Il Bianchello del Metauro è un vino bianco DOC prodotto nella provincia di Pesaro e Urbino. I suoi confini abbracciano una fascia di colline che dal mare Adriatico risale verso l'interno, lungo le sponde del fiume Metauro, il principale fiume della regione Marche.
 
Lungo 121 km, il Metauro deve il nome alla fusione dei nomi dei due rami che lo originano: i torrenti Meta (che scende dal valico appenninico di Bocca Trabaria) e Auro (che scende dal Monte Maggiore). Lungo il suo corso verso l’Adriatico, il Metauro bagna fra l’altro Sant'Angelo in Vado – dove forma la cascata del Sasso –, Urbania, Fermignano e Fossombrone dove, presso la Forra di San Lazzaro, riceve il suo principale affluente, il Candigliano. Proseguendo, giunge nel territorio di Colli al Metauro, dove inizia il suo tratto di pianura e va infine a sfociare nell'Adriatico poco a sud di Fano.
50 ANNI DI DOC
Riscoprire il Bianchello del Metauro, questa doc marchigiana che nel 2019 compie 50 anni, è l’occasione per esplorare il territorio attorno a questo fiume, poco conosciuto fuori dai confini regionali, ma ricco di piccoli centri suggestivi e ricchi di storia. Senza dimenticare Urbino, importantissimo centro rinascimentale grazie ai Montefeltro e a Raffaello, e Acqualagna, la piccola capitale del tartufo sull’Appennino, entrambi poco fuori dal territorio della doc.
Fossombrone, piccolo centro malatestiano affacciato sul Metauro.
FOSSOMBRONE E LE MARMITTE DEI GIGANTI
Il tratto appenninico del Metauro è senza dubbio il più spettacolare:
è qui che forma la gola del Furlo, presso Acqualagna –  siamo nella Riserva naturale statale della Gola del Furlo  –, ed è sempre qui, all’altezza di Fossombrone, che subito dopo la confluenza dei due fiumi troviamo un vero e proprio canyon. Le Marmitte dei Giganti raggiungono un altezza di circa 30 metri. Affacciandosi dal ponte di San Lazzaro di Fossombrone lo spettacolo è suggestivo e non è raro vedere praticato il rafting.
Le Marmitte dei Giganti del fiume Metauro presso Fossombrone
Centro medievale disteso sul pendio di un colle, dominato dai ruderi della Rocca malatestiana, Fossombrone è una piccola Urbino, per le architetture che lo caratterizzano e per il suo essere stata a lungo sotto i Montefeltro. Nel suo centro storico spiccano i palazzi nobili di corso Garibaldi, la chiesa di S. Francesco e la Cattedrale, il Palazzo Ducale con la Corte alta.
Per una sosta golosa e che valorizzi i sapori del territorio, consigliamo l’Antico Furlo, albergo ristorante presso le omonime gole, che ha il tartufo fra i suoi cavalli di battaglia e una cantina non solo ricca, ma di rara bellezza.
Fossombrone, la cantina del ristorante Antico Furlo
TERRACRUDA, FRATTE ROSA
Entrato nel territorio della doc Bianchello, il Metauro proseguendo il suo corso verso valle circondato da dolci colline coperte da vigneti e dove sorgono le cantine. Fra queste spicca Terracruda, che produce vini di qualità provenienti solo da vitigni autoctoni. Le basse rese per ettaro, la raccolta a mano in quattro passaggi in vigna, la selezione in cantina fanno parte della filosofia aziendale che alla quantità da sempre predilige la qualità. E’ anche grazie al lavoro di questa cantina, che assieme ad altre otto ha dato vita vita al progetto “Bianchello d’Autore”, che questo bianco fresco, beverino, “luminoso” come spesso è stato definito, si sta affrancando dal cliché di vino della tavola contadina con cui era considerato fino a pochi anni fa. Composto per il 95% di Biancame e per 5% massimo da Malvasia Bianca Lunga, il bianchello del Metauro ha radici antichissime: ne parlava già lo storico romano Tacito a proposito della Battaglia del Metauro del 207 a.C.: si narra che il troppo vino – bianchello appunto – bevuto dai Cartaginesi avrebbe agevolato la vittoria dei Romani. Il “Bianchello d’Autore” è prodotto da 9 cantine artefici di quasi 40 diverse etichette tra fermo, passito e spumante.
Adiacente all’azienda vitivinicola Terracruda si trova l’omonimo agriturismo, un tradizionale casolare di campagna ristrutturato, da cui sono stati ricavati quattro appartamenti indipendenti. In estate è possibile rilassarsi nella piscina e prendere il sole immersi nel verde, oltre a degustare nel ristorante e in cantina i frutti della terra.
Bianchello d'autore, la sala di degustazione della cantina Terracruda
Siamo a Fratte Rosa, in provincia di Pesaro Urbino. Un piccolo borgo che fino all’Ottocento si chiamava solo Fratte, poi è stato aggiunto Rosa, probabilmente per la colorazione tipica dei mattoni delle case. Fratte Rosa è conosciuta per la produzione di terrecotte e nel locale convento di S. Vittoria è ospitato un Museo di Terrecotte.
 
Un consiglio: se passate da Fratte Rosa, trascorrete mezza giornata nella bottega di Daniele Giombi, artigiano e artista, per assistere alla creazioni delle opere in terracotta. Tra i luoghi di interesse artistico e culturale, da vedere anche la chiesa di S. Giorgio, il Palazzo Comunale, il Pozzo Malatestiano (sec. XIV), la chiesa di S. Maria in Castagneto, ricostruita nel XVIII secolo sui resti di un’antica Pieve medievale, il già citato Convento di S. Vittoria, originario del 1200.
Le colline attorno a Fratte Rosa, cuore della doc del Bianchello del Metauro
LA BANDIERA ARANCIONE NELLE TERRE DI ROBIN HOOD
Restando sulla sponda destra del Metauro e sempre nel territorio della doc, troviamo Mondavio, splendida cittadina e borgo certificato Bandiera arancione Tci. Ancora oggi protetta da una cinta muraria, Mondavio vanta una poderosa rocca e conserva nei palazzi e nelle chiese i segni di un passato glorioso animato dalle dominazioni delle famiglie dei Malatesta, dei Piccolomini, dei Medici, dei Montefeltro e dei Della Rovere.
Davanti alla Rocca di Mondavio, il nostro suggerimento è per il ristorante dell’albergo La Palomba: fiore all’occhiello, la pasta fatta in casa da una cucina tutta femminile. Altrettanto buono, ma ancor più suggestivo come location Fravento Cibo e vino, ospitato nel cinquecentesco Convento dei Cappuccini di Mondavio (tel. 0721.97207)
 
A Barchi, a due passi da Mondavio, si trova l’azienda Fiorini, un’altra cantina del progetto Bianchello d’autore. Immersa nelle colline marchigiane, con oltre 100 ettari di terra interamente a conduzione biologica, la cantina Fiorini custodisce da più di 100 anni una storia di cultura, etica e rispetto. Luigi Fiorini nel 1930 piantò il primo vigneto, il figlio Valentino, agronomo, portò avanti il lavoro affiancato dalla moglie Silvana; la nipote Carla, enologa, guida l’azienda insieme al marito Paolo e ai loro tre figli. Accanto alla cantina oggi c'è un casale ristrutturato con piscina, circondato da vigneti e uliveti. E naturalmente è possibile visitare cantina e frantoio, entrambi aperti per degustazioni guidate.
La Rocca di Mondavio
Barchi (dal 2017 nel Comune di Terre Roveresche) è una bella cittadina ricca di testimonianze storiche: il centro storico è stato progettato quasi interamente nel cinquecento dall’architetto Filippo Terzi. Fu lui a progettare il Palazzo comunale, con annessa Torre Civica munita di orologio, sulla struttura di un precedente castello quattrocentesco; al Terzi si devono anche la chiesa della Santissima Resurrezione e l’elegante Palazzo Ducale.
Il paese ospita anche un piccolo museo dell’artigianato locale, il Museo orci e orciai e banda Grossi, che racconta la lavorazione della terracotta e le vicende del brigante Terenzio Grossi, che agì con la sua banda intorno al 1860 e fu visto come una sorta di Robin Hood dai contadini vessati dal neonato Regno d’Italia.
Vigneti a Monteciccardo, sulla sponda sinistra del Metauro
ARTE E VINI NEL CONVENTINO
Sul versante opposto della valle del Metauro, ormai a una quindicina di chilometri dal mare Adriatico c’è un’altra tappa del nostro itinerario enogastronomico: Monteciccardo. Qui l'azienda agricola biologica il Conventino produce 4.000 bottiglie di Brecce di Tufo, Bianchello del Metauro doc seguendo il ritmo delle stagioni e i dettami di Egidio Marcantoni, che ancora oggi guida l’azienda assieme al figlio Mattia. La cantina “Il Conventino di Monteciccardo” organizza degustazioni guidate, visite alla cantina e visite al frantoio su prenotazione. Ad accompagnare le degustazioni saranno i prodotti del territorio.
La cantina deve il nome all’antico convento dei Servi di Maria con relativa chiesa e campanile, che è uno dei luoghi da non perdere a Monteciccardo, paese ancora oggi circondato da mura e che conserva minime tracce dell’antica rocca malatestiana. La costruzione del Conventino fu iniziata nel 1517 e si protrasse con successivi ampliamenti e interventi fino al 1798. Di recente restaurato, è anche sede del Museo d'Arte Moderna, di mostre e di varie manifestazioni culturali. La annessa chiesa di S. Maria delle Grazie, ospita inoltre concerti e rappresentazioni.
UN BRINDISI SUL MARE
La doc, come il Metauro, raggiunge la costa all’altezza di Fano, località balneare di fondazione romana che ebbe particolare importanza all’epoca dello Stato pontificio. Ospita un meraviglioso, antichissimo Carnevale e fra i suoi fiori all’occhiello ha l’arco di Augusto, l’ex chiesa di S. Michele, il Palazzo Malatesta.
Qui non vi suggeriamo una cantina ma direttamente un ristorante davanti al mare. Si chiama semplicemente Al mare, è in zona Sassonia ed è affidato al giovane (e bellissimo) chef Antonio Scarantino. Ovviamente il pesce fresco è il protagonista dei vari menu, mentre nella carta dei vini i primi tre sono Bianchello del Metauro. Noblesse oblige.
Antonio Scarantino, classe 1988, chef del ristorante Al mare di Fano.
GUIDE E APPROFONDIMENTI
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- Per scoprire il meglio dell'enologia locale, ecco la guida Vinibuoni d'Italia 2019.
- Sul sito dei borghi Bandiera arancione, tutte le info sul Comune di Mondavio, alle porte del Montefeltro, e su tutti gli oltre 200 Comuni Bandiera arancione d'Italia, perle dell'entroterra tutte da scoprire