«Il trattino emiliano-romagnolo non è un capriccio burocratico ma è come se rappresentasse la Via Emilia» spiega Giorgio Falco nell’introduzione alla nuova edizione della Guida Verde Touring Emilia Romagna. Uno spazio fluido, in continuo movimento, un nastro che dai colli piacentini attraversa in diagonale la regione dove l’accoglienza è un principio primo, un concetto esistenziale prima ancora che turistico. Qualcosa di cui prima o poi si fa “esperienza”. Parma, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna sono i gioielli urbani che introducono a quella lunga striscia di terra e acqua che dal confine con il Veneto arriva a lambire le Marche: il Delta del Po e la Riviera romagnola, le perle adriatiche narrate in chiaroscuro, il volo degli aironi e la malinconia delle raffinerie in disuso, la Rimini in spolvero per il centenario di Fellini e la pressione ambientale della grande fabbrica dell’intrattenimento.
Dopo Rimini e il centenario fellinianovi proponiamo un secondo Percorso d'autore tra i molti che arricchiscono la nuova Guida Verde Emilia Romagna, a cui Falco, scrittore che nei suoi romanzi e nella guida ha disseminato pillole di antropologia turistica contemporanea, ha dato il suo prezioso contributo. È sua questa digressione dalla Fidenza crocevia dello shopping. L'invito è di scoprire la cittadina nella identità più autentica, tappa di antichi pellegrinaggi e custode di misteriosa bellezza.
 
Fidenza, la Cattedrale / foto Getty Images
Fidenza: San Donnino e i pellegrini dell’outlet
 

A metà strada tra Milano e Bologna. Non è solo una collocazione topografica, ma è anche lo slogan di un noto polo commerciale ubicato all’uscita del casello autostradale dell’A1, a Fidenza. Nulla di male nel trascorrere alcune ore in questo ex angolo di terra agricola ora adibito a centro per la moda a prezzo di saldo. E tuttavia il problema sorge qualora, per un milanese o per un bolognese, ripetere andiamo a Fidenza significhi esclusivamente imboccare l’autostrada, guidare per un’ora, uscire al casello, immettersi nella rotonda, parcheggiare, comprare, tornare a casa.
Considerare Fidenza soltanto in questo modo sarebbe limitante. Infatti, a differenza di altri outlet sparsi nel territorio italiano – centri del consumo costruiti in luoghi decentrati che poco o nulla possono offrire al cliente deciso a trasformarsi in potenziale visitatore – Fidenza ha alcuni notevoli angoli da visitare. È sufficiente lasciare l’outlet, seguire la Strada provinciale 12 che conduce verso il centro cittadino. Dopo ore passate tra abiti, scarpe e accessori, la contemplazione della cattedrale romanica di San Donnino, in piazza Duomo, risulta un’esperienza ancora più coinvolgente e straniante.
Fidenza, particolare della Cattedrale di San Donnino / Getty Images
La cattedrale, se nel medioevo accoglieva i pellegrini che camminavano lungo la Via Francigena, adesso è pronta a ricevere anche i pellegrini dell’outlet. Davanti all’ingresso, siamo accolti da due leoni distesi sui rispettivi basamenti ai lati del portone centrale, basamenti che sanciscono la forza delle due fiere: il leone alla sinistra dell’ingresso (nella foto in basso) – la bocca schiusa, sdentata, lo sguardo illeggibile, come se fosse lo sguardo di un leone cieco – sta uccidendo uno strano essere, per metà drago e per metà serpente; il leone alla destra dell’ingresso sta uccidendo un giovane bovino. Entrambi i leoni sorreggono due colonne. È un piacere indugiare all’esterno per ammirare le lavorazioni della facciata, bassorilievi e piccole statue che si propongono ora con intenti didascalici – la storia del martire Donnino –, ora con intenti più criptici – Elia portato in cielo su un carro di fuoco – ma non meno luminosi. Le sculture sono di Benedetto Antelami e del suo gruppo di discepoli.


Fidenza, particolare della Cattedrale di San Donnino / Getty Images​

Oltre alla visita della chiesa, è consigliabile un piccolo sforzo aggiuntivo, ovvero il Museo del Duomo, dove è conservata una splendida Madonna in trono con Bambino del XII-XIII secolo. Attribuita allo stesso Antelami, è una Madonna arcigna, imponente, quasi maschile, distante dall’idea con la quale siamo abituati a identificare questo personaggio sacro. Spicca massiccia, come se fosse lei stessa un trono. La mano destra della Madonna è mozzata, ma questo non toglie nulla, anzi, lo sguardo del Bambino pare rivolto proprio verso la mutilazione, come se il Bambino sapesse fin dalla nascita quale sarà il suo destino, il destino di tutti noi. Del resto, anche una parte del suo volto si è staccata, all’inizio del Novecento. Cosa teneva in mano, la Madonna? Un libro? Un fiore? Una piccola croce? Un paio di sandali in cuoio, simili a quelli in vendita all’outlet? Difficile dirlo. Ma è facile rimanere incantati dall’armonia dell’opera, da quella dolorosa assenza che ne è ormai parte integrante.
 
Le Guide Verdi del Touring Club Italiano possono essere considerate nuovamente pionieristiche, oltre mezzo secolo dopo la loro fondazione. Partendo dal rifiuto di ingabbiare il mondo in una lingua che lo descriva a priori, hanno aperto a un turismo a tutto campo (dall’enogastronomia stellata al cibo di strada, dal trekking al cicloturismo, dalle sagre di paese al grande cinema, alla musica, al teatro) e soprattutto allo storytelling, chiamando giornalisti e autori della narrativa contemporanea a smarcarsi dalle icone, raccontando storie, territori e città, mescolando geografia e immaginazione, autobiografia e fiction.
 
GUIDA VERDE EMILIA ROMAGNA
Pagine: 384
Anno edizione: 2020