Torna la bella stagione e con essa la voglia di gite all’aria aperta. Sfogliando la nuova Guida Touring Italia in bicicletta abbiamo trovato ben 100 idee e percorsi su due ruote. Oggi abbiamo scelto per voi i 10 itinerari più duri. Quelli che mettono alla prova i campioni. Quelli che sono stati, e saranno ancora in futuro, protagonisti delle più belle tappe di montagna del Giro d’Italia


 

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L’edizione 2015 della Guida Touring “Italia in bicicletta” propone un totale di 100 itinerari a pedali, fra ecoways, ciclabili e itinerari di vacanze, che vanno dalla gita breve al percorso a tappe. Di ogni percorso trovate la descrizione generale del territorio e quella dettagliata dell’itinerario, corredato da fotografie a colori, cartografia, road book tappa per tappa e info di viaggio.

Negli itinerari è presente anche un ricco apparato di informazioni pratiche per i ciclisti, dai meccanici ciclisti alle strutture ricettive "bike friendly".

 

1. PIEMONTE - Il tracciolino e la galleria Rosazza
Il Giro d’Italia è salito 4 volte al Sacro Monte di Oropa: la più emozionante è stata quella del 30 maggio 1999, tappa Racconigi-Oropa. Marco Pantani rimane appiedato da un salto di catena a 8 km dall’arrivo. Con una straordinaria rincorsa riprende il gruppo, lo stacca e vince in solitudine.
Il primo itinerario che proponiamo è un omaggio a quello sfortunato campione. Sono 63 km, con un dislivello in salita di 1275 metri: sarà uno dei più leggeri. Si parte da Biella, ci si muove su strade asfaltate toccando diversi santuari, di Graglia, della Trappa, perfino un monastero buddista, prima di arrivare a Oropa, salire ancora alla Galleria Rosazza (1897) e all’abitato di Rosazza, dai singolari palazzi eclettici, e discendere infine verso Biella.

2. PIEMONTE - In val Curone e val Borbera
Un altro itinerario tosto, 97 km per 1300 metri di dislivello. Qui si allenavano fra gli altri, due leggende: Fausto Coppi e Costante Girardengo. Strade asfaltate e un ampio anello (in realtà una T capovolta) che parte e arriva a Pontecurone (Alessandria). Fra le tappe, Garbagna, che fu uno dei “sette feudi imperiali” concessi all’ammiraglio Andrea Doria da Carlo V; Borgo Adorno, con il castello del 1100 fatto costruire dai genovesi Spinola, e Giarolo celebre per i suoi salumi, che con i suoi 810 metri costituisce la vetta più alta dell’itinerario.

3. LOMBARDIA - Il Ghisallo
Se chiedete a un ciclista di raccontarvi il Ghisallo, vi risponderà: una salita, una chiesetta di pietra, il lago, la fatica. Il percorso è duro ma non durissimo, e a metà si rifiata. Non è neppure lungo: se lo si affronta seguendo il percorso proposto nella guida sono 47 km per 800 metri di dislivello (punto di riferimento e di partenza, la stazione ferroviaria di Canzo-Asso). Ma è un classico e il panorama che regala sul lago di Como è unico. In più, a Magreglio, c’è il Museo del ciclismo Madonna del Ghisallo, imperdibile per gli appassionati.

4. LOMBARDIA - Re Stelvio
Un altro anello con ben quattro passi, lo Stelvio, il Fuorn in Svizzera, il passo d’Eira e il Foscagno tornando in Italia dopo Livigno. Punto di partenza e arrivo, Bormio in Valtellina (Sondrio). Lunghezza, 113 km, dislivello 2721: stavolta si fa sul serio. Del resto si parla della cima Coppi per eccellenza, il valico più alto mai raggiunto nella storia dal Giro d’Italia.  L’itinerario è bellissimo e si attraversano due parchi nazionali, lo Stelvio e quello svizzero. Se non siete più che allenati, fatelo in auto.

5. LOMBARDIA - Il temibile Mortirolo
sempre in Valtellina, da Tirano sale un’altra storica salita del Giro d’Italia: il Mortirolo. Appena 55 km, dislivello di 1300 metri, con la salita più tagliagambe che ci sia: quella fra Mazzo in Valtellina e il Passo del Mortirolo, 12.5 km con una pendenza media del 10,4% e punte del 18%. Ci vogliono gambe, cuore, polmoni. In più la strada è stretta e occorre molta prudenza, soprattutto in discesa. Quest'anno il Giro d'Italia arriva al Mortirolo dal passo del Tonale, il 26 maggio: la tappa è la Pinzolo-Aprica di 177 km. Sul Mortirolo, il record per un professionista lo fece segnare Ivan Gotti, percorrendo nel 1996 questi 12,5 km in 42’40”. Regolatevi.

6. ALTO ADIGE-VENETO - Il giro dei quattro passi
Se un amico ciclista vi invita a fare quattro passi, verificate bene cosa intende. Potreste trovarvi ad affrontare uno dei tracciati più belli ma anche impegnativi dell’intero arco alpino. Quello che da Selva di Val Gardena (Bolzano) sale a passo Gardena, passo di Campolongo, passo Pordoi, passo Sella. Solo 62 km, con un dislivello devastante: 2342 metri. Intorno, il parco naturale Fanes-Senes-Braies, Ortisei, le Dolomiti. Se avete tempo, spezzettatelo: diviso in due, o magari in quattro mini-tappe diventa più accessibile. I panorami, invece, restano di una bellezza ineguagliabile. Attenti al traffico, soprattutto d’estate.

7.  TRENTINO-VENETO - Il giro delle Pale di San Martino
Non si può citare il Pordoi senza citare anche i vicini (relativamente) passi Valles e Rolle, in Trentino. Il giro delle Pale di San Martino è un anello quasi perfetto, 99,5 km, 2662 metri di dislivello. Si parte e arriva a Fiera di Primiero (Trento) ed è esattamente questo, un giro attorno a quelle spettacolari montagne fra le province di Trento e quelle di Belluno. Anche qui ci sono quattro passi - oltre ai già citati Valles e Rolle, Cereda e Forcella Aurine - e diverse valli. tappe d’obbligo, San Martino di Castrozza e il parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino.

8. EMILIA ROMAGNA - Il passo della Cisa
Abbandoniamo le Alpi, ma non aspettatevi di rifiatare. L’Appennino sa essere anche più impervio. E questa è una salita classica: quella che da Parma raggiunge Pontremoli (Massa Carrara, quindi Toscana) via passo della Cisa. Sono 86 km con un dislivello in salita di 1610 metri. Innumerevoli le tappe degne di nota: dal parco dei Boschi di Carrega, poco sopra Parma, ai tratti della Via Francigena, di cui si incontrano sovente cippi e chiese di origine antica. Si respira aria medievale anche a Berceto. Prudenza sulla strada, in salta e in discesa: la Cisa è amatissima anche dai motociclisti.

9. TOSCANA - Grand Tour delle Alpi Apuane
Dalla Versilia alla Garfagnana, su strade dimenticate, fra grotte e cave di marmo, natura selvaggia e salite ripide e improvvise. I km sono 105, da Aulla (Massa Carrara) a Querceta (Lucca), il dislivello, 2000 metri. La prima parte, circa 50 km fino al lago di Vagli, è la più impegnativa. Dopo Ugliancaldo, sotto il pizzo d’Uccello, è proprio una ripidissima discesa a portare al lago, una delle tappe più suggestive del percorso. Dopo, si raggiunge Castelnuovo in Garfagnana e si risale alla galleria del Cipollaio, ultimo strappo prima dell’arrivo.

10. ABRUZZO - Il Gran Sasso d’Italia
L’ultimo gigante delle due ruote è la cima dell’Appennino, quel Gran Sasso che domina Campo Imperatore, più volte tappa del Giro d’Italia. Il tracciato è di 108 km, il dislivello 1690 metri, e stavolta non è un anello. Si parte da Isola del Gran sasso e si sale a Campo Imperatore attraversando Castelli, la cittadina della maiolica abruzzese. almeno una sosta è d’obbligo dedicarla agli arrosticini, i caratteristici spiedini d’agnello che qui hanno la loro casa. A Campo Imperatore, dove finisce l'itinerario, inoltre è possibile visitare il Giardino botanico alpino e l’Osservatorio astronomico. Dopo dieci tappe così impegnative, sarebbe fantastico finire “a riveder le stelle”.

 

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