In quest’angolo di Mediterraneo, ai margini dell’Italia, comanda il vento. Sono maestrale, scirocco e libeccio a dettare il programma delle giornate e accarezzano, modellano, talvolta sembrano maltrattare un mare incantevole, dai riflessi e dai colori straordinari, protagonista assoluto d’un arcipelago dove dominano natura e silenzio.
 
Ad un’ora d’aliscafo da Trapani, l’arcipelago delle Egadi si racconta attraverso la luce, i suoi colori ed i tanti profumi e la cultura di una antica terra di pescatori di tonni.      
 
VENERDÌ SERA A FAVIGNANA
Sono i dolci poggi vitati della provincia ad accompagnarci alla volta di Trapani. È la vista del monte San Giuliano, sul quale è appoggiato lo splendido borgo medievale di Erice, ad annunciare il capoluogo siciliano più occidentale, che vanta un importante porto che testimonia la sua antica tradizione per la pesca.
 
Sosta golosa prima di imbarcarsi sull’aliscafo alla volta dell’arcipelago delle Egadi la dedichiamo a una delle specialità trapanesi, il couscous, preparato con un brodetto di pesce misto di cernia, scorfano nero, vopa, scorfano rosso, pesce San Pietro, gallinella, anguilla delle saline, qualche scampo o gambero.
 
Mentre s’allontana la Sicilia ecco avvicinarsi Favignana, principale delle tre isole. Giungiamo nel porticciolo turistico e commerciale, incastonato nel borgo dalla tradizionale architettura mediterranea con intonaci bianchi e finestre azzurre e verdi.
 
Una passeggiata e qualche sosta sul mare prima di concedersi una cena dolce con le cassatelle ripiene di ricotta e scaglie di cioccolato. Scende la sera sulle Egadi e si accendono le luci del borgo, pronto ad abbandonarsi ad un’altra notte tra il cielo ed il mare.
Lo splendido mare di Favignana /thinkstockphoto
SABATO A FAVIGNANA
È nell’animato cuore del borgo che inizia la giornata. In gran parte pianeggiante decidiamo di goderci l’isola in bicicletta. Parte della riserva naturale delle isole Egadi, Favignana regala incantevoli scorci sul mare, spiagge e calette che si alternano a zone pianeggianti ospitanti macchia mediterranea e gariga, con una vegetazione costituita prevalentemente da lentisco, carrubo e oleandro. Imperdibile la sosta in alcune tra le sue più belle spiagge tra cui Cala Azzurra, dalla sabbia fine e dorata, Cala Rossa, la spiaggia sabbiosa del Burrone e la scogliera di Grotta Perciata, godendosi il blu del mare e tanto sole.
 
Pranzo con un bel piatto di spaghetti con i frutti di mare da accompagnare con un vino delle terre trapanesi, l’Erice Catarratto, bianco secco dal profumo delicato. Poi un buon cannolo siciliano.
 
Pomeriggio culturale alla scoperta dell’ex Stabilimento Florio, autentico gioiello d’archeologia industriale, imperdibile tappa per conoscere la storia della famiglia Florio e del suo intrecciarsi con la vita degli isolani, luogo dove venivano custodite attrezzature, ancore e barche di quella che fu una delle più importanti industrie conserviere del tonno. Imponente complesso di oltre trentaduemila metri quadrati dove si concretizzò la fortuna dell’isola, è contraddistinto da grandi ambienti coperti, tra uffici e magazzini, le officine, la falegnameria, la stiva, la galleria delle macchine ed i forni per la cottura del tonno.
Gli storici corpi di fabbrica della Florio /thinkstockphoto
Da vedere, il museo archeologico che accoglie reperti trovati nell’arcipelago, l’allestimento espositivo dedicato ai Florio, la sala proiezione dei filmati storici, le sale dedicate alle fotografie ed ai pannelli relativi alla pesca ed alla lavorazione del pesce, e la caratteristica stanza dell’olio dove sono esposte le scatolette nelle quali veniva inscatolato il pesce.
 
Trascorriamo la serata tra piazza Matrice ed i vicoli del centro storico, il porticciolo ed il lungomare, con vista sulla vicina isola di Levanzo, la più piccola dell’arcipelago, costituita da rocce calcaree e da numerose grotte che ne strutturano una straordinaria integrità paesaggistica. Cena con un piatto di pasta con le sarde e le immancabili polpette di tonno, preparate con un trito di tonno, mollica, sale, pepe, prezzemolo, aglio, basilico e uovo. Dolce finale con la cassata, tipica prelibatezza siciliana preparata con ricotta zuccherata, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita, e, per finire, un assaggio di liquore alle erbe delle Egadi.
I tradizionali cannoli alla siciliana, con ricotta pistacchi e canditi /thinkstockphoto
DOMENICA A MARETTIMO
Lasciamo Favignana per raggiungere Marettimo, la più lontana delle Egadi da Trapani, la più straordinariamente solitaria e selvaggia. Scogliere bianche, grotte marine e fondali mozzafiato la rendono uno dei paradisi naturali più affascinanti dei nostri mari. Giungiamo al borgo di Marettimo, incantevole nella sua omogeneità architettonica, fatta di case a forma di cubi bianchi dalle finestre colorate ammassate intorno al porticciolo.
 
Colpiscono le alte rocce che si elevano impervie dal mare e che fanno da cornice all’abitato che pare volersi allungare nel mare, quasi per allontanarsi dai monti che hanno nel monte Falcone, con i suoi 686 metri, la cima più alta. Ci concediamo una passeggiata nel borgo, tra i vicoli, per godere di un’atmosfera fuori dal tempo.Non ci sono auto sull’isola, solo montagne, sentieri sassosi che si addentrano tra le rocce. Un tripudio di profumate piante ed erbe mediterranee e una variegata fauna tra cui conigli selvatici, cervi e rapaci.
 
Il nostro pranzo esordisce su un buon piatto di spaghetti preparati con il brodo d’aragosta, da accompagnare con un vino bianco locale, e ancora una cassata siciliana. Poi trascorriamo un dolce pomeriggio in barca, per godere del paradiso di Marettimo. Salpati dal porticciolo per la circumnavigazione dell’isola, ci godiamo gli splendidi fondali contraddistinti da coralli e gorgonie e popolati da una ricca e variegata fauna marina.
 
La grotta del “Cammello” e “Punta Troia”, roccione sul quale si erge il pittoresco castello, costruito dagli Spagnoli nel XVII secolo, antico punto di vedetta sul mare a protezione dell’isola, sono le prime meraviglie che incontriamo lungo il percorso. Poi la grotta del “Tuono”, quella della “Pipa” e “Punta Mugnone” dopo la quale si giunge alla vista della costa occidentale, tra rocce dolomitiche, straordinari fondali e ancora grotte: quella della “Perciata” e del “Presepe” e quella della “Bombarda”, sono le grotte che ci accompagnano fino a “Punta Libeccio”.
 
Subito dopo la meraviglia della secca del “cretazzo”, dai fondali popolati, tra gli altri, da cernie, gronghi, murene e ricciole, superaiamo l’estremità meridionale dell’isola per ritrovare la vista del borgo, del quale, lentamente, guadagnamo il porticciolo.
 
Con ancora negli occhi i colori del meraviglioso mare e le suggestioni dei suoi fondali, ci sediamo a tavola per assaporare una buona grigliata di pesce ed il classico cannolo siciliano. Poi sul mare per godere dell’ultimo tramonto del weekend, ennesimo scampolo di poesia in quest’angolo di Sicilia da favola.  
 
Il tramonto su Marettimo da Favignana /thinkstockphoto
 
INFORMAZIONI E IL VILLAGGIO TCI
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