Crisi ambientale si aggrava assieme a quella economica stop Politica si occupa solo di alleanze stop La settimana di campagna elettorale è ultima occasione per dire quello che farete per ambiente e green economy stop Ed ecco su quali priorità stop

Questo il telegramma lanciato da sette organizzazioni ambientaliste lo scorso venerdì e rivolto ai candidati premier e ai leader di partito. In un mese di campagna elettorale, infatti, la parola ambiente è stata l'eccezione: eppure dovrebbe essere una priorità nelle agende di tutti gli schieramenti, non soltanto una tematica a cui pensare una volta in Parlamento. Ecco perché le associazioni hanno stilato sette punti fondamentali su cui i partiti sono chiamati a esprimersi. Ve li riportiamo. 

1) garantire la legalità e la giustizia, la trasparenza e l’equità nelle filiere agricole ed alimentari, ambientali ed energetiche, aumentando efficienza ed efficacia dei controlli con un’adeguata tutela penale dell’ambiente;

2) fissare l’obiettivo del 100% rinnovabili, procedendo alla chiusura progressiva delle centrali alimentate con combustibili fossili, rinunciare al piano di sviluppo delle trivellazioni petrolifere in mare e definire una roadmap per la decarbonizzazione che sostenga la green economy;

3) spostare i fondi stanziati per strade e autostrade verso il trasporto sostenibile (ferrovia, nave, bici, mezzi elettrici e a basso impatto ambientale, car sharing) e il trasporto pendolare nelle aree urbane, definendo un piano nazionale della mobilità che superi il programma delle infrastrutture strategiche;

4) rendere compatibili le scelte economiche e di gestione del territorio con la conservazione della biodiversità naturale attribuendo un ruolo centrale ai parchi e varare un piano della qualità per il settore turistico per valorizzare i beni culturali e ambientali;

5) approvare un pacchetto di interventi per favorire l’occupazione – soprattutto giovanile - in agricoltura, sostenere le colture biologiche, biodinamiche e a basso impatto ambientale e promuovere modelli di consumo alimentare sostenibili;

6) approvare una legge che fermi il consumo di suolo e aumentare i vantaggi fiscali che derivano dalla scelta a favore del recupero e della ristrutturazione, dell’architettura bioclimatica e dell’urbanistica mirata all’abbattimento dell’inquinamento e alla riqualificazione energetica e ambientale del patrimonio edilizio;

7) incentivare non solo la raccolta differenziata, il riuso, il riciclo e il recupero dei materiali ma anche la lotta agli sprechi in ottica preventiva, diminuendo il sostegno agli inceneritori e alle discariche.

Assieme a Last Minute Market, l’associazione contro lo spreco che ha promosso l’eco-telegramma, ci sono le associazioni ambientaliste che hanno elaborato nelle scorse settimane l’”Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese” (Cai, Fai, Federazione Pro Natura, Greenpeace, Legambiente, TCI e Wwf); Slowfood che ha lanciato gli “Appunti per le politiche alimentari”; Libera e Gruppo Abele di Don Ciotti che hanno raccolto 120 mila firme di cittadini per la petizione contro la corruzione “Riparte il futuro”; associazioni e imprenditori di grande peso nel campo dell’economia sostenibile: Aper (che raccoglie centinaia di aziende e ha elaborato un documento con “26 Azioni per lo sviluppo delle rinnovabili”), Alce nero (la cooperativa di agricoltori e apicoltori che rappresenta uno dei più affermati marchi del biologico italiano) e Eataly (una delle eccellenze del made in Italy nel campo dell’alimentazione di qualità).

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