Da diversi anni, Touring Club Italiano mette a disposizione delle aziende la propria esperienza per concretizzare partnership efficaci che abbiano impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie a iniziative di volontariato di impresa. Negli anni scorsi i dipendenti di diverse aziende, affiancati dai soci volontari del Touring Club Italiano, hanno accolto cittadini e turisti nei luoghi Aperti per Voi; negli ultimi mesi, invece, per far fronte alla pandemia, è stato ideato un volontariato di impresa “social". 
 
A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di dicembre 2020, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori. 

Ecco il contributo di Luca Zecchini; tutti gli altri li potete trovare a questo link.

IL GARGANO, FINALMENTE
di Luca Zecchini

Da ragazzo, quando iniziavo a muovermi finalmente in autonomia con la mia macchina e i miei amici, una delle mete gettonate da visitare era l’allora “esotico” Gargano, una terra che alla fine degli anni Ottanta era già sinonimo di mare spettacolare, spiagge e calette, paesini arroccati e che per noi, che abitavamo in Emilia, abituati al nostro Adriatico, era “lontana” e sembrava quasi irraggiungibile (allora il Salento non era ancora di moda...).

Tante volte, a quei tempi, abbiamo pensato “dai andiamo in Gargano” ma poi si rimandava sempre all’anno dopo, c’era sempre qualche altra meta più esotica, più affascinante nella nostra mente e gli anni sono passati senza che mai prendessimo una decisione. Poi è arrivato il Covid-19, il lungo lockdown, la voglia di uscire dopo tre mesi chiusi tra le mura di casa e allora, dopo varie vacanze all’estero e in altre zone d’Italia, nel 2020 abbiamo detto “dai andiamo in Gargano” riuscendo finalmente a visitare questo promontorio e facendoci conquistare dalle sue bellezze, dalla sua gente e dai suoi paesaggi.

Arrivando da nord, la prima tappa del Gargano sono i laghi di Lesina e di Varano. Lesina si stava risvegliando dal lockdown: pochi negozi e ristoranti aperti, il lungolago sferzato dal vento in arrivo dal mare, le acque del lago che quel giorno aveva il colore della sabbia, le barche ormeggiate nei pressi della riva in attesa di uscire per la pesca. 



Lago di Lesina - foto Luca Zecchini​

Ci siamo poi avviati verso Peschici lungo la SS693 e qui gli occhi hanno potuto scoprire i contrasti di questo territorio: alla nostra destra i verdi e i gialli dei campi, le grosse balle di fieno abbandonate ad asciugarsi ai raggi di sole di inizio estate, con i parchi eolici sullo sfondo; a sinistra il lago, la striscia di terra che lo divide dal blu del mare. Impossibile non fermarsi un attimo e per uno come me, amante della fotografia, non fare qualche scatto per avere poi il tempo di riguardarlo poi nelle giornate senza sole del nostro inverno.


Campi del Gargano - foto Luca Zecchini​

Non abbiamo mai particolarmente amato i nastri di strada diritti e veloci e quindi ci siamo lasciati alle spalle la SS693 per addentrarci verso il lago di Varano, altro specchio lacustre, passando per piccole stradine di campagna, tra fichi d’india, case diroccate e alla fine arrivando alla spiaggia di Torre Mileto. Il viaggio è continuato sulla striscia di terra che separa il lago di Varano dal mare, un lembo di terra stretto e pieno di profumi; attorno, il silenzio di una domenica pomeriggio e una strana sensazione, quella di essere uno dei primi turisti a passare da questi posti dopo tanto tempo. Ma anche la felicità di essere finalmente in vacanza con qualche preoccupazione in meno. E di godere, finalmente, delle nostre bellezze.




Torre Mileto e lago di Varano - foto Luca Zecchini​

Poi è stata la volta di Vieste e Peschici; luoghi ricchi di storia, tra le loro stradine strette, le case bianche e le persone che ci hanno accolto sempre con un sorriso, con una parola mentre giravamo per le salite e le discese, nei piccoli negozi di artigianato. Paesini arroccati lassù, sulle loro rocce, a guardare il mare dai colori contrastanti.

Vieste con il suo “Pizzomunno” e la sua storia, raccontata anche in una canzone da Max Gazzè e disegnata su una scalinata piena di frasi e cuori, ci ha colpito per la vivacità del suo centro storico, per i colori e i profumi che uscivano dalle abitazioni; la gente che fa la spesa dall’ambulante con la frutta e la verdura fresca, i negozi con il pesce fresco esposto. Alla fine delle strette vie verso il mare la possibilità di vedere davanti a sé panorami diversi, la chiesa, il mare, il Pizzomunno.




Vieste - foto Luca Zecchini​

La strada che da Vieste torna verso Peschici è fatta di insenature, calette, trabucchi; noi siamo capitati in una giornata con il cielo grigio ma che non ha tolto bellezza e fascino a quel tratto di costa che è bello percorrere con calma, fermandosi ogni tanto per guardare lontano e vedere le isole Tremiti, che appaiono lì di fronte. 


Trabucco lungo la costa - foto Luca Zecchini

Anche Peschici ci ha colpito, più piccola di Vieste e più raccolta, con un centro storico che, visto con pochi turisti, si apprezza con grande soddisfazione. Anche un gelato artigianale ci ha fatto pensare: ancora una volta, si sentiva nel suo profumo la qualità delle materie prime di questa terra. 


Peschici - foto Luca Zecchini​

Peschici rimane impressa anche alla sera, quando le luci rendono vivo il colore delle sue case bianche con le porte blu e i negozi ti attirano per riuscire a portare a casa un ricordo della loro terra. In quei giorni le stradine stavano iniziando a rivedere gente forestiera e a riempirsi di voci.


Peschici - foto Luca Zecchini​

E alla fine il mare, perché in Gargano c’è anche quello, bello, limpido e che ti invita a tuffarti e a nuotare in libertà, a camminare sulle sue spiagge e a cercare di entrare nelle calette e nelle grotte che ha scavato nel tempo.



Peschici - foto Luca Zecchini​

In poche parole: il viaggio in Gargano è stata una scoperta di una nuova passione, di un territorio fatto di persone, profumi e sapori, colori e luoghi che rimangono impressi nella mente e nel cuore, che fanno scattare una #passioneitalia grande e che fanno dire... ci vediamo l’anno prossimo!
 

 
Peschici - foto Luca Zecchini​