): prevale in modo marcato la dimensione geografica, legata al Delta (23%) – in particolare per quanto riguarda il sottocampione dei veneti (31%) – e alla Pianura padana (21%), soprattutto agli occhi dei lombardi (23%). Al terzo posto sono citate le principali città che si affacciano sulle sponde del fiume (Torino, Piacenza, Cremona e Ferrara) con il 14% di preferenze, citate maggiormente dai piemontesi (22%).
Da notare che il Po risulta ancora poco associato alle riserve Unesco “Man and the Biosphere” (3%) nonostante lungo il suo corso siano state riconosciute negli ultimi anni ben quattro aree MaB: quella transfrontaliera del Monviso nel 2013, quella del Delta del Po nel 2015, quella di Collina Po nel 2016 e l’ultima del Po Grande nel giugno 2019.
LE ESPERIENZE POTENZIALMENTE PIÙ INTERESSANTI? LE CITTÀ DEL PO, I BORGHI E LE CROCIERE FLUVIALI
Abbiamo poi chiesto di valutare, su una scala da 1 (basso) a 5 (elevato), il grado di interesse per un weekend “tematico” sul Po da effettuare nei prossimi mesi. La community Touring ha polarizzato le sue risposte attorno a tre proposte principali: un soggiorno tra castelli e borghi (punteggio di 4,3), uno nelle principali città d’arte che si affacciano sul fiume (4,1) e uno dedicato a una minicrociera (4). Un interesse intermedio hanno registrato esperienze a contatto con la natura (3,7) come escursionismo e visite naturalistiche, il cicloturismo (3,5) e un weekend enogastronomico (3,4). Basso invece l’interesse per una vacanza all’insegna degli sport d’acqua (2) ma in questo caso occorre considerare che si tratta spesso di attività che richiedono competenze pregresse specifiche, quindi riservate perlopiù a nicchie.
QUASI IL 90% DELLA COMMUNITY TOURING È STATO SUL PO IN GIORNATA O PER UNA VACANZA, ANCHE BREVE
Lungo il Grande Fiume è già stata la stragrande maggioranza dei rispondenti (87%), mentre solo una minoranza (13%) non lo conosce direttamente (Fig. 2): perlopiù si tratta di lombardi (16%) mentre il dato minimo è quello degli emiliano-romagnoli (6%). L’esperienza sul Po è legata prevalentemente a una visita in giornata (53%), soprattutto per gli emiliano-romagnoli (65%), mentre il 34% riferisce di aver trascorso sul territorio una vacanza vera e propria, anche breve (dato che sale al 47% per i piemontesi che rappresentano dunque coloro che mostrano una tendenza più marcata a fare turismo vero e proprio sul Po).
IL DELTA (35%) È IL TERRITORIO PIÙ VISITATO DELL’INTERO CORSO DEL FIUME, L’ALTO PO (15%) QUELLO MENO FREQUENTATO
C’è una certa coerenza tra l’immagine prevalente associata al Po da parte della nostra community e i territori più visitati: in entrambi i casi il primato spetta al Delta. Con il 35% di preferenze, infatti, si conferma l’area più frequentata dai rispondenti (Fig. 3) mentre quella che lo è di meno (15%) è l’alto Po, ovvero l’ampio tratto di fiume compreso tra le sorgenti sul Monviso e la confluenza con il Ticino vicino a Pavia. Guardando più in dettaglio i dati per regione di residenza, emerge una chiara indicazione sugli ambiti di visita preferiti, che confermano come il Grande Fiume sia un territorio perlopiù vocato al turismo di prossimità.
L’alto Po, infatti, è il preferito dai piemontesi (33%) e lo è in misura minima dai veneti (3%) mentre il medio Po – cioè il tratto compreso tra la confluenza con il Ticino e quella con il Mincio – è caratterizzato da una fruizione lombarda (32%) più elevata del dato medio (25%). Gli emiliano-romagnoli hanno un comportamento analogo (32%) riferito però al tratto del basso Po, ovvero a quello compreso tra la confluenza con il Mincio e il Po di Goro dopo Ferrara. Infine, il Delta è frequentato soprattutto da veneti (54%) e molto meno dai piemontesi (28%).
COSA SI FA ATTUALMENTE SUL PO? ESPERIENZE ENOGASTRONOMICHE (19%) E VISITA ALLE PRINCIPALI CITTÀ (18%)
A oggi l’esperienza più comune sui territori del Grande Fiume (Fig. 4) è rappresentata, secondo la community Touring, dal mangiare in un ristorante, in un agriturismo o in una trattoria tipica del Po (19%), comportamento coerente con una gita fuori porta e diffuso soprattutto tra i veneti (22%), meno invece tra i piemontesi (16%). Al secondo posto, troviamo la visita alle principali città che si affacciano sul Po (18%) – Torino, Piacenza, Cremona e Ferrara – preferita in modo particolare dai piemontesi (22%) rispetto ai veneti (13%). Seguono borghi e castelli (15%) e le crociere fluviali (10%). È importante sottolineare come queste ultime due attività sembrino di fatto meno sperimentate rispetto all’interesse potenziale indicato, visto che risultavano ai primi posti tra le esperienze da fare nei prossimi mesi. È probabile, dunque, che da questo punto di vista ci sia da colmare un gap informativo o di servizio che limita al momento la possibilità di effettuare questo tipo di attività sul territorio.
QUELLA SUL PO È UN’ESPERIENZA COMPLESSIVAMENTE POSITIVA, TRANNE CHE PER LA DISPONIBILITÀ DI INFORMAZIONI
Nonostante buona parte dei territori del Po non abbia una storia turistica importante alle spalle, complessivamente l’esperienza della community Touring, espressa in una scala da 1 a 3, è positiva: il paesaggio è valutato con il massimo punteggio (3) e anche ristorazione ed enogastronomia ricevono ottimi voti (2,8). Hanno giudizi buoni l’accoglienza di operatori e residenti (2,6), il rapporto qualità/prezzo (2,5) e le strutture ricettive (2,4). La principale criticità, che conferma il gap messo in evidenza sopra, è quella sulla disponibilità di informazioni relative al territorio (2,1).
DI COSA AVREBBE BISOGNO IL PO PER ATTRARRE PIÙ TURISTI? DI PROMUOVERSI DI PIÙ, MAGARI CON UN PORTALE UNITARIO
Abbiamo chiesto infine alla community Touring di indicare quali potrebbero essere le azioni da realizzare nel prossimo futuro per incrementare l’attrattività del territorio nei confronti dei turisti (Fig. 5). La priorità è quella di promuovere maggiormente le potenzialità del fiume (32%) e di predisporre anche lo strumento più idoneo: un portale turistico unitario (25%) che possa rendere semplice e immediato il reperimento delle informazioni sulle cose da fare e di possibili proposte e pacchetti di esperienze (25%) per vivere il Po e colmare così le più evidenti lacune che sembrano caratterizzare oggi l’offerta turistica del Grande Fiume.