Un finesettimana all’insegna della neve. Punto di riferimento Dobbiaco, in Alta Pusteria (Bz). Cento per cento neve, declinata un po’ da tutti i punti di vista, facendo turismo sugli sci da fondo (per chi preferisca la discesa c’è pure quella) a impatto pressoché zero, tra panorami straordinari, sfilate di statue di neve e pezzi da novanta dell’architettura romanica. Senza dimenticare una gastronomia che è tra i vanti, con la tradizione di ospitalità, del Sudtirolo.

Come arrivarci? Già qui si comincia bene. Perché chi apprezza l’idea di un weekend low impact è servito: il piccolo centro pusterese si raggiunge facilmente in treno. Dalla stazione di Bolzano, oppure da Fortezza se si ha la fortuna di acchiappare uno dei rari convogli internazionali a lunga distanza diretti al Brennero, i moderni treni del servizio regionale offrono collegamenti cadenzati con Dobbiaco via Brunico. E il panorama innevato dai finestrini vale già da solo il viaggio.

Chi preferisce l’auto, comunque, ha poco da temere. La statale della Pusteria di recente è stata ampiamente rettificata e si percorre senza problemi. L’importante è evitare le ondate dei turisti in arrivo e partenza per le settimane bianche. Basta considerare off-limits il tratto A22-Bressanone-Brunico in direzione Dobbiaco il sabato pomeriggio ed evitare di frequentarlo in senso inverso tutto il sabato, a partire dalle 10 del mattino.

GIORNO 1

Arrivati a Dobbiaco, la prima novità è che qui l’auto resta in sosta fino al momento di ripartire. Chi vuol fare sci di discesa trova frequenti skibus per gli impianti, compresi nello skipass, e per chi sceglie il fondo saranno treni e bus a ricondurre a casa chi fosse troppo stanco per farlo con le sue gambe... L’obiettivo della giornata è percorrere la straordinaria pista di fondo (il pedaggio di 5 euro al giorno è il minimo indispensabile per garantirne la manutenzione; www.altapusteria.info/alto-adige/alta-pusteria/inverno/sci-di-fondo.html) che, attraverso la Val di Landro, collega Dobbiaco a Cortina d’Ampezzo seguendo il tracciato della storica Ferrovia delle Dolomiti, la Dolomitenbahn che dal 1924 al 1962 ha unito la Pusteria con Calalzo di Cadore. Un anticipo personalizzato della Gran Fondo Dobbiaco-Cortina (www.dobbiacocortina.org), competizione internazionale di 42 chilometri che si svolgerà nel finesettimana del 2-3 febbraio.

Qui una precisazione è d’obbligo: la lunghezza del percorso di gara non deve spaventare. Certo, ci sono professionisti e amatori in allenamento, che sgambettano a passo pattinato lungo i 29 chilometri tra la Nordic Arena di Dobbiaco e lo stadio di Fiames, alle porte di Cortina, a velocità supersonica. Per loro il giro completo, andata e ritorno, si fa in una mattinata di sole. Poi vengono i comuni mortali che si godono il panorama – come non fermarsi a contemplare lo scorcio sulle Tre Cime di Lavaredo presso il lago di Landro (e magari mangiare un boccone al vicino ristoro) – viaggiano a passo alternato, vivono il valico di Cimabanche come il loro Pordoi personale. Per loro il divertimento è altrettanto garantito, basta tengano in tasca un talismano. Ovvero l’orario dei bus tra Cortina e Dobbiaco. A loro basta arrivare a Landro (12 km da Dobbiaco), Cimabanche (16 km) o Ospitale (20 km), già a suo tempo stazioni della ferrovia, e aspettare la corriera che li riporta a Dobbiaco.

E per chi ha un po’ più d’esperienza e vuole provare il tratto di pista-linea ferroviaria più spettacolare, con ponti sospesi sulle gole del Felizon e gallerie da percorrere con gli sci, il consiglio è di prendere il bus del mattino per Fiames e seguire il tracciato al contrario, in direzione di Dobbiaco. Unica raccomandazione: fare attenzione all’orologio, perché chi si attarda a veder fiammeggiare il tramonto a Landro arriva con gli sci in paese che ormai è buio; un’esperienza fantastica per alcuni, ma non gradita a tutti.

GIORNO 2

I sei chilometri di tracciato di fondo che separano San Candido da Dobbiaco sono davvero alla portata anche dei meno allenati. Se le condizioni della neve lo consentono, vale la pena di puntare sulla pista del Sole che, come indica il nome, corre sul versante più esposto della Pusteria; ma anche il percorso standard, oltre a garantire un ottimo innevamento, offre scorci piacevoli. E non scandalizzi il grande complesso industriale all’ingresso di San Candido: realizzati cercando di contenere l'impatto ambientale, si tratta degli affumicatoi del salumificio Senfter, celebre fino in Cina per il delicato speck. Ovviamente igp.

Per chi non ama i percorsi coi “binari” di neve, ci sono a disposizione i binari in ferro del treno, che in questo settore della Pusteria pare quasi una metropolitana regionale e rende immediato lo spostamento tra i vari centri. I più allenati, invece, superato il paese di San Candido possono avventurarsi a raggiungere Sesto e ad addentrarsi in val Fiscalina – nome infelice, eredità del geografo fascista Tolomei, per una vallata incantata – fino al rifugio Talschlusshütte (14 km da S. Candido). A giustificare la sosta a San Candido, però, sono almeno due motivi. Il primo e più evidente è la sfilata di statue di neve che si allinea per le vie dell’abitato: dotate pure di un illuminazione autonoma per poter essere apprezzate anche sul far della sera, sono il risultato del concorso internazionale svoltosi nelle prime settimane di gennaio (www.alto-adige.com/evento/191/festival-sculture-di-neve). La seconda, più tradizionale ma enormemente più interessante, è la Collegiata romanica che domina la piazza principale. Si tratta di uno tra i monumenti più importanti della Pusteria e del Sudtirolo: da non perdere la straordinaria articolazione degli spazi interni, distribuiti su più livelli. E il raccolto cimitero, punteggiato di croci in ferro battuto, che la circonda.

INFO PRATICHE

Per tutti gli spostamenti, il sito da consultare per gli orari di treni e bus è quello del servizio integrato alla mobilità (www.sii.bz.it/).

Il tre stelle più celebrato di Dobbiaco è il Villa Monica (www.hotel-monica.com) ma trovarvi posto senza prenotare con largo anticipo non è facile; meglio appoggiarsi per la ricerca online al sito dell’associazione turistica locale (www.altapusteria.info) che segnala pure gli alberghi specializzati nell’offrire ospitalità a chi pratica lo sci di fondo: http://www.altapusteria.info/alto-adige/alta-pusteria/inverno/sci-di-fondo/dolomiti-nordicski-hotels.html.

Per mangiare lungo il percorso di fondo Dobbiaco-Cortina la sosta ideale è al lago di Landro, dove l’Hotel Tre Cime (www.hoteltrecime.com) garantisce un’ospitalità cordiale nonostante talora possa essere preso d’assalto dai turisti. E può costituire pure un’idea intelligente per alloggiare “ski dans la neige”. L’alternativa d’alloggio low cost, invece, è costituita dall’ex Grand Hotel di Dobbiaco, edificio fine Ottocento di recente ristrutturato e trasformato in ostello della gioventù (http://toblach.jugendherberge.it).

Per gustare i piatti dello chef e creativo Chris Oberhammer, al Tilia di Dobbiaco (via Dolomiti 31b, tel. 335.8127783), c’è chi arriva dall’altra parte d’Europa; inutile dire di più. Chi ama l’atmosfera mitteleuropea, però, non esita ad allontanarsi dal paese verso Villabassa per giungere fino a via Carbonin Vecchia e cenare alla Gustav Mahler Stube (tel. 0474.972347), che a suo tempo ospitò il grande compositore e offre invece una cucina tipica tradizionale di qualità. Un buon indirizzo, nel pieno centro di San Candido, è Wiesthaler in via Herzog Tassilo 3 (tel. 0474.913103), apprezzato per i piatti pusteresi e soprattutto per le frittelle di mele. Ovviamente riservate a chi ha almeno una decina di chilometri di pista nelle gambe!