Può un Comune senza una grande tradizione turistica puntare sul turismo come nuova leva per uno sviluppo intelligente? A Gussago, una cittadina di 16mila abitanti poco lontano da Brescia, ci stanno provando. "Anche se siamo alle porte della Franciacorta e a 15 chilometri dal lago di Iseo, in pochi conoscono il nostro territorio" spiega il sindaco Giovanni Coccoli, in passato anche assessore al turismo. "Siamo gente abituata più a lavorare che a mostrare il frutto del nostro lavoro o a comunicare le nostre eccellenze. Ma io sono convinto che bisogna osare: solo diffondendo la cultura della bellezza possiamo creare una comunità migliore".
Coccoli ci racconta che tutto è partito, come spesso succede, da un paio di atout enogastronomici: in questo caso lo spiedo e la grappa, di cui parleremo a breve. Su quelle basi si è iniziato a impostare un programma di eventi e di proposte per il turismo di prossimità, complice anche la pandemia, e a fare rete tra le varie attrazioni del territorio. "I risultati, a poco a poco, ci stanno dando ragione. Vorremmo puntare anche a un pubblico che viene da più lontano, ne abbiamo le potenzialità. Basta pensare a quanto si potrebbe dare ai turisti che già arrivano in zona per il vino, richiamati dal brand Franciacorta, ma che non non vengono instradati a scoprire il territorio in tutte le altre sue potenzialità" spiega. I giovani imprenditori ci sono, l'idea di lasciar perdere il modello "centro commerciale" anche. Servono fondi, coesione, progetti - magari appoggiandosi anche alla nomina di Brescia (insieme a Bergamo) a Capitale italiana della cultura 2023. "Senza farsi ingolosire da infrastrutture sovradimensionate: la sostenibilità deve venire al primo posto" conclude il sindaco, raccontando il progetto di realizzare la prima area di sosta per camper della zona - pare incredibile, ma pare che nessuno, da queste parti, ci avesse ancora pensato. 

Mentre i progetti evolvono, ecco intanto cinque consigli per scoprire già da quest'autunno il territorio di Gussago e programmare una gita fuoriporta.

1. PASSEGGIARE ATTORNO ALLA SANTISSIMA

"Quando saranno finiti i lavori diventerà un punto di riferimento iconico per tutta la zona". Ha ragione il sindaco: la Santissima è un fiore all'occhiello non solo del Comune, ma di tutta la zona della Franciacorta. Lo capisci appena ci arrivi: un po' perché la costruzione è imponente e fiabesca, un po' perché è isolata in cima a un colle, un po' perché il panorama dalle sue finestre è davvero suggestivo. Da una parte la pianura, dall'altra i colli punteggiati di vigne, con chiesette, ville e cipressi a segnare il paesaggio. "Fu dapprima un complesso monastico domenicano" spiega la guida e storico dell'arte Agostino Dellafiore "poi divenne ospedale, poi ancora residenza privata, quando nell'Ottocento un nobile vi aggiunse tocchi neogotici e vi abitò il famoso vedutista Angelo Inganni. E ancora, rifugio per gli sfollati durante la guerra e successivamente deposito agricolo". Una storia complessa, dunque, che rischiava di terminare con un disastro - gli edifici sono da tempo abbandonati e pericolanti - fino a che il Comune, proprietario dal 2010, ha intrapreso i lavori di recupero, cercando anche i fondi dell'Art Bonus. Si sogna a occhi aperti, entrando nella grande chiesa, passeggiando per le sale e salendo sul campanile: perché la Santissima potrebbe diventare un'eccellenza unica, qualsiasi sarà la sua destinazione. Nel frattempo, tutti possono ammirare dall'esterno il complesso e godere del panorama dal colle: l'area intorno agli edifici, perfettamente manutenuta dalla Protezione Civile e da gruppi di volontari, è un piccolo eden verde in cui camminare e fare un picnic. 
 


La Santissima: l'edificio, la chiesa, la vista dall'alto sulle colline - foto Stefano Brambilla

2. DEGUSTARE LO SPIEDO
Involtini di coppa e di lonza, foglie di salvia, sale, fettine di lardo e burro, tanto burro. Sono gli ingedienti dello spiedo de.c.o. (denominazione comunale d'origine) di Gusssago: una volta c'erano anche gli uccellini, oggi, per fortuna (diciamo noi), sono stati vietati. "Gli spiedi sono sempre stati un vanto del territorio. Ma è dal 2010 che hanno assunto, come dire, una dimensione più alta. Ed è stato subito un successo incredibile" spiega il sindaco. "Già" ride Cristina Bonfadelli, che coordina l'ufficio Cultura e Sviluppo economico del Comune "appena mettiamo in vendita i biglietti del Gran Galà vengo travolta dalle richieste!". L'intuizione è stata quella di istituire un momento di celebrazione dello spiedo, con una enorme tavolata diffusa per il paese - la serata è chiamata "Gran Galà dello Spiedo", i partecipanti oltre un migliaio - e coinvolgere la dozzina di ristoranti locali, riuniti in una associazione, per cucinare insieme. Non solo: il Galà, nei primi giorni di settembre, dà il via a una rassegna gastronomica, chiamata "Lo Spiedo scoppiettando", in cui gli stessi ristoranti propongono lo spiedo e altri prodotti tipici ogni giovedì per tutto l'autunno. "Si fa rete e si promuovono i prodotti locali" racconta Bonfedelli. "E la risposta dei giovani è davvero contagiosa".  Tra l'altro, le specialità della zona sono eccellenti: ne abbiamo una prova all'Osteria dell'Angelo, dove Emanuela Rovelli, convinta sostenitrice della tipicità, nella sua cucina utilizza prodotti dei Presidi Slow Food unitamente a ortaggi, salumi, formaggi locali.


Gran Galà dello Spiedo, Gussago​

3. SCOPRIRE VILLE, CHIESE E FRAZIONI
Gussago è un comune popolato, come dicevamo: 16mila abitanti (peraltro sempre in leggera crescita) sparsi in tante piccole frazioni. Ognuna ha i suoi motivi di interesse, ma a catturare l'attenzione sono soprattutto Sale e Ronco: la prima vanta un castello e un palazzo nobiliare, quello dei Conti Caprioli; la seconda numerose "case a corte", testimonianza delle tradizioni agricole dell'area, e un antico borgo. Grazie anche al contributo di Ettore Marchina, gussaghese autodefinitosi "conte" che da tempo contribuisce a promuovere l'arte nel territorio, a Ronco è stata recentemente collocata una bella installazione: si tratta di "Gaia e la balena", un'opera di Stefano Bombardieri che raffigura una bambina alta un metro e mezzo che cerca di salvare una balena lunga 20 metri con l’aiuto di una corda. "Da dicembre ospitiamo anche nel parco Muccioli altre opere di Bombardieri, che con i suoi animali giganti vuole far riflettere sui temi dell'estinzione e del cambiamento climatico" spiega il sindaco. Dall'arte contemporanea a quella longobarda: la Pieve di Santa Maria, in frazione Piè del Dosso, conserva un interessante sarcofago detto "pulpito di Maviorano". Ma ci sono anche belle ville da visitare, soprattutto in occasione della rassegna "Storie di Pietre e Santi", visite guidate al territorio che si tengono ogni primavera: in primis Villa Averoldi Togni, stupefacente con il suo giardino alla francese, in cui cui dipinti sette-ottocenteschi si dischiudono in nicchie tra i carpini, e il suo lungo corridoio al primo piano, realizzato prospetticamemente seguendo una linea "da infinito a infinito". A Villa Togni, che i proprietari vogliono sempre più mostrare al pubblico nelle sue meraviglie, furono scritte anche pagine di storia: come quella che vide Arturo Benedetti Michelangeli, tra i più grandi pianisti del Novecento, conoscere l'altrettanto noto pianista Alfred Cortot.


Casa della Begia, Gussago - foto Tabacchini 


Villa Averoldi Togni, Gussago - foto Stefano Brambilla


Villa Averoldi Togni, Gussago - foto Stefano Brambilla

4. IMMERGERSI NELLA CULTURA DEL FRANCIACORTA
Mentre si contempla il panorama dalla Santissima o si gira per le frazioni di Gussago le vigne compaiono a ogni angolo. D'altronde, siamo in Franciacorta, terra di bollicine ma anche di altri vini eccellenti e meno conosciuti. Per capire qualcosa di più, ci portano a Le Cantorie: una piccola azienda con vista panoramica, immersa tra i canti delle cicale (che le danno il nome), dove tutto parla di famiglia e di passione familiare. "Fu mio nonno Luigi Bontempi a iniziare a piantare qualche vigna" spiega Elisabetta, che si occupa della produzione. "Era soprannominato il Balenc, cioè quello che barcolla! Poi è stata mia mamma Maria a prendere in mano le redini dell'azienda insieme a noi figlie: si può proprio dire che la gestione sia tutta al femminile". A Le Cantorie si coltivano 12 ettari su un terreno speciale, non solo perché è tutto a gradoni, in pendenza, e perché è sempre accarezzato dal vento, ma anche per la sua composizione calcarea, argillosa e rocciosa: "la freschezza e la mineralità sono eccezionali" spiega Elisabetta "non solo per il Franciacorta, ma anche per i rossi come il Cellatica, un vitigno locale che negli anni è stato estirpato per dare spazio alle bollicine ma che secondo me dà orgine a un rosso davvero fantastico... perfetto per lo spiedo!". Nel frattempo, il papà Emiliano, figlio di Luigi, ha ingrandito casa e azienda (che sono un tuttuno) e le ha trasformate in un grande complesso dove si tengono eventi e degustazioni. Se passate di lì, sono assicurati sorrisi e ottimi bicchieri. 


Elisabetta Bontempi, Le Cantorie, Gussago - foto Stefano Brambilla


Le cantine de Le Cantorie, Gussago - foto Stefano Brambilla


Vigneti, Gussago - Foto Tabacchini

5. SORSEGGIARE UNA GRAPPA
Dalle bollicine alla grappa il passo è breve: è dalle vinacce dell'uva che si distillano i preziosi vapori. A Gussago visitiamo un'altra azienda a conduzione familiare che parla di territorio e tipicità: sono le distillerie Peroni Maddalena, che operano fin dal 1969 al centro del paese. "Fu mio papà Giuseppe a farla nascere e a intestarla a mia mamma" racconta Paola Andreoli "oggi ci lavoriamo io e i miei due fratelli, ma c'è già la terza generazione che si dà da fare e scalpita con le sue idee...". Tipica efficienza e meticolosità bresciana: fare le cose passo dopo passo, tenerle in famiglia, lavorare sodo, adattarsi ai tempi. E i risultati si vedono: "dalla nostra azienda escono circa 800mila bottiglie all'anno: per l'80% la produzione è per conto terzi. Veniamo apprezzati soprattutto per il nostro metodo discontinuo a vapore, in cui l'alcool non entra a contatto con nulla, ma anche per la qualità delle vinacce, che rimane sempre fondamentale". E cosa scegliete di fare per la vostra produzione diretta? "Il punto di forza sono le grappe, ma dobbiamo essere pronti a cavalcare i gusti del momento: per esempio dal 2020 c'è stato un boom del gin, che è diventato popolare anche tra i giovani. Oggi ne produciamo quindici tipologie... ad alcuni abbiamo dato i nomi dei nipoti, per esempio il Gin Laura, l'agrumato, o il Gin Marco, il balsamico". O ancora le grappe barricate... ecco, quando passate da Gussago, fate capolino nella distilleria: se ci sono visite guidate, scoprirete un mondo di alambicchi e barricaie, altrimenti fatevelo raccontare nel grandissimo negozio accanto. Anche questa esperienza parlerà di un territorio appassionato delle sue radici e del suo futuro.


Paola Andreoli, Distillerie Peroni Maddalena, Gussago - foto Stefano Brambilla
 
INFORMAZIONI
- Comune di Gussago, Ufficio Cultura e Sviluppo Economico; tel: 030 2522919 / interni 202/220; scoprigussago@comune.gussago.bs.it; www.comune.gussago.bs.it
- Social network: www.facebook.com/scoprigussagowww.instagram.com/scoprigussago.
- Il Gran Galà dello Spiedo quest'anno si tiene l'8 settembre; la rassegna Lo Spiedo Scoppiettando ogni giovedì dal 22 settembre all'8 dicembre nei ristoranti dell'Associazione Ristoranti di Gussago che aderiscono all'iniziativa.