Un Bracco parla poco, l’altra troppo. Due modi di essere piemontesi e di dimostrare il proprio amore per la terra. E per il vino. Lui, Giovanni Bracco, presidente della cantina sociale Clavesana dal 1987, è taciturno e laconico. Tiene tutto sott’occhio, a volte annuisce, altre scuote la testa e solo quando serve, interviene.
Lei, Anna Bracco (e non sono nemmeno parenti), direttore della cantina, parla continuamente ma ha tanto da raccontare – il dolcetto, la cantina, il paese, le Langhe, l’amore per tutto questo. E la parole che dice più spesso è “grazie”.
Poi c’è Otto, un bracco di quasi due anni. Cane da caccia toscanissimo, non parla, non abbaia, fiuta il vento e punta il bollito, perché siamo a Carrù (Cuneo), la patria del bollito, la casa della Fiera del bue grasso. Un luogo strano dove tutti amano il manzo eppure lo mangiano, dove il brodo di carne non manca mai, nemmeno alla prima colazione (una tradizione antica, all’occasione ripresa). Dove la brina è parte integrante del paesaggio, dove le chiese ospitano convegni sull’agricoltura e concerti jazz, dove (r)esiste l’unico Comizio Agrario d’Italia, fondato da Camillo Benso di Cavour, dove il Museo della razza piemontese è uno dei luoghi più moderni e coinvolgenti che ci siano.
Infine, dove accanto alla porta della cantina sociale Clavesana c’è il bancomat, che non si sa mai. La cantina che raccoglie oltre 300 viticoltori, conferenti come si dice in gergo, che portano le loro uve a realizzare 1 milione e 800mila di bottiglie l’anno. Barbera, barolo, un poco di chardonnay (eccellente) e soprattutto, dolcetto. Anzi, Dogliani.
L’uva simbolo di questo territorio è di recente confluita in un’unica docg, e quello che prima era “dolcetto di Dogliani Superiore” ora è “Dogliani”, sic et simpliciter. Il vino è rimasto lo stesso: rosso rubino intenso, fruttato, giovane (ma da 13.5 °C), di buona acidità, leggermente tanninico al finale. È cambiato il nome ma il dolcetto è rimasto lo stesso: onesto, sincero, senza fronzoli. Qualcuno mi dice: «Noi non mettiamo i tacchi al vino». Ci siamo capiti.
Scarpe basse per tutti, dunque. Per Gisella, argentina, tornata con il marito in Italia, qui, nelle Langhe, dove sono nati i suoi nonni, per fare gli agricoltori.
Per Roberta, che vive da sola in una cascina a Baroldo e cerca braccianti per coltivare i suoi 18 ettari. Fanno parte del progetto TerreOriginali, nato per mappare il territorio e soprattutto recuperarlo, sostenendo microaziende giovani. Nella stessa cantina sociale di Clavesana, l’unico gigante, tecnici, agronomi ed enologi sono under 30.
In questi primi anni di lavoro, TerreOriginali ha accolto e sostenuto otto progetti. Tutti agricoli, tutti legati alla biodiversità. qualcuno produce il miele, qulacuno coltiva bacche di goji. Nessuno è viticoltore, nessuno è allevatore. I due Bracco, Giovanni e Anna, concordano. Fatica. Troppa. È un lavoro che spezza le schiene e le volontà. A volte anche la passione non basta. Eppure c’è un ritorno alla terra, a questa terra. Lento ma inesorabile.
Beppe Cravero, patron del ristorante Il Vascello d’Oro, spiega che l’insalata di nervetti si sganassa. Per questo si mangia a inizio pasto. E spiega: muovi le mascelle (ganasce), ti aumenta la salivazione, ti sale l’appetito. Vero.
Poi porta in tavola il bollito e lo presenta. Sette tagli di carne, sei salse (tra queste, la superba bagna cauda). Le regole di preparazione sono chiare, codificate, ineludibili. Lui ne parla come fosse l’inizio di una festa. Con l’entusiasmo del neopapà che mostra il figlio appena nato. Quello è il suo bollito, lo fa da sempre. È parte della sua storia, della sua famiglia.
I due Bracco lo sanno bene, e l’ha capito perfino il bracco numero 3, Otto. Forse gli arriverà un pezzo.
Oggi a Carrù è festa per tutti.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Dormire e mangiare

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In particolare vi consigliamo:
- Il vascello d’oro, via San Giuseppe 9, Carrù (Cuneo), dal 1887 il tempio del bollito di Beppe Cravero e famiglia. Ristorante con camere.
- Agriturismo Il Palazzetto, borgata Palazzetto, Clavesana (Cn). Tradizione e calore in un ex convento del Seicento completamente ristrutturato.
- Agriturismo San Martino (nella foto sotto), frazione San Martino 5, Clavesana (Cn). Una piccola corte, isolata, dove trascorrere il più romantico dei weekend.
Da vedere
- Cantina Clavesana, Clavesana, frazione Madonna della neve. Per acquisti e degustazioni.
-Casa Museo della razza Bovina Piemontese, Strada Trinita' 31/L, Carrù (Cn). Consigliatissima al termine della visita una degustazione di carne fassona - ovviamente su prenotazione.
Informazioni pratiche
- Informazioni generali sul sito web della Regione, www.piemonteitalia.eu
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