Via dello Zucchero, via del Turco, via Ocaballetta e via Borgo dei Leoni: le strade del centro storico di Ferrara ricordano ancora un passato ricco di storia. Invidiata per i suoi artisti, dilaniata dalle guerre, sede vescovile e teatro di lotte operaie nell'Ottocento, la città in cui la signoria degli Este fece fiorire uno dei poli del Rinascimento cinquecentesco è stata proclamata Patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco nel 1995. Il Castello Estense, la cattedrale di San Giorgio e palazzo Schifanoia sono solo alcuni dei punti di interesse turistico che meritano un viaggio nei luoghi dove vissero personaggi illustri come il poeta Torquato Tasso (1544-1595), il pittore Tiziano (1480-1576), lo scienziato Niccolò Copernico (1473-1543)...
Oggi la bella mostra Orlando Furioso 500 anni, in cartellone a palazzo dei Diamanti fino al prossimo 29 gennaio e già recensita dal nostro portale in questa scheda, offre un ulteriore stimolo alla visita del capoluogo emiliano. Dopo averla vista, abbiamo sentito nascere la curiosità di vedere anche i luoghi che ricordano Ludovico Ariosto (1474-1533), autore del Furioso e brillante cesellatore di versi in cui si narra di cavalli alati, maghi, giganti... La città è attraversata da numerose ciclabili e l'itinerario è percorribile in tempi brevissimi sulle due ruote, mentre per i pedoni un paio d'ore sono sufficienti. A noi questa mini escursione ha regalato piccole sorprese. E alla fine del tour abbiamo avuto l'impressione di intravedere il poeta tra i vicoli antichi della sua città d'elezione.
CASA DI ARIOSTO - PARVA, SED APTA MIHI (PICCOLA, MA ADATTA A ME)
Benché nato a Reggio Emilia, Ariosto visse per la maggior parte a Ferrara, dove studiò filosofia nell'Università cittadina. La prima dimora che ospitò il poeta è tuttora esistente, anche se non visitabile: situata in via Gioco del Pallone, mantiene ancora sulla facciata lo stemma familiare apposto anche sulla tomba dell'autore del Furioso. Nella via omonima invece è posta l'abitazione acquistata da Ariosto nel 1529, famosa per l'iscrizione "Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida..." (piccola, ma adatta a me, comprata con denaro mio, decorosa...). Gli storici si dividono sulla paternità della scritta, ma lo spirito sembra rispecchiare quello ariosteo, spesso in affanno per le vicissitudini economiche familiari e incline alla sobrietà. «In casa mia mi sa meglio una rapa... che all'altrui mensa tordo, starna o porco selvaggio; e così sotto una vil coltre... ben mi corco» scriveva infatti lui nella terza delle sue Satire.
Già la facciata, in semplici mattoni di cotto, si discosta dallo sfarzo di altri edifici signorili cittadini coevi, quali palazzo Bentivoglio (in via Garibaldi) e palazzo Roverella (in corso della Giovecca), ricchi di statue, fregi e marmi. Non ci ha quindi stupito che non siano stati tramandati molti oggetti di proprietà del poeta, tra cui una sedia e un calco del suo calamaio in esposizione al piano superiore. Presente però un libro firmato da visitatori di varie epoche, tra cui il compositore Giuseppe Verdi e lo scrittore Alberto Moravia. In un'ottica di valorizzazione del patrimonio storico artistico, lo spazio è utilizzato anche per concerti, esposizioni e presentazioni di libri.
TOMBA DI ARIOSTO - L'AVVENTURA CHE NON TI ASPETTI
Abbiamo vissuto la visita alla sepoltura dell'autore del Furioso come una piccolissima avventura: di quelle a lieto fine, naturalmente, e che fanno ricordare quanto l'Italia, dal punto di vista storico-artistico, sia una nazione senza pari. Dal 1801 infatti il monumento funebre al poeta, eretto nel 1612, è conservato a palazzo Paradiso, costruzione trecentesca oggi sede della biblioteca storica della città. L'ingresso nell'edificio regala un bellissimo colpo d'occhio su un cortile in cui gli studenti hanno a disposizione un'area tranquilla tra mura antiche. La salita al piano superiore della biblioteca si compie percorrendo una scalinata decorata da busti marmorei; ai lati sono visibili targhe che ricordano la frequentazione dell'università locale da parte del naturalista svizzero Paracelso (1493-1541) e di Copernico.
Ma per raggiungere il mausoleo è necessario dapprima attraversare alcune sale, in cui i tavoli coperti da libri di studio e affollati dagli universitari sono intervallati da antiche sculture e sovrastati dagli affreschi dei soffitti, che raffigurano la vita di corte e le tematiche dei poemi cavallereschi. Alle pareti, al di sopra degli scaffali a consultazione di libri e riviste, spiccano incisioni ottocentesche del fiorentino Luigi Sabatelli e quadri ad olio datati dal Seicento in poi. Una volta arrivati nella sala che ospita il monumento funebre siamo stati colpiti dalla presenza di armadi disposti lungo i muri dell'ampio spazio rettangolare, in cui sono conservati volumi antichi: una soluzione plausibile con il luogo, ma inusuale per un monumento funebre.
La tomba, in marmi bicolori e attorniata da affreschi, è composta da un busto del poeta affiancato dalle statue della Fama (con la tromba) e della Poesia (con la corona d'alloro). Alle colonne e ai basamenti di stile classico-rinascimentale si accompagnano putti e grappoli di frutta che tradiscono la fattura seicentesca dell'opera, dello scultore ferrarese Alessandro Nani. Al momento, in concomitanza con la mostra di palazzo dei Diamanti, nel centro della sala sono poste delle teche in cui sono esposte edizioni rare del Furioso. Abbiamo concluso la visita  recandoci in sala Riminaldi, in cui sono visibili 19 quadri settecenteschi che ritraggono altrettanti cardinali.
PIAZZA ARIOSTO - UN ANGOLO VERDE DAL GUSTO ANTICO
Circondata dal verde, protetta dal traffico e di sapore europeo per l'estensione: la grande campitura a prato che ospita una colonna con la statua del poeta ci ha affascinato per più motivi. Innanzitutto perché Piazza Ariosto dona respiro, nella planimetria cittadina, all'avvicendarsi di vicoli stretti e di origine medioevale con aree più ampie, rinascimentali, a chiara dimostrazione della volontà estense di affermare potere e ricchezza.
La piazza infatti porta la firma di Biagio Rossetti, l'architetto che ha progettato il Palazzo dei Diamanti, ed è sorta in seguito al programma di ampliamento della città voluto da Ercole I d'Este, duca di Ferrara dal 1471 al 1505, secondo il cosiddetto piano di "Addizione Erculea". La forma ovale in cui è stato organizzato lo spazio richiama poi giostre e tornei di antica memoria: il palio ferrarese, creato nel 1279 e ancora oggi in cartellone nell'ultima domenica di maggio nell'anello che circonda la vasta aiuola, è infatti il più antico al mondo. Il monumento all'Ariosto, eretto sul'altissimo pilastro decorato secondo il gusto classico - rinascimentale con foglie d'acanto, mostra il poeta cinto da una corona d'alloro, una lira sul braccio sinistro a perpetuarne la fama letteraria. I bei portici di palazzo Strozzi che si affacciano sulla piazza, a loro volta disegnati da Rossetti, ci hanno regalato un'ultima suggestione del tempo che fu.

«Di più direi; ma di men dir bisogna». L. Ariosto, Orlando Furioso, canto XXVI.


 
INFORMAZIONI 
- Casa di Ariosto, via L. Ariosto 67, autobus 3/C. Apertura: mart. - dom. 10.00 - 12.30, 16.00 - 18.00. Ingresso gratuito.
- Tomba di Ariosto, Biblioteca Ariostea, via Scienze 17, autobus 2. Apertura lun. - ven. 9.00 - 19.00, sabato 9.00 - 13.00, ingresso gratuito, sito web. Una descrizione dettagliata delle opere artistiche contenute nella biblioteca è consultabile al sito dedicato.
- Nostra scheda sulla mostra "Orlando Furioso 500 anni"
- Il portale turistico della provincia è www.ferraraterraeacqua.it.
- Noleggi bici: pagina dedicata del portale.
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