Una mostra, uno sguardo su un artista poliedrico e insieme un'occasione per scoprire o ri-scoprire uno dei gioielli nascosti di Milano, la Casa Museo Boschi Di Stefano, luogo Aperti per Voi grazie ai soci volontari Touring. Dal 31 marzo all’11 giugno negli spazi della Scuola di ceramica della palazzina storica di via Giorgio Jan 15, a pochi passi da corso Buenos Aires, sono allestite le opere del pittore veronese Renato Birolli (1905-1959). "Dalla matita al pennello" è un viaggio artistico attraverso più di sessanta lavori, in un dialogo tra ricerca grafica e sperimentazione pittorica: dalla matita al pennello, dalla carta alla tela, dalle arcadie inquiete di Eden e Caos ai celebri Incendi delle Cinque Terre.
L’esposizione è anche l’occasione per apprezzare la straordinaria collezione donata al Comune di Milano dai coniugi Antonio e Marieda Boschi Di Stefano: se alcune opere sono infatti sempre visibili nella Casa Museo, altre per mancanza di spazio rimangono nei depositi. Ecco allora che periodicamente i curatori, in questo caso Viviana Birolli e Paolo Rusconi, organizzano percorsi di approfondimento. Protagonista della pittura italiana del Novecento, Birolli ha segnato tre decenni del dibattito artistico italiano con la sua opera pittorica e la sua attività critica.
Renato Birolli, Il caos (n. 2), 1937, olio su tela, Milano, Casa Museo Boschi Di Stefano / © Comune di Milano
 
SESSANTA OPERE TRA GRAFICA E PITTURA
La mostra attraversa l’intera traiettoria creativa dell’artista, concentrandosi sul rapporto tra grafica e pittura, con particolare attenzione al ruolo del disegno: dalla figurazione trasognata e visionaria degli anni Trenta all’astrattismo gestuale di matrice naturalistica degli Incendi degli anni Cinquanta, dalle prime mostre milanesi alla consacrazione internazionale.
La mostra si articola in quattro nuclei tematici principali, organizzati lungo l’asse cronologico: la “linea poetica” degli anni della reazione ai dogmi pittorici novecentisti e di regime (1930-1937); la “linea politica” degli anni di “Corrente” e della Resistenza (1938-1946); “forma-colore” e “materiaenergia” degli anni del Fronte Nuovo delle Arti, del Gruppo degli Otto e del lirismo astratto dominato dal magistero del colore (1950-1959). L’accostamento di oli su tela e di opere su carta (disegni, inchiostri, pastelli, acquerelli) offre una prospettiva inedita di lettura della parabola del pittore e una chiave d’accesso privilegiata all’intimità del suo atelier.
Renato Birolli, Contadini con forconi (Studio per metamorfosi), 1935, Milano, collezione privata / Courtesy Archivio Renato Birolli)
Se dell’artista è infatti nota l’acuta sensibilità cromatica che ne contraddistingue la ricerca pittorica, meno conosciuta è l’importanza del disegno e della grafica: la sperimentazione grafica riveste nondimeno un doppio ruolo cruciale, di esplorazione del reale e di prospezione plastica, lungo l’intero iter creativo del pittore. Il tessuto cromatico denso dei pastelli del 1935 (Figure nel bosco) e il tratto nervoso dei gruppi di figure dei disegni del 1936 (Studio per la vita felice; Gli uomini che giocano con la luna) prefigurano il dissolversi della linea nel dinamismo del colore di Eden e Caos, entrambe del 1937.

Le cromie secche e brutali dei Disegni della Resistenza (1944) accompagnano i ritratti “contadini” degli anni Quaranta, testimonianze della quotidianità del pittore nelle campagne lombarde ma anche denunce della brutalità della guerra. I rapidi tratti d’inchiostro acquarellato dei pescatori e delle pescatrici di Porto Buso (1950) e Bocca di Magra (1951) sono invece il primo “presagio di forma” delle “storie di terra e di mare” che trovano un’eco internazionale alla Catherine Viviano Gallery di New York (1951, 1955, 1958).

Renato Birolli, Il mondo è verde, 1957, Milano, collezione privata / Courtesy Archivio Renato Birolli
"BOSCHI - DI STEFANO", UNA STORIA MENEGHINA
La mostra è un ottimo pretesto per visitare anche il secondo piano della palazzina, dove ha sede Casa Museo Boschi Di Stefano, un luogo che ogni milanese (e ogni turista in visita a Milano) dovrebbe visitare almeno una volta nella vita. Qui si incontra una storia tutta meneghina: quella di una famiglia che amava circondarsi di cose belle, di una coppia di coniugi che volevano respirare arte ogni giorno della loro vita, di una passione che ha portato in dote alla città un patrimonio invidiabile di capolavori del Novecento.
I coniugi non solo compravano secondo le loro possibilità, ma erano anche amici e mecenati di molti artisti. E avevano ereditato le opere acquistate da Francesco, il papà di Marieda, a sua volta collezionista. I gladiatori di De Chirico. I "concetti spaziali" di Fontana. Nature morte di Morandi. Spazi metafisici di Sironi. Una splendida Annunciazione di Savinio, consacrata a simbolo della collezione. A differenza di altre raccolte, ci sono veri e propri "cluster" di un solo artista. Ma non è tanto (o soltanto) la singola opera ad attirare l'attenzione: è il loro insieme. Nulla è lasciato al caso, dai pavimenti ai lampadari tutto trasuda armonia.

Casa Museo Boschi Di Stefano - foto Alberto Lagomaggiore


Casa Museo Boschi Di Stefano - foto Alberto Lagomaggiore

INFORMAZIONI
“Dalla matita al pennello” - Renato Birolli nella Collezione Boschi Di Stefano 
31 marzo - 11 giugno 2023
Casa Museo Boschi Di Stefano - Via Giorgio Jan 15, Milano

Apertura: da martedì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 17.30. Ultimo ingresso ore 17. L'ingresso è gratuito.
Grazie alla generosità dell’Archivio Renato Birolli, il percorso di visita è completato da un corredo fotografico e da risorse documentarie accessibili online.
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