Il Centro Studi Tci realizza da otto anni l’Osservatorio vacanze per capire come cambiano i comportamenti di viaggio degli italiani. Tra l’1 e il 3 giugno scorsi è stata realizzata una survey on line con la nostra community composta da più di 300mila persone per cogliere le tendenze dell’estate 2020 dopo la pandemia di coronavirus che ha colpito il Paese. Sono stati analizzati i risultati di oltre 3.500 questionari.
 
Cosa preoccupa di più nel fare turismo?
La fase 3 da poco iniziata permette nuovamente agli italiani di muoversi in libertà all’interno del Paese e di poter finalmente ricominciare a viaggiare. Qual è però lo spirito con cui si approcceranno al turismo? Per capirlo abbiamo chiesto loro di indicarci su una scala da 1 (basso) a 5 (elevato) il livello di rischio percepito in alcune situazioni (Figura 1). Prendere l’aereo è la cosa che mette oggi in allerta le persone (punteggio di 3,5), seguito a pari merito dal trascorrere una vacanza all’interno di un villaggio turistico e dal prendere il treno (3,3). Il tema dei mezzi di trasporto collettivi è dunque ancora molto sentito, anche se la percezione del rischio, rispetto a un’analoga survey fatta a fine febbraio prima del lockdown, restituisce punteggi meno polarizzati (la “pericolosità” allora era stata valutata pari a 4).
Un po’ più sicuro appare il soggiorno in campeggio (3,2) e soprattutto in hotel (2,9).
Viaggiare con gli amici, andare al ristorante o soggiornare in un B&B o in agriturismo desta qualche preoccupazione ma di entità piuttosto contenuta (2,8) mentre nei musei la percezione è di una certa tranquillità (2,3, il punteggio più basso assegnato).

 

Una community di viaggiatori, nonostante tutto
La community Touring ha sempre dimostrato in modo evidente la sua forte vocazione al viaggio: storicamente, oltre il 90% si è concessa in questi anni almeno una vacanza nel periodo giugno-settembre. Nell’estate 2020, la situazione è chiaramente diversa ma sembra esserci comunque un certo ottimismo (Figura 2). Quasi la metà dei rispondenti (49%) afferma infatti che farà un viaggio (“sicuramente sì”) mentre un altro 32% lo farà “probabilmente”. Chi ha già scelto di restare certamente a casa è una quota tutto sommato residua (5%) mentre circa il 13% ha risposto “probabilmente no”. Nel complesso, dunque, il 71% della community Touring ha un atteggiamento positivo nei confronti dell’estate mentre il 29% è rinunciatario. Le ragioni sono chiare: chi “sicuramente” o “probabilmente” starà a casa lo farà perché non intravede ancora le condizioni di sicurezza per viaggiare (67%).

 

 

Italia per tutti
L’Italia è da sempre la metà preferita delle vacanze estive dei nostri connazionali e quest’anno ancora di più. Se di solito il rapporto Italia-estero espresso dalla nostra community era di circa 60-40, nell’estate 2020 si registra una polarizzazione molto più forte: il 94% infatti sceglierà una destinazione domestica rispetto a una quota residuale (6%) che andrà all’estero.
Varcare i confini regionali per trascorrere le vacanze estive sarà il comportamento più frequente (68%), anche se non manca chi ha deciso di restare all’interno della regione di residenza (13%), probabilmente per una questione di sicurezza. Rimane una quota non irrilevante (18%) di chi non ha ancora scelto, cosa che fa pensare che l’estate si giocherà molto sulle scelte dell’ultimo minuto (Figura 3).
 

 
Voglia di mare e di luoghi poco affollati
Come era prevedibile, la ripresa dopo la pandemia ha avuto un certo impatto sulle preferenze degli italiani (Figura 4): se il mare resta irrinunciabile in estate (46%), vola letteralmente la montagna (30%) – lo scorso anno era stata scelta solo dal 17% delle persone – mentre crollano le città d’arte che passano dal 23% del 2019 all’8% di quest’estate: molto probabilmente il timore dell’overtourism scoraggia buona parte dei visitatori. Altro dato significativo è che le aree interne con i loro borghi registrano un gradimento elevato: 9%, rispetto al 6% dello scorso anno, un dato che per la prima volta supera quello delle città d’arte.

 


 
Si cercano luoghi tranquilli, ma senza psicosi
Il dato più eclatante, che riguarda tutte le tipologie di destinazione, è che la stragrande maggioranza degli italiani punta a luoghi poco affollati per le vacanze 2020 (76%). Dunque, le abitudini si adeguano alla situazione contingente, ma senza particolari preoccupazioni: solo il 24% verificherà se nei dintorni della località di vacanza ci sono strutture sanitarie e il 48% dichiara che si baserà sull’indice di contagio regionale per decidere dove andare.
 
Come cambia la scelta delle esperienze da fare
Se si mantengono pressoché costanti coloro che decidono di andare in hotel/villaggio (45%), cresce notevolmente il numero di chi opta per stanze, appartamenti, case in affitto o seconde case (quest’anno 50%, contro il 36% del 2019).
Una quota contenuta, ma non irrilevante, di persone sembra disposta per le vacanze 2020 a considerare soluzioni di viaggio diverse dal solito: il 22% crede che sia venuto il momento di organizzare un viaggio itinerante a piedi o in bicicletta, il 17% sta valutando una vacanza in camper e il 15% un’esperienza di campeggio dopo tanto tempo.
Cosa renderà piacevoli le vacanze dell’estate 2020?
“Rispetto” è la parola che più tranquillizza e che quindi è in grado di far passare agli italiani delle vacanze piacevoli. Il 70% dei rispondenti, infatti, dichiara che la certezza che le diverse regole di protezione sanitaria siano rispettate scrupolosamente da turisti e operatori in tutti i luoghi è la migliore garanzia di serenità, anche se ciò potrà causare qualche disagio.
 
File e pazienza
Da ultimo, la maggioranza (58%) pensa che andrà meno frequentemente del passato al ristorante e una quota superiore (64%) è convinta che per le prossime vacanze bisognerà armarsi di molta pazienza perché ci saranno file da fare un po’ ovunque.