Sette piccoli itinerari, da percorrere a piedi o in bicicletta. Nessun cronometro se non quello interiore che ci fa muovere al ritmo che asseconda il nostro respiro. Sette occasioni per capire che fermarsi è un piacere, più che un dovere. È il nostro modo di muoverci nel paesaggio che in Italia è cangiante e mutevole come le decisioni che si prendono in un cammino. Dai confini alpini agli arcipelaghi, con un incrocio nel verde dell’Appennino umbro.
1. IN UMBRIA, TRA SPELLO ED ASSISI
Lo chiamano il cuore verde d’Italia e in effetti non si esagera. A piedi o in bicicletta, attraversare un paesaggio umbro può valere una intensa seduta di cromoterapia green. La nostra proposta prende spunto da un percorso che abbiamo fatto in bicicletta, tra i Comuni di Spello, Montefalco e Bevagna. Il punto di partenza è uno dei gioielli del centro Italia, ormai conosciuto anche oltreconfine. Spello non solo è oggettivamente un incanto tra medioevo e rinascimento, ma vanta capolavori come la rinascimentale cappella Baglioni affrescata dal Pinturicchio, come la Villa romana dei mosaici e poi piccoli tesori come la biblioteca del Palazzo comunale vecchio.
Spello vanta anche la Bandiera arancione del Tci, perfetta anche per indicare idealmente il punto di partenza di un itinerario ciclabile. Per esempio pedalando con le e-bike in un paesaggio tipicamente italiano, passando dal monastero di Vallegloria da porta Montanara verso la frazione di Collepino. Pochi metri e la strada è subito immersa in un mare di ulivi: le colline del monte Subasio da una parte, le cime dei Sibillini dall’altra, in lontananza. Oppure proseguendo verso Bevagna e salendo a Montefalco. Leggete l'itinerario dettagliato per saperne di più!
Per saperne di più:
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- la scheda dedicata a Spello sul sito Bandiere arancioni


Collepino/foto Brambilla

2. IN FRIULI, SULLA CICLOVIA DELL’ALPE ADRIA
Per gli amanti della bicicletta, il percorso che passa dall’Austria in Friuli Venezia Giulia sulla pista ciclabile Alpe Adria è davvero uno dei più affascinanti. La ciclovia premiata come la più bella del 2018 permette di pedalare in una settimana (o più giorni, a seconda delle abilità) da Salisburgo a Grado. In Italia il percorso si snoda in parte sul tracciato della vecchia linea ferroviaria dismessa e da Tarvisio tocca Gemona, Udine, Aquileia e infine Grado sul mare Adriatico. 

Qualche suggestione per farvi venire voglia: si pedala nella più grande foresta demaniale d’Italia, sul sedime della vecchia ferrovia dismessa, tra abeti monumentali e profumi intensi; si ammira l’Orrido dello Slizza, dove l’omonimo torrente scava una profonda gola, molto suggestiva e facilmente fruibile con dei pontili in legno; ci si rinfresca con le acque del fiume Fella e la cascata del Rio Cadramazzo; si vista l’abitato di Venzone, Bandiera arancione Tci, con il suo Parco delle Farfalle e la toccante esposizione permanente “Frammenti di storia”, che testimonia e documenta la  tragedia del sisma del 1976.

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Le cascate del Rio Cadramazzo /foto Zironi
3. IN SICILIA, UN TREKKING SULLO STROMBOLI
Avvicinare Iddu - ovvero il maestoso vulcano Stromboli, nelle isole Eolie - è un po’ come esplorare timidamente il corpaccione di un animale enorme e burbero. Per raggiungere quota 926 è d’obbligo l’accompagnamento di una guida; a San Vincenzo sono più di una le associazioni che organizzano andate e ritorno, diurne e anche notturne, fornendo tutto il necessario per vivere in sicurezza un’esperienza indimenticabile.
Più o meno vanno calcolate tre ore e due soste, in cui le guide daranno un’infarinatura di storia, geologia e vi “spiegheranno” il panorama, che nelle giornate terse è da pelle d’oca (i fortunati vedranno anche l’Etna). Imprevedibile l’intensità delle esplosioni e la loro frequenza, che ritmano l’ascesa fino al Pizzo, un anfiteatro unico al mondo da cui ammirare le bocche di fuoco. Se l’attesa è ripagata, vedrete uno spettacolo difficile da dimenticare. (n.d.a. la discesa è uno spasso, si scollina scendendo a scavezzacollo affondando tra la cenere lavica).

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4. PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO, AL PIANO DEL NIVOLET
Luglio è il mese ideale per camminare in montagna in alta quota. La neve si è ormai sciolta, il tempo è abbastanza stabile e la flora ha il suo momento di massimo splendore. Con il progetto A piedi tra le nuvole, il Parco nazionale del Gran Paradiso promuove da oltre 15 anni una mobilità dolce, grazie alla regolamentazione del traffico auto privato lungo la strada che sale al Colle del Nivolet, al fine di favorire chi cammina a piedi o va in bici.
Siamo ina una bellissima zona accessibile da Ceresole Reale, nel Torinese. Gli escursionisti hanno la possibilità di scegliere come percorrere la carrozzabile che conduce al Nivolet su mezzi alternativi alle auto (queste possono essere parcheggiate a Serrù, Villa, Chiapili e Ceresole Reale). Per i più pigri o per chi si sposta con i bambini, è a disposizione un comodo servizio di navette, mentre i più sportivi possono salire al colle a piedi (magari in compagnia delle Guide del Parco), in bicicletta (le due ruote si possono noleggiare presso il Camping Villa di Ceresole Reale) e persino a cavallo! In poche parole: il piano del Nivolet diventa un vero e proprio paradiso del turismo lento. Approfittatene!
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Sul col de Nivolet /oto Fernando Delmastro - archivio Pngp
5. VAL DI FASSA, NELLA VALLE SAN NICOLO’
Passiamo in Trentino, per proporvi un percorso da seguire in mountain bike o a piedi. È una magnifica escursione in un ramo della val di Fassa, la val San Nicolò. Ci si avvicina partendo dal comune di Pozza di Fassa e passo dopo passo, o pedalata dopo pedalata si viene conquistati da un paesaggio quasi fiabesco.
Basta alzare lo sguardo per vedere un’infilata di montagne dolomitiche che insieme formano il gruppo del Catinaccio. Si divide la strada con coppie, anziani, e tante famiglie con bambini che passeggiano e si godono la natura che si rimette in moto, I prati si allargano punteggiati qua e là da malghe e baite e sopra di noi spuntano montagne imponenti: Cima Undici e Cima Dodici, il Gruppo dei Monzoni, la Costabella, Cima Uomo e Col Ombert. A rendere il paesaggio ancora più fiabesco tante piccole cascate che vanno a riempire il pulitissimo rio San Nicolò. Che cosa aspettate?
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6. PUGLIA, LE TREMITI E IL GIRO DELL’ISOLA  DI SAN DOMINO
Le Tremiti, riserva naturale marina, parco nazionale del Gargano, perle in un mare ancora incontaminato e ricco di fauna. Le si scopre quasi in silenzio. Qui i mezzi a motore sono banditi.  In un arcipelago di cinque piccole isole, San Domino, è l’isola più estesa, e probabilmente più adatta a un trekking dolce. Interamente coperta di macchia mediterranea, ha una sola spiaggia di sabbia, cala delle Arene, dietro al porto, e diverse calette rocciose, molto piccole. La più grande è cala degli Inglesi, è all’interno del Villaggio Tci. Le distanze sono contenute ma sebbene dal porto al centro del paese bastano 20 minuti (in salita) e 15 in discesa, per andare da un estremo all’altro ci si impiega più di un’ora, sforzo premiato da un percorso ombreggiato al profumo dei pini d’Aleppo.

Una prospettiva che merita una “navigazione slow” è  il periplo dell’isola in barca. Solo così è possibile ammirare le numerose piccole grotte come la Grotta del Bue Marino, profonda 70 metri e sovrastata da alte rupi, che deve il nome dalle foche monache che qui sostavano; la Grotta delle Viole, il cui nome deriva dalla colorazione rosso violacea delle alghe calcaree che tappezzano le pareti sommerse della stessa; la Grotta del Coccodrillo, ma anche alcune curiose formazioni rocciose come lo scoglio dell’Elefante e i bellissimi Pagliai, a pochi minuti dal porto verso nord ma le cui minuscole spiagge sono raggiungibili solo via mare.

Per saperne di più:
Isole Tremiti, San Domino, un'escursione a Punta Secca /foto Tci
7. SARDEGNA, LA MADDALENA SULLA VIA PANORAMICA
È da mettere in cima alla lista quello che si può definire il classico giro di La Maddalena, sulla costa nordoccidentale sarda e sede di un bellissimo e isolato Villaggio di proprietà Touring. Ma come spesso accade i classici sono tali perché sono imprescindibili. Vi sentirete immersi in una specie di olfattorio, con il vento che miscela i sentori del mare ai profumi di ginepri e lentischi. L’altro senso davvero sovraeccitato è la vista, che può spaziare fino all’orizzonte.
Se si segue la strada in senso antiorario si incontra nel primo tratto il Museo Nino Lamboglia, inaugurato nel 1982 e dedicato all’archeologia sottomarina. Nel museo sono raccolti i reperti di una nave romana naufragata nel 120 a.C. presso l'isola di Spargi e altri recuperati nelle acque dell'arcipelago. La spiaggia Monte d’Arena si raggiunge seguendo la strada panoramica in direzione di Spalmatore. Poco prima di Punta Cannone si raggiunge questa spiaggia di sabbia chiara dal mare davvero trasparente. La spiaggia Bassa Trinità è nei pressi della frazione di Case Ornano. Per scendere in spiaggia si percorrono quasi cinquecento metri, fatica premiata da sabbia caraibica e mare turchese, tutt’intorno le tipiche formazioni rocce della Gallura.
La spiaggia Testa del Polpo rimanda alla suggestiva roccia che la domina. Sulle rocce di granito rosa e il mare trasparente regalano giochi di luce tra le acque trasparenti. Ultima, ma non in quanto a fascino è Cala Spalmatore. Protetta dai venti da due promontori, Il litorale di sabbia bianca digrada dolcemente in un mare trasparente, un richiamo irresistibile non solo per i più piccoli.
Per saperne di più:
La Maddalena, sulla strada panoramica /thinkstock