Da diversi anni, Touring Club Italiano mette a disposizione delle aziende la propria esperienza per concretizzare partnership efficaci che abbiano impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie a iniziative di volontariato di impresa. Negli anni scorsi i dipendenti di diverse aziende, affiancati dai soci volontari del Touring Club Italiano, hanno accolto cittadini e turisti nei luoghi Aperti per Voi; negli ultimi mesi, invece, per far fronte alla pandemia, è stato ideato un volontariato di impresa “social". 
 
A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di dicembre 2020, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori. 

Ecco il contributo di Ilaria Cherchi; tutti gli altri li potete trovare a questo link.

A CUGLIERI, DOVE ANCHE IL MARE È MONTAGNA
di Ilaria Cherchi
 

Cuglieri si trova a metà della costa occidentale della Sardegna, nel Montiferru. Sebbene pochi chilometri la separino dal mare, è la montagna a guidare il sentimento collettivo

La montagna, con i resti di un antico castello (“Casteddu Etzu”, anno 1186), ricorda ai cuglieritani che hanno avuto un ruolo strategico nella protezione dei confini del Giudicato di Torres da quello di Arborea. E il visitatore proverà la stessa fierezza raggiungendo la sommità dell’altura in cui si trova il castello ed abbracciando con lo sguardo il paese, le campagne, il Montiferru e infine il mare. 



Cuglieri - foto Ilaria Cherchi

Ancora, la montagna è luogo di fede: superato il castello, a circa 7 chilometri dal paese, si scorge un altare di pietra con una piccola Madonna, meta di adorazione e pellegrinaggio (il 7 agosto di ogni anno la Madonna è condotta in processione su un carro trainato da buoi). 

Se non si capisce che Cuglieri è montagna, non si capirà il suo mare. Che non è un mare da abbronzatura comoda, lettino e sabbia bianca, ma è anch’esso montagna, perché per raggiungerlo bisogna percorrere sentieri, scalare, arrampicarsi e trovare la strada giusta. 

Nella classifica dei posti da scoprire, il primo per me è “Su riu e sa ide”

Raggiunta la Borgata di Santa Caterina di Pittinuri, si gira a destra al primo incrocio dopo il distributore di benzina e si prosegue sino alla fine della via. Uno spiazzo sterrato, nel quale spicca una Torre Spagnola, si affaccia sul mare. Sulla destra, nascosti da piccole rocce, si diramano sentieri appena segnati dal passaggio di precedenti visitatori. Il consiglio è di scegliere quello centrale e, vento sul viso, iniziare a camminare. Cespugli spinosi e profumati accompagnano la passeggiata che precede l’angolo più spoglio di tutta la costa. Il vento, che ostacoli o spinga, è sempre teso. Dopo pochi minuti la meta finale appare alla vista e non è possibile non riconoscerla: enormi rocce calcaree formano un paesaggio lunare che degrada sino al mare creando una piscina naturale di acqua cristallina.


“Su riu e sa ide” - Cuglieri - foto Ilaria Cherchi

Una volta identificato l’obiettivo, la discesa sino al mare è un viaggio personale, dove lunghezza, difficoltà e fantasia dipendono dalle scelte del visitatore. Ma, se si escludono le ore calde, è una discesa per tutti. 

Giunti in prossimità del mare si ha la sensazione di essere atterrati sulla luna: le morbide insenature della roccia calcarea rendono facile il cammino e il colore dell’acqua e il mare aperto ripagano l’impegno della discesa. L’unico modo per raggiungere l’acqua è un tuffo per i più atletici o una piccola discesa su gradini naturali per i più timorosi. E qui arriva l’ultima sorpresa: l’acqua che dal mare aperto viene spinta fin nel piccolo fiordo non fa in tempo a scaldarsi e, in assenza di appigli, serve qualche minuto per riprendersi dallo shock termico.


“Su riu e sa ide” Cuglieri - foto Ilaria Cherchi

A questo punto, basta nuotare e raggiungere la roccia sul lato opposto, oppure, se si è coraggiosi, esplorare la lunga grotta che si estende sotto l’insenatura. I pesci che nuotano veloci attorno alle gambe, i rumori delle onde che si infrangono sulle pareti della grotta divertono e alle volte impauriscono. E preparano alla scalata di ritorno.