Scogliere d’Alabastro a picco sull’Atlantico, spiagge di sabbia che sembrano non finire mai e fiumi che disegnano nel verde intenso di prati e boschi, borghi medievali stretti intorno ai campanili, abbazie e castelli sperduti nella campagna, e greggi al pascolo ovunque. La Normandia è anche questo, ma è anche la terra del D-Day e delle maree vertiginose di Le Mont St. Michel. Vederla per la prima volta o tornarci regala una sensazione di sorpresa e straniamento, sarà merito dei cieli atlantici, che sembrano divertirsi a sorprenderci con acquazzoni improvvisi, brume letterarie e squarci di azzurro vivido e intenso.
Arrivarci in auto dall’Italia è impegnativo, ma vista la relativa vicinanza a Parigi e ai suoi aeroporti la soluzione più agevole (soprattutto per una vacanza breve) è quella di atterrare in uno degli aeroporti che circondano Parigi e noleggiare un mezzo privato, perché no, magari mettendo sul tavolo l’opzione di organizzarsi in un gruppo di amici e godersi il comfort di un van, ideale per soste e spuntini corroboranti.
Etretat, le falesie sulla costa di Alabastro
LA HAUTE NORMANDIE, DA ROUEN A LE HAVRE
Si guida in una delle aree più fertili della Francia. I paesaggi sono punteggiati da mulini, castelli che si specchiano nell’acqua, fattorie trasformate in benestanti “buen retiro”. Siamo nella campagna dell’Eure dove protagonista è il corso tortuoso della Senna che sembra voler ritardare fino all’ultimo l’incontro rude con l’Oceano.
Ma prima di godervi il panorama curva dopo curva, il consiglio è di trascorrere almeno una notte nella fascinosa Rouen, capoluogo dell’Alta Normandia e legata a doppio filo con l’epilogo tragico della vita sacrificata di Giovanna d’Arco, santa e patrona di Francia. Rouen è uno dei porti fluviali più importanti di Francia ma è anche una citta-museo, ricchissima di eventi. Per il 2018 segnatevi la grande parata dell’Armada de Rouen, una sfilata sulla Senna di velieri storici che si tiene ha luogo ogni cinque anni. Da non perdere la visita alla Cathédrale de Notre-Dame, la chiesa principale della città, soggetto replicato in più cromie nelle tele impressioniste di Monet.
L'atmosfera notturna di Rouen 
Monasteri, fortezze e minuscoli borghi segnano i dintorni di Rouen, che si può lasciare sulla D982 verso ovest, seguendo a bassi giri la “strada delle abbazie”, allungata nel Parco naturale regionale delle anse della Senna normanna. Se si vogliono accelerare i tempi si può imboccare la A131 e quindi proseguire sulla N282, direttrici che vi porteranno a lasciare l’auto per la seconda tappa del viaggio, le Havre. Le Havre si è “ricomposta” lentamente dopo le devastazioni della Seconda Guerra mondiale. Uno sforzo premiato dall’Unesco che oggi ne riconosce il valore storico, accentuato dalla bellezza folgorante delle scogliere che disegnano i confini con l’Atlantico.
Noi (e non solo noi) abbiamo dipinto questo aspro litorale come la “costa d’alabastro”, per il colore bianco delle sue falesie che strapiombano sull’oceano. L’occasione è imperdibile per guidare alla ricerca delle terrazze naturali più scenografiche della regione: da Ste-Adresse a Etretat, la cui baia è delimitata da due scogliere che raggiungono gli 85 metri d’altezza. Poi si può proseguire verso Yport e Le Tréport, per ammirare strapiombi di roccia mozzafiato. E a le Tréport non fatevi scappare l’esperienza di guadagnare il belvedere da una funicolare del 1950.
La vista delle scogliere vertiginose di Etreat
LE DUE FACCE DI CAEN, LA COSTA DEGLI ARTISTI E IL “VALLO ATLANTICO”
Ripartendo da Le Havre si supera il letto della Senna sulla A29 che confluisce nella A13. Sono quasi cento chilometri di percorso, che in mancanza di condizioni particolarmente ostili si coprono in poco più di un ora di viaggio. Ecco la base della seconda parte del nostro itinerario: la piccola e graziosa Caen, con il reticolo di vie che si allargano dallo Chateau, con le opere preziose custodite dal Musée de Normandie (nato simbolicamente a guerra finita, nel 1946), e soprattutto con il più completo ed emozionante museo dedicato alla Seconda Guerra mondiale, che con lo Sbarco alleato ebbe a Caen, il 6 giugno del 1944, uno dei nodi cruciali sul fronte occidentale. 
La sera a Caen si può lasciare il volante e impugnare forchetta e coltello (o più spesso a queste latitudini, il cucchiaio) e avventurarsi tra le specialità gastronomiche del territorio, dalle Coquilles Saint-Jaques alla celebre Tripe à la mode de Caen (15 ore di preparazione, meglio avvisare i ristoratori…), dalle Escalope normande alla Tarte normande alle mele, per chiudere in dolcezza con la Teurgoule, una torta semplice di riso e latte insaporita da vaniglia e cannella.
Ora si può ripartire di slancio a est di Caen alla scoperta della cosiddetta Côte Fleurie, scandita da una successione emozionante di spiagge di sabbia incorniciate da pareti rocciose. Un paesaggio ispiratore di artisti e viaggiatori romantici, poeti e musicisti la cui frequentazione assidua contribuì a modellare lo stile costruttivo locale in una sorta di “architettura balneare” con alberghi simili a castelli e ville dagli stili eclettici, neogotici o fermamente ancorati allo stile locale.
A ovest di Caen il languore e l’eccitazione artistica lasciano il posto alla memoria dei luoghi del D-Day, che portò nella Francia occupata l’esercito degli Alleati. Lungo tutta la costa si incontrano i segni dello Sbarco, raccolti in un grande museo diffuso che si compone delle spiagge teatro del fatidico giorno: Gold, Juno, Omaha, Sword e Utah sono i nomi in codice dati dal genio alleato alle profonde baie della normandia.
Il memoriale della Seconda Guerra Mondiale a Caen
SULLA ROUTE DES CAPS, DALLA PENISOLA DELLA HAGUE A LE MONT SAINT MICHEL
Qui e ora! Con questo imperativo affrontiamo la terza e ultima parte dell’itinerario. Accendete i sensi e godetevi la strada costiera (D901) che dalla rada di Cherbourg conduce in direzione nord ovest fino alla fascinosa (e temuta dai naviganti) Raz Blanchard, l’ultimo lembo di terra francese proteso nel canale della Manica. Ampie sono infatti le viste sulle scogliere a picco sul mare che quasi per contrasto ospitano borghi tradizionali e pittoreschi. Non è un caso se il poeta Jacques Prévert scelse come sua ultima dimora Omonville-la-Petite, uno dei villaggi più piccoli (e visitati) della regione.
Si riparte sulla D650, seguendo il versante ovest della penisola del Cotentin, non dimenticandosi di fermarsi ad ammirare la cattedrale gotica di Coutances. Una pausa sulle mura fortificate battute dal vento e dalle onde di Granville e in poco più di mezz’ora di guida sulla D973 si arriva ad Avranche, la porta per accedere all’incanto di Mont-Saint-Michel, che da qui si può godere in una delle vedute più emozionanti.
Eccola, l’abbazia medievale che la leggenda attribuisce alla volontà dell’arcangelo Michele, apparso in sogno al vescovo di Avranches alla fine del XVIII secolo. I primi monaci arrivarono nel 969 a costruire l’abbazia, su cui in seguito venne eretto il borgo fortificato, un castello solitario tra i banchi di sabbia marina, che il sole e le maree dipingono di luci e colori.
La cattedrale solitaria e surreale di Mont-Saint-Michel
LA NORMANDIA RACCONTATA DAL TCI
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