Saranno le prime ore d’autunno, gli echi delle vendemmie e la voglia matta di godersi le prelibatezze della tavola con le prime piogge. Vogliamo brindare alla nuova stagione viaggiando in Veneto, guidando dolcemente tra le colline della Marca trevigiana famose in tutto il mondo per il suo straordinario Prosecco. 
Ad accrescere enormemente la popolarità di questo territorio del Nord Italia è stato nel 2019 il World Heritage Committee dell’Unesco, che ha inserito le “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella lista del Patrimonio Mondiale, elogiandone “la protezione del paesaggio rurale, il mantenimento dei vigneti, dei ciglioni e delle altre caratteristiche fondamentali per la conservazione delle tradizioni locali e la tutela della biodiversità e degli ecosistemi associati”.
La Strada del Prosecco e dei Vini Conegliano Valdobbiadene si snoda tra ripidi pendii tramati di vigne e macchie di bosco in un paesaggio che racchiude Conegliano, Refròntolo, Valdobbiadene, Pieve di Soligo dove primeggiano nei calici il Prosecco, il Cartizze, il Bianco dei Colli, il Refrontolo PassitoTorchiato di Fregona
COME ARRIVARE
La partenza è da Conegliano, che si può raggiungere agevolmente noleggiando un’auto o un van agli aeroporti di Milano e Venezia (ovviamente molto più vicina alla destinazione), spostandosi sulle direttrici autostradali della A4 Torino-Trieste (uscita di Cessalto) e della A27 Venezia-Belluno (uscite di Vittorio Veneto Nord e Sud, Conegliano, Treviso Nord e Sud, Mogliano Veneto).
Foto Getty Images 
L'ARRIVO A CONEGLIANO
Eccoci a Conegliano. Passeggiando con calma si può scoprirne il nucleo antico, nella città alta, che si mostra in atmosfere tipicamente venete con vie a portici e case affrescate. La giornata si può scandire tra la visita del Duomo, la Casa di Cima e il Cimitero ebraico. Al tramonto il consiglio è di godere della splendida veduta panoramica dalla Spianata di Castelvecchio, raggiungibile a piedida piazza Cima lungo calle Madonna della Neve, alla cui sinistra si trova l’imponente complesso dell’ex convento di San Francesco. Qui nella torre della Campana, il Museo civico espone reperti romani e preromani. Dal terrazzo si gode di una vista che va ben oltre Conegliano.  
Conegliano sviluppò una vocazione commerciale, manifatturiera e agricola in età veneziana (dalla fine del XIV secolo alla fine del ‘700) con una importante produzione di vino e olio. Fu poi nell’800 che divenne una delle capitali del vino italiane, con l’introduzione prima delle tecniche agricole francesi e poi con la fondazione della Regia Scuola di Viticoltura (1876). Il titolo non è mai decaduto, anzi; per la qualità dei suoi prosecchi la cittadina è famosa nel mondo. Un primo avvistamento per gli amanti del vino è la Scuola Enologica Cerletti, la prima in Italia, che da oltre un secolo ha come fine la formazione di preparati enologi.
Conegliano, il castello / Getty Images
DAL MOLINETTO DELLA CRODA A VALDOBBIADENE
Riprendendo l’auto si può programmare una breve sosta a Refrontolo. Anche qui il panorama è avvolgente ed è impreziosito dal suggestivo Molinetto della Croda, un antico mulino ad acqua nella valle del Lierza. Ora siamo sulla statale 13 che unisce Conegliano a Pordenone. Da Refrontolo muoviamo al paese di San Fior, che nella sua cattedrale neogotica custodisce un vero gioiello d’arte antica: il polittico di San Giovanni Battista di Cima da Conegliano (1504-09), una grande pala d’altare con otto scomparti. E da qui tocchiamo prima villa Lippomano, poi Roganzuolo Colle Umberto, luogo di dimore di campagna dei nobili veneti.
Per approfondire le tradizioni contadine che connotano la Marca si può visitare il Museo dell’uomo di Susegana, che custodisce una interessante raccolta etnografica. A San Pietro in Feletto si trova invece la pieve di San Pietro, una rielaborazione di un edificio preesistente forse sorto a sua volta sui resti di un tempio pagano. L’aspetto attuale della chiesa, in posizione panoramica nel verde dei colli, risale al XII secolo. 
Disteso in un delizioso paesaggio di vigne è invece Farra di Soligo. Una vera e propria meta enogastronomica per le feste primaverili del Prosecco, della fragola e dell’asparago. Nella vicina Pieve di Soligo trascorse la vita il grande poeta Andrea Zanzotto, scomparso nel 2011.
Eccoci ai piedi delle Dolomiti, sulla sinistra del fiume Piave. Finalmente Valdobbiadene, che segna un centro geografico tra colli e vigne della Strada del Prosecco, che qui assume le caratteristiche del “Cartizze”. A dimostrare l’importanza della produzione vinicola per la vita cittadina ci sono due importanti manifestazioni vinicole come Calici di Stelle e il Forum Spumanti, entrambe ospitate a villa dei Cedri, un ottocentesco edificio liberty al centro di un parco pubblico. 
Il Molinetto della Croda di Refrontolo / Getty Images
DA FOLLINA A CISON DI VALMARINO, BANDIERA ARANCIONE TCI
La prossima tappa da impostare sul navigatore è Follina. Il paese deve identità e nome alla comunità di monaci che nel XII secolo si insediò nella zona diffondendovi la produzione e lamanifattura della lana. Il cuore religioso del paese è l’abbazia di Santa Maria, fondata dai benedettini e passata poi ai cistercensi e ai camaldolesi. Da non perdere una visita al raffinatissimo chiostro. 
Chiudiamo il nostro itinerario con un’ultima tappa impreziosita dalla Bandiera arancione del Tci, Cison di Valmarino, Ai piedi delle Prealpi trevigiane, Cison di Valmarino è un paese ricco di bellezze storiche ed artistiche che si uniscono a una natura incontaminata. Su uno sperone che domina il paese si trova la splendida cittadella fortificata di Castelbrando che racchiude tra le sue mura 2000 anni di storia. In parte hotel e centro congressi, si può comunque visitare attraverso due percorsi di visita a scelta con accompagnatore e offre diversi spazi museali. 
Cison vista da Castelbrando
Nel caratteristico centro storico, in piazza Roma spiccano la Parrocchiale tardobarocca, il teatro La Loggia, il particolare Museo della radio d’epoca e il palazzo municipale. Per chi ama passeggiare nella natura, la Via dell'Acqua che sale dal centro storico costeggiando il torrente Rujo dove sono visibili gli antichi mulini fino alla Valle di San Daniele e il Bosco delle Penne Mozze, che ricorda i caduti Alpini nati nella provincia di Treviso.
La Strada dei 100 giorni, costruita dall'esercito austro-ungarico nel 1918 che con un tracciato magnifico per panorama e tecnica (con la particolarità dei suoi 5 arditi tornanti in galleria) porta fino al passo di San Boldo e il borgo di Rolle circondato da vitigni ed entrato a far parte del patrimonio Unesco.
Cison di Valmarino, Bandiera Arancione Tci / Getty Images
INFO E WEB 
- Scopri di più sulla Strada del Prosecco sul sito www.coneglianovaldobbiadene.it
- L'Associazione dell'Altamarca è sul sito www.altamarca.it