Luoghi speciali, dove ammirare il foliage autunnale e assaggiare tipicità enogastronomiche, le località Bandiera Arancione rappresentano mete perfette per un weekend fuoriporta o una gita domenicale. Ecco 10 borghi da scoprire e “gustare” in questa stagione!
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1. CANELLI (AT)
Situata nel sud della provincia di Asti, su una modesta porzione di pianura e due grandi aree collinari, per la maggior parte coltivate a vite, Canelli è una delle capitali mondiali del vino. Il centro storico, aggrappato alla collina, è ricco di scorci e suggestioni antiche
L'aspetto più caratteristico, che dona alla località un’originalità unica in Italia, è anche quello meno visibile: si tratta delle cantine canellesi, vere "cattedrali sotterranee". Si snodano sotto tutta la città nelle viscere delle colline tufacee, creando ambienti suggestivi, capolavori di ingegneria e architettura.
A novembre si svolge l’antica Fiera di San Martin (quest’anno domenica 14), citata negli Statuti Medioevali Canellesi, e la Fiera Regionale del Tartufo (prevista per domenica 21), uno dei più importanti appuntamenti enogastronomici della zona, con bancarelle nel centro storico e tante occasioni per gustare il tartufo bianco. Info qui.
2. TRISOBBIO (AL)
Il borgo medievale di Trisobbio sorge tra i vigneti del Dolcetto d’Ovada e le colline dell’Alto Monferrato. Dai punti panoramici la vista può spaziare dalle Alpi agli Appennini. Il centro storico ha una caratteristica struttura a tre cerchi concentrici, uno dei pochi esempi in Piemonte, stradine e viuzze con antichi palazzi ben conservati e restaurati. Su tutto domina il castello medievale.
Da segnalare il settecentesco Palazzo De Rossi-Dogliotti, sede municipale. Suggestive sono le cantine del Palazzo, oggi sede di un accogliente ristorante con pizzeria, dove sono ancora presenti e visibili un antico torchio del 1840, un antico pozzo, una ghiacciaia ed un infernot. Davanti al Palazzo è stato realizzato un belvedere sulle colline del Monferrato munito di binocolo panoramico.
Tra i tesori che offrono le colline troviamo il prezioso tartufo bianco, da non perdere in questa stagione! Il territorio si può scoprire anche attraverso alcuni sentieri. Lungo il fondovalle del rio Stanavasso, per esempio, si sviluppa il percorso verde che ha anche un pregio naturalistico particolare perché si snoda all’interno della tartufaia di Trisobbio, in cui i trifolai preservano l’ambiente dove nasce il pregiato e rinomato tartufo bianco.
3. BADALUCCO (IM)
Il borgo medievale di Badalucco è circondato da colline terrazzate, coltivate ad ulivi, orti e castagni, immerso in un territorio ricco di sentieri per escursioni di tutti i tipi. Da visitare il centro storico, raccolto vivace (grazie alla presenza di ristoranti e produttori), con i suoi stretti caruggi impreziositi da murales e da opere di importanti ceramisti della scuola Ligure, Umbra e Toscana. Tra scalinate e salite si arriva alla chiesetta quattrocentesca dSan Nicolò, in cima alla collina con vista panoramica del paese. 
Tra i prodotti tipici, il fagiolo di Badalucco (presidio Slow Food) è vanto del territorio: i rundin, cosi chiamati per via della forma ovoidale, sono piccoli, carnosi e lattei e sanno irretire il palato con la morbidezza e delicatezza della pasta. Seminati a giugno, si raccolgono a ottobre e si consumano lessi conditi con olio extra vergine, aglio, alloro, salvia e qualche grano di pepe; secchi nelle saporitissime zuppe oppure in pastella nei "frisceui". Ma il piatto di cui è senz’altro il condimento tipico è lo zemin, zuppa di fagioli con verdure e carne. Il segreto del gusto e della delicatezza di questo fagiolo è il terreno, ben drenato e servito dall’acqua sorgiva (fattore indispensabile), calcarea e ricca di minerali.
4. PIZZIGHETTONE (CR)
Pizzighettone è una delle più complete e significative città murate della Lombardia: la cinta muraria cinquecentesca, che circonda per intero il centro storico, è un complesso difensivo lungo circa 2 km, con un’altezza di 12 m, una larghezza di 15 m ed uno spessore murario che raggiunge mediamente i 3,60 m.
Le Casematte sono ambienti caratteristici con volta a botte all’interno delle mura, tutti collegati tra loro (unici in Europa). Qui, tra ottobre e novembre, si tiene un’importante maratona gastronomica (quest’anno rigorosamente su prenotazione, info qui) dedicata ad uno dei prodotti tipici della località: il Fagiolino dall’Occhio di Pizzighettone, che vanta una filiera cortissima, con materie prime biologiche e di esclusiva provenienza del territorio a km 0. Questo peculiare prodotto è stato riconosciuto, con decreto regionale, come piatto tipico dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Tra gli altri prodotti locali, segnaliamo il provolone di Pizzighettone, il biscotto di Pizzighettone e i salumi della città murata. Una meta, Pizzighettone, non solo da “gustare” ma da scoprire anche attraverso una piacevole gita in barca sul fiume Adda (nei weekend e festivi, info qui).
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5. CISON DI VALMARINO (TV)
Cison di Valmarino è un paese ricco di bellezze storiche ed artistiche che si uniscono a una natura incontaminata tutta da vivere attraverso sentieri, percorsi di nordic walking e itinerari ciclabili e a cavallo. Su uno sperone che domina il paese, Castelbrando: un castello che racchiude tra le sue mura 2000 anni di storia, oggi in parte hotel e centro congressi, si può comunque visitare attraverso due percorsi di visita e offre diversi spazi museali. 
La zona è quella del vino prosecco superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG, da degustare e acquistare nelle varie cantine del territorio. I buzholà sono gli storici biscotti rotondi con buco centrale, della tradizione cisonese, fatti con tuorli d’uovo, farina e burro, perfetti con il prosecco. Altra specialità della cucina locale è lo spiedo: un piatto locale preparato con carne di maiale, pollo e coniglio.
Per chi ama passeggiare nella natura, tra i vari sentieri segnaliamo la Via dell'Acqua che sale dal centro storico costeggiando il torrente Rujo dove sono visibili gli antichi mulini. Da non perdere anche il suggestivo borgo di Rolle, circondato da vitigni ed entrato a far parte del Patrimonio Unesco. 
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6. BRISIGHELLA (RA)
Borgo antico, che si adagia ai piedi di tre caratteristici colli di gesso su cui si ergono la Rocca del XV secolo, la Torre dell’Orologio ed il Santuario del Monticino. Nel centro storico domina una strada coperta del XII secolo, sopraelevata ed illuminata da mezzi archi di differente ampiezza, antico baluardo di difesa per la retrostante cittadella medioevale. Famosa per la sua architettura particolarissima, è nota come Via degli Asini per il ricovero che offriva agli animali dei birocciai che l’abitavano e che trasportavano il gesso dalle cave sovrastanti il paese servendosi appunto di asinelli.
Tanti appuntamenti gastronomici a Brisighella per il mese di novembre: domenica 14 la sagra della pera volpina e del formaggio stagionato, le pere volpine, piccole, tonde e dure, sono un frutto tipico della Valle del Lamone. Domenica 21, la sagra del tartufo e domenica 28 novembre la sagra dell’ulivo e dell’olio, giunta alla 62° edizione, celebra il “Brisighello DOP” e il raffinato “Nobil Drupa”.  E per chi vuole abbinare alle delizie del palato un po’ di attività fisica, domenica 7 novembre si svolge l’ottava edizione del Trail dell’Ulivo, gara di corsa in collina fra i sentieri e i boschi della località. Info qui
7. AMANDOLA (FM)
Considerata la “porta est” di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Amandola rappresenta uno dei centri più importanti dell’area montana per le risorse storico-culturali e per le valenze ambientali e paesaggistiche. La località è famosa anche per le sue numerose e pregiate tipicità gastronomiche.
Il nostro viaggio culinario nel territorio parte dal miele, prodotto da sempre legato alla tradizione locale, sa deliziare il palato grazie alle varietà floreali spontanee. Altro prodotto tipico è il formaggio e i suoi tantissimi derivati: mozzarelle, burrate, ricotte, stracchino, latte di varia tipologia, numerosi formaggi e tanto altro. Di questa categoria fa parte anche lo yogurt, premiato a livello nazionale per la sua elevata qualità. E che dire delle marmellate e confetture? Anche queste rientrano nel patrimonio gastronomico locale. Realizzate con la frutta del luogo, sono confezionate con metodi tradizionali, così da poter garantire qualità, gusto e rispetto ambientale. Tra i tanti sapori spicca la confettura prodotta con l'utilizzo della tipica mela rosa dei Sibillini.  
Ultimo, ma di certo non per importanza, troviamo il Tartufo Bianco dei Sibillini, riconosciuto a livello nazionale ed internazionale come il prodotto principe di queste colline, la fa da padrone in appetitose pietanze, tra le quali spiccano le amandolesi “Fregnacce”. Il tartufo, sia bianco che nero, abitante da secoli del territorio, dà origine a tre Festival ad esso dedicati, che si svolgono durante l'anno. Programmata per lunedì 1 e i weekend del 6-7, 13-14 novembre, la 24^ edizione di “Diamanti a tavola”, festival del tartufo bianco di Amandola e dei prodotti tipici dei Sibillini con chef, stand gastronomici, eventi e spettacoli. Info qui
8. SUBIACO (RM)
A circa un’ora da Roma, Subiaco è un borgo medievale ricco di storia, arte e cultura. Immerso nella flora e nella fauna del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, è luogo ideale per tanti sport outdoor, escursioni e passeggiate, dove ammirare, in questo periodo, l’affascinante foliage autunnale con splendide sfumature. La località è anche la culla del monachesimo e della stampa.
A Subiaco, parlando di cucina, si fa riferimento all’antica tradizione della panarda: si tratta di una tavolata di almeno venti pietanze preparate in onore degli ospiti, i quali non potevano rifiutarsi di assaggiarle, pena l’irrimediabile grave offesa al padrone di casa. Il rito della panarda era interminabile, e veniva spesso abbinato a veglie di preghiera. Oggi, la tradizione enogastronomica sublacense è ricca e variegata: si va dalla pasta fatta in casa (la sagna e le pezzole con i fagioli Buccitti, prodotto autoctono) ai piatti a base di carne o di pesce di fiume, passando per il caratteristico Ju Pappaciuccu (a base di cavoli neri lessati, tozzi di pizza di granturco raffermi e pane casereccio) e i subiachini, biscotti tipici a base di mandorle, albumi, miele e zucchero. 

 
9. SANT’AGATA DI PUGLIA (FG)
Il comune di Sant'Agata di Puglia si riconosce subito per la personalissima conformazione dell’abitato: borgo medievale di forma piramidale, dominato da un imponente castello in stile romanico, si srotola lungo il versante della collina seguendone i contorni. Le due cinte murarie sono ancora ben conservate anche se alcuni tratti, nel tempo, sono stati inglobati nelle costruzioni successive. 
Tutto il paese è un unico nucleo storico ben curato, con case di pietra e portali adorni di stemmi gentilizi, che costituiscono il Parco Urbano delle Opere in Pietra, sviluppato attraverso i vicoli della cittadina. Viene chiamata “la loggia delle Puglie” per il panorama che si gode dal castello. L'area circostante il paese è ricoperta da una ricca vegetazione con la presenza di alcuni siti di interesse archeologico.
Molte le botteghe di prodotti tradizionali agroalimentari, tra i quali spicca l'olio extravergine di oliva DOP Dauno. Per l'ottima qualità dell'olio, Sant'Agata di Puglia è inserita nella “Strada dell'Olio Extravergine d'Oliva DOP Dauno”. La produzione dell'olio santagatese vanta una secolare attività, le sue virtù qualitative venivano infatti indicate e decantate già nei secoli passati. I dolci tipici di Sant’Agata sono le "ciccecuotte", preparate il primo novembre, in occasione delle celebrazioni per i defunti, periodo in cui solitamente si svolge anche la sagra ad esse dedicata.
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10. ZUNGOLI (AV)
Situato nell’Appennino campano, su un piccolo colle circondato dai monti, il borgo di Zungoli è dominato dal castello normanno edificato intorno alla metà dell’XI secolo. Il centro storico, arroccato e attraversato da viuzze acciottolate che si inerpicano lungo il costone della collina, formando delle notevoli scalinate di pietra, ha mantenuto nel tempo il tessuto originario. Al di sotto dell’intricato dedalo di stradine dell’abitato, sono ubicate delle grotte di tufo, sviluppate su più livelli e tra loro comunicanti. Si fanno risalire all’epoca bizantina e nel corso del tempo hanno visto mutare la destinazione d'uso: da rifugio a cantina, da granaio a frantoio per la molitura delle olive, fino a locali di affinatura di saporiti formaggi.
Da assaggiare il tipico Caciocavallo Podolico, dall’aroma duro e persistente e dal sapore pieno e pastoso, si lascia stagionare in grotta, anche per più di due anni, al termine dei quali è ricoperto di muffe sotto le quali la pelle è dura e lucente e la pasta compatta. La cittadina vanta anche la produzione di olio biologico e di oliva ravece DOP, dal sapore leggermente piccante e dalle qualità organolettiche straordinarie. Altra tradizione tipica del paese è la lavorazione della pasta fresca fatta a mano, la cosiddetta past accattat: diversi i tipi di pasta realizzati, tra cui maccheroni, cavatelli, gnocchetti, fusilli e orecchiette.