Nel lago c’è un senso di definitezza che lo allontana dagli orizzonti marini e dalla soggezione che impongono le vette. Nei borghi che lo punteggiano si ritrova il senso del pittoresco e spesso si avverte una costante riduzione delle tensioni, i colori si confondono e il tempo passa in secondo piano. Qui vi diamo qualche possibilità per “uscire dal quadro”, o perlomeno per allontanarvi e vederlo nel suo insieme. Spunti per passeggiare, fare trekking, salendo a piedi circondati dalla natura. I sentieri finiscono dove i vostri occhi saranno saturi di panorami. Sono sei proposte, avrebbero potuto essere molte di più, ma sul lago si può andare quasi sempre, ed è un vantaggio da non trascurare per non fermarci qui.
1. IL LAGO D’ORTA, DAL SACRO MONTE ALL’ISOLA DI SAN GIULIO
Si può iniziare il cammino dalla novarese Orta San Giulio, da Piazza Motta. Si seguono le indicazioni per la Chiesa dell’Assunta, per poi proseguire fino all’arco di ingresso del Sacro Monte, un vero e proprio omaggio alla vita e alle opere di San Francesco. Per le sue origini si risale al 1590. Tra suggestive vedute d’acqua si incontrano lungo il percorso le cappelle che ricordano la vita di Francesco d’Assisi. 
Una volta giunti sulla cima del monte lo sguardo può distendersi sullo specchio d’acqua. Per il ritorno si scende dal verso opposto, chiudendo l'ideale anello sul sentiero pedonale che costeggia il lago. Ritornati ad Orta San Giulio si ha la possibilità navigare verso l’isolotto di San Giulio, per vedere il lago al tramonto da un’altra prospettiva.

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Il lago d'Orta con l'isola di San Giulio /Thinkstock

2. IL LAGO DI GARDA, I PANORAMI DAL MONTE BALDO
È la montagna per eccellenza dei veronesi, una terrazza panoramica sul lago di Garda, dalle cui rive si può partire per facili passeggiate o trekking dai dislivelli più impegnativi. Groppe, conche, malghe costellano i passaggi a piedi sui sentieri del monte Baldo. Sui crinali che dirupano sul lago ci si può regalare emozionanti scorci panoramici, e tra sentieri e mulattiere si può anche limitare la prospettiva alla natura che qui esprime delle vere e proprie rarità botaniche.

Il modo più semplice e rapido di partire per escursioni sul Baldo è quello di prendere la panoramicissima funivia che da Malcesine sale a Bocca Tratto Spino. Una volta in quota, a quasi 1800 metri di altitudine, si può scegliere tra una rete di sentieri turistici ed escursionistici. Ce ne sono di facili e brevi (poco più di un’ora), che portano tra alpeggi, malghe e rifugi. Ci sono anche sentieri più lunghi e impegnativi, con notevoli dislivelli e tratti ripidi e esposti, che scendono dalla cima tra prati e boschi fino a San Michele e persino fino alla stessa Malcesine.

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Il lago di Garda dal monte Baldo /Thinkstock
3. DAL LAGO DI GARDA AL LAGO DI LEDRO, IL SENTIERO DEL PONALE
La vecchia strada del Ponale tra Riva del Garda e la valle di Ledro, scavata nella roccia a meta Ottocento e abbandonata dopo la realizzazione della lunga galleria tra Riva del Garda e Molina di Ledro sotto cui corre la Statale 240, oggi è un sentiero pedonale e ciclabile che unisce lago a lago, con spettacolari panorami.
Si parte da Riva del Garda e oltre la centrale idroelettrica del Ponale si prende subito a salire lungo un sentiero aggrappato alla parete del monte, passando sotto una serie di brevi gallerie, con la vista spalancata a sinistra sul Garda. Dopo 2 chilometri in leggera salita, mentre la strada prosegue in avanti verso l’altopiano di Pregasina, si piega a destra per la valle del torrente Ponale e si segue il percorso a piedi (che si separa qui da quello percorribile in mountain bike) inoltrandosi in un bosco per la valle di Ledro.
Oltre un breve tratto di asfalto si lambisce il paesino di Biacesa, poi si entra nel centro di Pré di Ledro e si è già sulla salita che porta a Molina e al lago di Ledro. In tutto il percorso è lungo quasi 10 chilometri e richiede irca 3 ore di cammino (con 660 metri di dislivello). Niente vieta di limitarsi al tratto iniziale che sovrasta il Garda, e poi tornare sui propri passi, o di proseguire solo fino a Pregasina con una terrazza panoramica sul lago.

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Il lago di Ledro /Thinkstock
 
4. SUL LAGO MAGGIORE, DA STRESA AL MOTTARONE

Più che una passeggiata, un trekking che sale dal “lato nobile” del Verbano fino a dominare il panorama sul lago Maggiore. Si può partire dal centro di Stresa, tra alberghi di lusso e atmosfere d’antan. Si segue per la via Selvalunga fino a imboccare l’antica strada romana che conduce a Someraro. Dopo aver camminato tra faggete e castagnete si arriva a l'Alpino, centro costellato da ville signorili e sede del giardino botanico "Alpinia". Fondato nel 1934 su un preesistente alpeggio, è piacevole passeggiare tra più di 700 specie di piante seguendo il sentiero che si inerpica nel bosco e poi costeggia il giardino regalando viste panoramiche sul lago.
I meno allenati (e i meno motivati) potrebbero decidere di fermarsi. Chi ambisce a una vista davvero mozzafiato può rimettere lo zaino (“fate acqua" alla fontana che zampilla nell’Alpinia, è quella del Mottarone!) e proseguire seguendo le segnalazioni per il Mottarone. Si oltrepassa la Borromea, la vecchia fermata della ferrovia a cremagliera che collegava Stresa al Mottarone e seguendo l’antico tracciato del treno si raggiunge la vetta. Il percorso integrale dura poco più di 4 ore, con 10 chilometri di distanza e un dislivello di 1300 metri.
 

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La vista dal Mottarone sul lago Maggiore /Thinkstock
5. SUL LAGO DI COMO, LA GREENWAY
Non è scritto da nessuna parte che si deve percorrerla nella sua interezza. C’è da dire però che questi 10 chilometri sulla sponda occidentale del lago di Como sono alla portata di tutti. Il sentiero ricalca a tratti l’Antica Via Regina, che oggi è segnata dalla meno romantica sigla Ss 340, anche se unanimemente è considerata tra le più belle strade italiane. L’intera Greenway collega i borghi di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo e Griante.
Noi vi proponiamo le prime tre tappe, davvero piacevoli, per tutte le gambe, e con il pregio di riassumere ambienti e viste che caratterizzano il territorio. La passeggiata inizia a Colonno, si inizia a seguire i cartelli “green way", si attraversa il nucleo storico del paese e superato il ponte sul torrente Pessetta, si esce dall’abitato imboccando proprio la Via Regina. Eccoci a Sala Comacina, tra uliveti e scorci sull’azzurro del lago si scende per circa 300 metri fino al porticciolo del paese.
Dopo una sosta con vista si può ripartire con alle spalle le prealpi lombarde e sullo sfondo l’isola Comacina. Il sentiero prosegue attraversando il torrente Valle Premonte per raggiungere il borgo di Ossuccio. Se siete ispirati potete visitare la chiesa romanica dei Santi Giacomo e Filippo, se siete affamati e stanchi potete scegliere di non attraversare la statale e salire invece per via Santuario. Su una strada di ciottoli si arriva alle porte del Santuario della Beata Vergine del Soccorso, che anticipa di poche decine di metri il parco pubblico di Ossuccio, perfetto per un pranzo al sacco con una vista da cartolina, dove spicca il campanile della Chiesa di Santa Maria Maddalena.
 
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Sala Comacina, sul lago di Como /Thinkstock
6. SUL LAGO DI VICO, LA STRADA DI MEZZO
Dalle Alpi agli Appennini, dalla neve ai vulcani. Come spesso accade nel Bel Paese i cambi di scena sono velocissimi e radicali. Tra i colli romani si trovano grandi e piccoli specchi d’acqua di origine vulcanica. Nella Tuscia laziale, ai piedi dei monti cimini, si trova l’antica caldera che forma il lago di Vico. Tra rive verdissime e solitarie un lago piccolo, dal perimetro di 18 chilometri e una superficie di 11, esprime tantissime possibilità per passeggiate a tutta natura. All’interno dell’area protetta si può scegliere di seguire sentieri dai più facili ai più impegnativi, tra rive, paludi costiere ed escursioni che risalgono la cinta del cratere.
Un percorso che li riassume tutti è lungo 15 chilometri, percorribile in circa sei ore e senza grandi dislivelli. Si parte dalla località Canale per percorrere parte della vecchia Cassia. Si imbocca la Strada di Mezzo (sentiero Cai 103) da cui si aprono finalmente belle vedute sul lago. Si riscende per seguire il periplo del lago fino a Cerreto, con la possibilità di praticare con soddisfazione il birdwatching. Da qui, verso nord, si arriva al fontanile della Nocicchiola, lasciando l’asfalto per seguire lo sterrato che si snoda alle pendici del monte Venere. Una faggeta e si arriva a Canale.
 
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