Questo è il racconto di due giorni in bicicletta in Lombardia, sulla pista ciclabile dell'Adda. Ce l'hanno mandato Luca Zironi e Francesca Schintu, due appassionati cicloturisti: laurea in filosofia lui, laurea in architettura e dottorato in storia dell'architettura lei, amano esplorare l'Italia percorrendo le principali ciclabili sparse sul territorio, cercando di lasciare qualche resoconto scritto, per fare un po' di "proselitismo alla causa". Seguite le loro tracce!

La ciclovia dell'Adda permette di pedalare in due giornate da Tirano a Milano. Il percorso attraversa la Valtellina, affianca Lecco e il suo lago per poi seguire l'Adda tenendolo alla popria sinistra. Fino a Fara Gera d'Adda è un piacevole falsopiano in discesa che permette di attraversare boschi e scorci sulle rapide.

Il paesaggio ha beneficiato degli interventi di Leonardo da Vinci che ancora si vedono nelle chiuse e nel passaggio del traghetto a fune. Le storica centrale idroelettrica Taccani è l'ultima sosta prima di imboccare la ciclabile che costeggia il Naviglio della Martesana, da seguire fino alla Stazione centrale di Milano.

TAPPA 1 – DA TIRANO A COLICO
È una splendida mattinata in Valtellina, il sole è luminoso e caldo, anche più del dovuto. La Svizzera è a un passo, letteralmente. A Tirano sei già oltre. E c’è un trenino rosso che, come una giostra, attraversa le montagne sino a St. Moritz. Ma questa è un’altra storia. 
Colazione al bar della stazione con immancabili croissants, peraltro enormi e squisiti. L’ingresso alla pista ciclabile della Valtellina è oltre i binari e può essere raggiunto attraverso una scalinata pedonale che, con le biciclette, preferiamo evitare. Verso sud infatti (dopo meno di un chilometro), la pista è più facilmente accessibile dalla strada principale.
Il fiume Adda è ora il nostro compagno di viaggio e lo sarà, cambiando gradualmente aspetto, per quasi tutto l’intero percorso. Campi di pannocchie si succedono nel fondovalle, la ciclabile è ben tenuta e ben indicata. Certi passaggi in alcuni villaggi montani sono molto suggestivi (è apprezzabile la volontà di obbligare il cicloturista ad attraversarli, per consegnargli un’esperienza non solo naturalistica).
All’altezza del comune di Castello dell’Acqua (venti chilometri dopo Tirano) ci fermiamo un attimo per apprezzare un paesaggio di eccezionale bellezza: le montagne orlano la valle e il fiume serpeggia con un ritmo molto forte, quasi una musica. Sulla sinistra notiamo una farmacia, proprio a ridosso della ciclabile.
Verso Sondrio la pista offre un meraviglioso e raro esempio di quella che milioni di anni fa doveva essere un’immensa foresta ripariale. Incontriamo diverse aree picnic, ben attrezzate, provviste di fontane, barbecue e giochi per bambini. Prima di arrivare a Morbegno la ciclabile si interrompe e dobbiamo proseguire su una strada secondaria e poi, per circa 3 km, lungo una statale molto trafficata dove bisogna procedere con prudenza.
A Morbegno facciamo una piccola sosta e prima di ripartire scoviamo l’entrata dell’antica via Priula (XVI secolo), una strada commerciale di importanza strategica che ai tempi della Repubblica di Venezia collegava Bergamo a Morbegno (risparmiando così alla Serenissima i pesanti dazi fissati dal Ducato di Milano per le merci che transitavano nel suo territorio).
 Almeno il primo tratto sembra impraticabile per le nostre biciclette (e per le nostre gambe), quindi ritorniamo sulla ciclabile sotto lo sguardo fiero del leone di San Marco che ancora vigila nello stendardo. Per raggiungere Colico aumentiamo il ritmo e ci capita spesso di incontrare animali, soprattutto capre e cavalli, che pascolano tranquillamente ai lati della pista.
Ora siamo sulla sponda sinistra dell’Adda, il fondo della ciclabile si alterna tra uno sterrato perfettamente manutenuto e l’asfalto. Arriviamo sul lago di Como al tramonto. Una meravigliosa passeggiata sul lungo lago ci conduce direttamente a Colico. Ad oggi, la ciclopista della Valtellina termina qui, dopo circa 80 Km di splendide montagne e vallate che ancora conservano i loro autentici sapori.
Alloggiamo in una pensione situata su via Nazionale, dove i proprietari si fanno gentilmente carico delle nostre biciclette e ci consigliano un’ottima pizzeria raggiungibile con una passeggiata di dieci minuti. Il ristorante-pizzeria Da Maria è molto semplice, informale, ma la pizza è eccellente.
L’indomani arriviamo di buon mattino alla stazione centrale. Siamo costretti a ricorrere al treno perché è davvero impossibile raggiungere Lecco in bicicletta: nel tratto Colico-Lecco la ciclabile non esiste e la strada principale, trafficatissima e piena di gallerie, è molto pericolosa. Ma il treno è puntuale e approfittiamo per scendere a Varenna, uno dei borghi più pittoreschi di questa zona (proprio di fronte a Bellagio, cui è collegata tramite un servizio di traghetti). Con i suoi ripidi vicoli che paiono gettarsi nel lago, Varenna merita certamente una visita.
TAPPA 2 - DA LECCO A MILANO
Giunti a Lecco, scopriamo un’inaspettata città frenetica, dinamica e molto affollata. Da qui la ciclabile prende il nome di Ciclovia dei Laghi ed è davvero piacevole incontrare un gran numero di ciclisti e pedoni (soprattutto famiglie con bambini) in questa perfetta giornata di sole.
All’altezza di Olginate, si trovano servizi igienici pubblici, puliti e confortevoli. Poco distante sorge la biblioteca comunale e non possiamo fare a meno di notare un cartello che invita i passanti a suonare un simpatico pianoforte a muro. Ovviamente non ci tiriamo indietro.
Lasciata Olginate alle nostre spalle, prende avvio la parte più selvaggia della ciclopista dell’Adda, un divertente cross-country nell’intrico della boscaglia e qualche single-track. Ci sono parecchie fontane lungo il percorso. 
Dopo Brivio, presso Imbersago, inizia l’eco-museo dedicato al genio di Leonardo da Vinci. Il maestro ha vissuto per anni presso la villa Melzi d’Eril a Vaprio (quando era al servizio di Ludovico il Moro), perfezionando un efficiente sistema di chiuse per rendere navigabile l’Adda nel tratto tra Paderno e Cornate.
Per noi è un’autentica novità attraversare un museo in bicicletta. Straordinario. In questa speciale “galleria” a cielo aperto si possono apprezzare le antiche chiuse in legno, alcuni centri d’esposizione e, soprattutto, il traghetto leonardesco, tuttora in funzione, che collega le due sponde del fiume sfruttando la sola forza della corrente (una fune metallica che scorre su di un rullo lo mantiene sulla rotta).
Nelle giornate più afose, presso Porto d’Adda, è possibile ristorarsi nelle famose “piscinette”: due piccole vasche artificiali che convogliano le fresche acque del naviglio verso il fiume. Molto apprezzate, a giudicare dall’affluenza, queste vasche vantano un sistema di infrastrutture che comprende piattaforme in legno (per stendersi al sole) e una scaletta per salire e scendere dal ponticello sul naviglio.
All’altezza di Trezzo sull’Adda si staglia, imponente, la centrale idroelettrica Taccani (ancora attiva, ora proprietà Enel), progettata agli inizi del Novecento dall’architetto Gaetano Moretti per fornire energia al celebre cotonificio Crespi. Con le sue architetture eclettiche costituisce un esempio interessante di archeologia industriale, ben integrato nel contesto ambientale e in grado di trasformarsi in location d’eccezione per eventi culturali e mostre d’arte. La ciclabile dell’Adda termina qui.
Per arrivare a Milano si prosegue lungo la ciclopista del Naviglio della Martesana (il Naviglio Piccolo), che ancora porta l’effigie del genio leonardesco. All’altezza dell’imponente ruota idraulica di Cassano d’Adda (che si dice sia stata progettata da Leonardo in persona), di fronte alla gelateria Moose, troviamo un utilissimo corner per piccole riparazioni a disposizione dei cicloturisti. Siamo già nelle immediate vicinanze di Milano, ma ancora veniamo sorpresi da inaspettati e gradevolissimi scorci.
Da questo punto in avanti sono a disposizione diversi treni (che prevedono il trasporto delle biciclette) per raggiungere facilmente il centro città. Noi preferiamo continuare lungo la ciclabile del Naviglio Martesana e completare il nostro itinerario alla stazione Centrale.
Nonostante i 160 Km che abbiamo percorso si snodino attraverso tre differenti ciclovie (Valtellina, Adda, Martesana), tra l’una e l’altra vi è una perfetta continuità, sia logistica che geografica. Il fiume Adda, ora placido e silenzioso, a tratti rapido e vorticoso, rimane una costante per tutto il tragitto. L’invito è quello di ripercorrere per intero questo magnifico itinerario (alla portata di tutti) godendo della bellezza dei luoghi e delle persone che sicuramente incontrerete. 
INFORMAZIONI
- Per raggiungere Tirano (in Valtellina) da Milano: www.trenitalia.it. Ci sono molti treni a disposizione con servizio bici al seguito.
Il trenino Rosso del Bernina, e il suo spettacolare viaggio dentro le Alpi.
- Per avere informazioni utili sul Sentiero Valtellina sito web dedicato 
- A proposito della ciclabile dell’Adda sito web dedicato 
- Per l’eco-museo di Leonardo sito web dedicato