Sei grandi associazioni nazionali chiedono che si approvi quanto prima una legge efficace in materia di consumo del suolo e rigenerazione urbana e, a questo scopo, indicano i punti qualificanti e irrinunciabili, per migliorare il testo che il prossimo mese andrà all’esame dell’Aula alla Camera dei Deputati.
Fai, Legambiente, Lipu, Slow Food Italia, Touring Club Italiano e Wwf  inviano, alla vigilia del confronto promosso l’1 febbraio dai deputati Mario Catania e Pippo Civati nella Sala stampa di Montecitorio, un documento in cui si illustrano ai relatori del provvedimento nelle Commissioni riunite e ai capigruppo della Camera alcuni emendamenti migliorativi al nuovo testo unificato del disegno di legge “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato” (proposto dai relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio nell’ottobre 2015 nelle Commissione Ambiente e Agricoltura  unificate). Emendamenti che rispondono all’esigenza di dotare il Paese di una normativa efficace e moderna, migliorando il testo all’esame della Camera, come richiesto anche dall’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con un proprio documento il 15 dicembre scorso, condiviso nella sua impostazione dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati. 

Le associazioni chiedono con i loro emendamenti ai parlamentari di attenersi ai seguenti principi ispiratori, irrinunciabili:
1. evitare che le definizioni contenute nel provvedimento favoriscano nuovo consumo di suolo (a cominciare da quelle relative al “consumo del suolo”, alla “superficie agricola naturale e seminaturale”, alla “impermeabilizzazione” e alla “area urbanizzata”);
2. armonizzare il testo con i principi e criteri della Delega Appalti, che prevede il superamento del Programma delle infrastrutture strategiche (attraverso un’attenta selezione delle opere);
3. rendere davvero efficace il censimento delle aree e degli edifici dismessi (che deve diventare obbligatorio, in modo da spingere i Comuni al recupero e riqualificazione di edifici e aree dismesse piuttosto che consumare nuovi suoli);
4. migliorare la delega al Governo sulla rigenerazione urbana (prevedendo un coordinamento e un’armonizzazione delle norme e procedure nazionali e regionali);
5. evitare il rischio di sub-urbanizzazione del territorio che potrebbe essere favorito dai cosiddetti Compendi agricoli neorurali periurbani (grazie a cambiamenti di destinazioni d’uso consentiti che favoriscono l’insediamento di attività improprie amministrative o turistico-ricettive);
6. fare in modo che il periodo transitorio per la piena applicazione della nuova legge non sia una sanatoria di tutte le previsioni anche solo enunciate (evitando che siano fatti salvi i piani urbanistici anche solo adottati e non approvati).
E’ previsto a marzo il voto in Aula alla Camera sul testo (per poi andare all’esame del Senato), ad oltre tre anni da quando l’allora Ministro dell'Agricoltura Catania presentò in Consiglio dei Ministri un provvedimento in materia di contenimento del consumo di suolo.
Il risultato di questi mesi di discussione presenta, infatti, ancora alcune criticità che possono essere superate consentendo così che la nuova normativa produca un cambiamento sostanziale nelle forme di intervento sul territorio. Le Associazioni chiedono che vengano mantenuti e rafforzati gli aspetti innovativi del disegno di legge in discussione ora alla Camera, come per esempio: il suolo inteso come risorsa non rinnovabile e bene comune, il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d'uso per le superfici agricole, che hanno beneficiato di aiuti dall'Unione europea, l’introduzione di obiettivi di tutela del suolo e di rigenerazione urbana, fino ad oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento.