Dici “paesaggio toscano” e pensi alla Val di Chiana e alla Val d'Orcia, al Chianti e alla Maremma. E se nella regione esistessero altre zone altrettanto suggestive, bucoliche, “tipiche”? Fra Pontedera e Volterra, per esempio, esiste una campagna dai caratteri altrettanto affascinanti, tra dolci colline e borghi medievali, boschi e campi di frumento, vigneti e oliveti. È quella dell'Alta Valdera, la porzione più a monte di quella parte di provincia di Pisa solcata dal Fiume Era. Basta attraversarla, questa zona, per capire come mai sia stata a lungo contesa tra Firenze, Pisa e Volterra. Un'area che mantiene grandi attrattive ambientali, culturali, enogastronomiche e dunque turistiche, come hanno capito i sempre più numerosi stranieri che la scelgono per le loro vacanze, per comprarvi casa o per avviare una attività agricola.
 
Alcuni dei Comuni del Parco dell'Alta Valdera da qualche tempo stanno provando a “fare rete” per meglio promuovere il loro territorio. A fare in qualche modo da traino è il comune di Peccioli, che da vent'anni a questa parte ha creduto molto in un turismo di qualità, investendo in nuovi musei, eventi culturali, tutela del paesaggio, piste ciclabili, sentieri da percorrere a piedi o a cavallo. Una politica di sviluppo sostenibile che sin dal 2003 ha meritato al borgo pisano la Bandiera arancione del Touring. Su questa stessa linea si stanno muovendo ora anche i comuni limitrofi di Chianni e Lajatico, quest'ultimo favorito anche dall'essere il borgo nativo di una star dalla popolarità planetaria come Andrea Bocelli. L'idea, insomma, è che unendo gli sforzi si potrebbe ampliare il ventaglio dell'offerta turistica, invogliando il visitatore a conoscere tutta l'Alta Valdera (sino magari a trattenersi anche una settimana, come fanno normalmente i turisti stranieri, a differenza degli italiani portati piuttosto a visite “mordi e fuggi” di uno o due giorni).

Campi arati in Valdera - foto Roberto Copello
PECCIOLI: TRA ARTE E... DISCARICA
Ma che cosa c'è da vedere e da fare in questo fortunato angolo di territorio rurale, che la lontananza dalle autostrade ha contribuito a preservare? Peccioli (ne parliamo più in dettaglio sul sito di Bandiere arancioni, vedi link in fondo), oltre al fascino del borgo con i suoi vicoli, offre davvero molto: quattro musei importanti (archeologico, di arte sacra, delle icone ortodosse, di incisioni e litografie contemporanee), decine di installazioni di artisti contemporanei, chiese importanti, un fitto calendario di spettacoli, sette frazioni ognuna dotata di una sua interessante identità.

In una di queste, Legoli, c'è anche un capolavoro assoluto dell'arte del Quattrocento, il Tabernacolo affrescato nel 1479 da Benozzo Gozzoli. E sempre a Legoli la società pubblico-privata Belvedere gestisce con oculatezza quell'impianto di smaltimento e trattamento rifiuti che per Peccioli e il suo territorio è stato e continua a essere un inatteso motore di sviluppo sociale, culturale e persino ambientale (la discarica stessa ospita opere d'arte contemporanee e ha un anfiteatro all'aperto che ha visto esibirsi persino l'orchestra e il coro del Maggio Musicale fiorentino).

Peccioli - foto Cesura/Luca Santese

I GRANDI NOMI DI LAJATICO
C'è poi Lajatico, comune assurto a fama mondiale grazie al suo figlio più illustre, Andrea Bocelli. Il cantante è nato infatti nel 1958 nella frazione La Sterza, dove i genitori, oltre a possedere un'azienda agricola, producevano e vendevano macchine per i lavori nei campi. La Sterza, situata in basso lungo il fiume Era, ha una storia antica ma oggi si presenta come un moderna frazione agricola, dove si trovano attività artigianali e commerciali di Lajatico, il cui borgo storico è situato più in alto, in cima alla collina sovrastante.

La Sterza è però di fatto diventata un po' una meta turistica a sé, in grado di attirare moltissimi visitatori stranieri, che qui possono dare un'occhiata alla casa natale di Bocelli (visibile lungo la strada) e accomodarsi nella Officine Bocelli Food Court: un accogliente ambiente “toscano moderno”, ricavato in quelle che erano state le officine meccaniche della famiglia Bocelli (ma prima ancora erano un'osteria) e che ora ospitano un raffinato ristorante curato dallo chef Matteo Cristiani, oltre a caffetteria, enoteca con i vini di famiglia Bocelli 1831 e negozio di prodotti gastronomici toscani. Ambienti in cui spesso si sente parlare inglese, tedesco, francese, olandese.

Officine Bocelli a Lajatico

E i turisti diventano una torma sterminata quando ogni anno, nel mezzo dell'estate, Bocelli omaggia il suo paese d'origine con un grande spettacolo nel Teatro del Silenzio, un suggestivo palcoscenico naturale ricavato sfruttando la naturale conformazione del terreno, davanti a colline dove l'occhio si perde in un paesaggio infinito, fino e oltre Volterra. Il primo anno gli spettatori erano 4mila. Per la edizione numero 13, a fine luglio 2018, per l'Andrea Chenier messo in scena davanti alla Cubic Vision di oltre cinque metri con cui Gualtiero Vanelli ha riprodotto in marmo di Carrara la Pietà di Michelangelo, si sono accomodati in 10.200, facendo il tutto esaurito in alberghi e agriturismi a chilometri e chilometri di distanza.

La Pietà di Michelangelo al Teatro del Silenzio - foto Roberto Copello

Lajatico però non è solo Andrea Bocelli. Il borgo storico, raccolto attorno alla cima di una collina che arriva a 205 metri slm, ha piacevoli vicoli e stradine in cui aggirarsi in una sorta di galleria all'aperto di arte contemporanea, fra murales e installazioni, imbattendosi persino nel Parco della Rimembranza in un busto bronzeo di un sorridente Andrea Bocelli, scultura realizzata da Gina Lollobrigida nel suo studio di Pietrasanta. Lajatico del resto è stato per 80 anni il buen retiro privilegiato di Gillo Dorfles, il famoso critico d'arte scomparso nel marzo 2018 alla vigilia dei 108 anni di età.

Qui Dorfles pssava le vacanze estive in una grande casa di famiglia al centro del paese, dove scriveva, dipingeva, accoglieva gli amici. E proprio all'illustre “quasi” concittadino Lajatico ha reso omaggio nell'estate 2018 organizzando la mostra Tributo a Gillo Dorfles: l’artista segreto. Opere dal 1937 al 2016, nella quale erano esposte tele e sculture da lui realizzate nel comune toscano. Ai motivi di interesse del territorio di Lajatico vanno infine aggiunte le chiese locali, fra cui quella dedicata a San Leonardo, e poi fuori paese la Rocca di Pietracassia, diroccato castello medievale a oltre 500 metri di altitudine, e andando verso Volterra l'importante villa medicea di Spedaletto, appartenuta a Lorenzo il Magnifico.

La mostra dedicata a Gillo Dorfles a Lajatico

CHIANNI, TRA CHIESE E CASTAGNE
Terzo comune coinvolto, con Lajatico e Peccioli, in questo neonato progetto di promozione dell'Alta Valdera è Chianni. Il borgo, la cui esistenza e importanza è attestata sicuramente dal XII secolo, è nato attorno alla pieve di San Donato. La chiesa sorge in fondo a una raccolta e scenografica piazza trapezoidale, che in estate si trasforma in uno splendido teatro all'aperto per il Chianni Opera Festival e per altri spettacoli. Nominata già nel 1277, la pieve è stata del tutto rifatta nel 1812, quando dalla distrutta chiesa di San Pietro a Massa vi fu trasferito l'attuale, maestoso altare maggiore secentesco in pregiati marmi policromi.

Il centro di Chianni

Va senz'altro la pena spingersi poi nell'unica frazione di Chianni, la medievale e panoramica Rivalto, da cui lo sguardo spazia da Pisa fino a Volterra. Quassù si sale per il fascino dei vicoli e per visitare il settecentesco santuario della Madonna del Carmine, del tutto immerso nei boschi. Ma Rivalto è anche famosa per essere circondata da castagneti che producono marroni di qualità superiore (se ne parla già in manoscritti catastali del 1428). Quassù nel 1260 nacque il beato Giordano da Rivalto, dottissimo frate domenicano, famoso per le sue prediche e per aver diffuso gli occhiali da vista in Toscana (lo cita anche Umberto Eco ne “Il Nome della Rosa”, quando Guglielmo da Baskerville estrae dal saio un paio di occhiali mostrandoli a un maestro vetraio che esclama: "Oculi de vitro con capsula! Ne avevo udito parlare da un certo fra Giordano che conobbi a Pisa!”).

Panorama da Rivalto - foto Roberto Copello

LA GASTRONOMIA DELLA VALDERA
L'Alta Valdera è, nel suo complesso, territorio adatto al trekking, per i numerosi sentieri che percorrono colline e boschi, raggiungendo persino cascate e sorgenti solforose, come nei pressi di Lajatico e di Chianni. E ad attirare i buongustai c'è poi sempre una sagra particolare. A Peccioli si tiene in primavera la sagra del prosciutto e dei baccelli, e in agosto quella della pastasciutta. Altre sagre sono nelle frazioni di Peccioli: dell'olio nuovo a Ghizzano in febbraio, delle lumache a Legoli in giugno, della zuppa di cavolo e del coniglio fritto alla fabbrichese a Fabbrica in luglio. Ottobre è ovunque tempo di sagre della castagne: le principali sono quelle di Orciatico (frazione di Lajatico) e soprattutto quella del marrone, che a metà mese attira tantissime persone a Rivalto, la frazione di Chianni. La stessa Chianni è invece teatro in novembre da quasi mezzo secolo della sagra del cinghiale di Chianni, che si allunga per quasi dieci giorni, mentre Peccioli chiude l'anno con la Mostra mercato del vino e dell’olio di Peccioli.

Sì, perché non va dimenticato che la Valdera, oltre che essere zona di produzione di grandi oli d'oliva, è attraversata dalla Strada del vino delle Colline Pisane, le cui cantine sono famose per il Chianti delle Colline Pisane Docg, per la Doc Terre di Pisa rosso e per diverse varietà della Doc Colli dell'Etruria Centrale e della Doc San Torpè. Discorso a parte meriterebbe lo straordinario Veneroso Doc Terre di Pisa prodotto (assieme a tanti altri vini) dalla Tenute di Ghizzano, storica e secolare azienda vinicola della frazione di Peccioli, dove Pierfrancesco Venerosi Pesciolini negli anni 80 del XX secolo contribuì al rinnovamento dell'enologia italiana. Ma c'è anche chi è capofila dell'innovazione e della ricerca in altri settori. Come l'azienda agricola Floridia, orgogliosamente biologica dal 1987, e che fra 300 ettari di morbide ondulazioni vicino a Fabbrica di Peccioli porta avanti un coraggioso lavoro di recupero di varietà di grani antichi (Cappelli, Etrusco, Timilia, Taganrog, Frassineto, Gentirosso, Verna, San Pastore, Inallettabile), in collaborazione con un'autorità del campo, il genetista Stefano Benedettelli dell'Università di Firenze.

INFORMAZIONI
- Approfondimenti su Peccioli sul sito Bandiere arancioni: che cosa vedere nel borgo, che cosa vedere nelle sue frazioni e la storia della discarica "modello"
- Sito dell'Alta Valdera