"Ecco, ora è il momento di mettere il boost!". Non ci facciamo pregare: premiamo il tasto e via con la potenza maggiore della nostra e-mtb, che non è altro che una mountain bike elettrica (o a pedalata assistita). D'altronde, per le nostre gambe di città questa è una salita che merita un aiuto: perché non si creda che le biciclette con il motore poi vadano da sole... "Al contrario, però devi saperle utilizzare: spesso è meglio procedere a un'andatura media, con un aiuto intermedio, piuttosto che perdere l'equilibrio con una andatura veloce!". Chi parla sono Roberto e Alberto, le nostre guide, che ci stanno aprendo la pista in una spettacolare giornata di fine giugno. Attorno, le spettacolari montagne della Valsesia, nel nord del Piemonte: una zona ancora poco nota per chi ama andare in bicicletta, eppure ricca di percorsi (e di splendidi panorami), visto che sono quasi 120 i chilometri di piste tracciate.

Ma andiamo con ordine. Siamo partiti da Scopello, un piccolo paese in fondo alla valle. Da qui una seggiovia porta fino all'Alpe di Mera, a 1500 metri di quota, un incantevole alpeggio con un fantastico panorama sulle montagne intorno: il bello è che - per la prima volta dopo anni - si può caricare la bicicletta sull'impianto, risparmiandosi i tornanti della strada carrozzabile (ovviamente chi è più allenato di noi avrà piacere di percorrere anche quelli). "L'Alpe di Mera fa parte del comprensorio Monterosa Ski, così come Alagna" ci spiegano mentre ci prepariamo a partire "tutta la Valsesia è più spesso associata agli sport invernali, in particolare al freeride, ma è altrettanto godibile d'estate: non ti pare?". Basta un'occhiata al Monte Rosa che svetta davanti, con quella parete sud così straordinariamente simbolica, per essere d'accordo. 

IL PERCORSO 2, DALL'ALPE DI MERA A SCOPELLO
Il percorso che proviamo a testare oggi è uno dei quattro tracciati sul territorio, per la precisione quello contrassegnato con il numero 2. "Non ti spaventare, eh... adesso affrontiamo la salita con calma". In effetti l'incipit lascia perplessi: una ripida sterrata ci si para davanti. Ce la faremo? "Non ti preoccupare: metti la potenza boost e seguimi con calma". Roberto ha ragione: in poco tempo arriviamo al punto più alto. E qui inizia il bello. Perché si pedala tra cespugli di rododendri e di mirtilli, con qualche camoscio che si allontana non troppo lontano. La sensazione è bellissima. Il sentiero è incredibilmente panoramico, l'aria è frizzante: che cosa volere di più? 
"Guarda quanta acqua scende dalle montagne" ci fa notare Alberto. Vero: i torrenti, complici le piogge primaverili, sono impetuosi e scintillanti. In certi punti ritorniamo bambini schizzando veloci nelle piccole pozze sul sentiero e spruzzandoci di fango. Alcune cascate ci fanno fermare per un selfie da mandare agli amici, ogni tanto le malghe raccontano storie di alpeggi e di pastori. E anche di miele, visto che da queste parti se ne produce di squisito.
Si passa l'alpe di Meggiana e l'alpe Sorbella. Presso Bosa ci fermiamo nuovamente. "Ecco, questo è un tratto da affrontare con prudenza: si tratta di una discesa abbastanza ripida, con molti tornanti. Se non te la senti, nessun problema ad accompagnare la bicicletta a mano" spiega Roberto. In effetti, per qualche decina di metri lo facciamo anche noi, intimoriti dal percorso. Niente di particolare, beninteso: ma nonostante la forcella ammortizzata non ci fidiamo troppo delle nostre capacità. Più che altro, ci rendiamo bene conto di quanto ci hanno consigliato all'inizio: meglio farsi accompagnare da una guida, se non si è troppo esperti. Un po' perché è sempre bello farsi raccontare il territorio; un po' perché la maggior parte dei tracciati richiede qualche sfida che è meglio affrontare insieme a qualcuno che conosce bene l'area. È un po' una esperienza oltre i nostri limiti, almeno per noi ciclisti di città: ma che soddisfazione, e che adrenalina!

Dopo un bel bosco di faggi il percorso scende più graduale verso Rassa, dove ci fermiamo per un pranzetto al bar Heidi: difficile trovare un nome più adatto per un ristoro idilliaco tra i boschi e il torrente Sorba, senza alcuna casa intorno. "Hanno appena cambiato gestione: possiamo offrirti polenta e spezzatino?". Non ci facciamo pregare, tanto poi è tutta discesa: si pedala su strada asfaltata fino al ponte di Quare, dove ci si ricongiunge con la pista ciclabile che percorre tutta la Valsesia e si ritorna a Scopello. In totale, abbiamo macinato 28 km e pedalato per un paio d'ore, senza però contare tutte le soste a scattare fotografie, ad ascoltare le nostre guide e a mangiare: il che significa che si può affrontare l'itinerario 2 con calma in un'intera giornata.

GLI ALTRI PERCORSI CICLABILI
Come dicevamo, la Valsesia offre anche altri percorsi ciclabili oltre a quello che abbiamo sperimentato. Il primo che vogliamo citarvi è una variante del numero 2, che è stata completata giusto qualche settimana fa e chiamata 2a. Splendido per esplorare Mera e vedere i panorami migliori su due ruote, è un percorso più adatto ai ciclisti meno esperti: evita infatti la rampa iniziale in salita dell'itinerario 2. Si può anche collegare il tracciato 2a al 2, componendo un anello di circa 4 km. Il percorso taglia centralmente il paese, toccando tutti i punti di interesse (compreso il nuovo parco giochi) e i ristori. 

Poi ci sono gli altri tre percorsi "ufficiali". Il primo, il più indicato anche per le famiglie, segue tutto il fondovalle: logico quindi farlo in discesa, partendo da Alagna Valsesia (ma il dislivello non è mai troppo impegnativo, per chi vuole farsi un po' di gambe). Si caratterizza per la sua accessibilità, visto che ogni tratto ha un punto di entrata segnalato lungo la strada provinciale; la lunghezza totale è di circa 29 km e i segnavia gialli che lo indicano sono contraddistinti con il numero 1.

Un altro percorso, segnalato dal numero 3, è invece quello che collega l'Alpe di Mera a Bielmonte, un'altra stazione sciistica in provincia di Biella. È un itinerario per chi è più allenato, che si sviluppa su ampie sterrate attraversando l'Oasi Zegna e regalando magnifici panorami; i chilometri sono sempre una trentina. L'ultimo percorso è invece una novità della scorsa estate: battezzato con il numero 4, parte da Guardabosone o da Borgosesia (i due tratti iniziali si uniscono all'altezza della chiesetta nel bosco di Vanzone) e prosegue per Varallo, attraversando quindi la parte bassa della Valsesia. La parte terminale dell'itinerario permette di scoprire il Sacro Monte di Varallo, tesoro d'arte patrimonio Unesco, raggiungibile con la più ripida funivia d'Europa. 

INFORMAZIONI
- Sul sito web dell'Alpe di Mera, www.alpedimera.it, trovate sia le descrizioni dei percorsi (con cartine e tracciati gpx) sia i punti di noleggio biciclette e di assistenza (bike ed e-bike). Qualche informazione in più sul nuovo percorso 2a sulla pagina dei sentieri estivi.
- Una cartina estiva (dove sono tracciati anche gli itineari in mountain bike) è visibile e scaricabile a questo link. La stessa cartina che raggruppa i percorsi 1, 2, e 3 è disponibile presso gli Uffici del Turismo di Varallo, Scopello, Alagna Valsesia e negli esercizi commerciali distribuiti lungo quest’asse contrassegnati dal bollino giallo con lo stesso simbolo della cartellonistica. Nella mappa, presente anche nelle bacheche posizionate in più punti lungo i percorsi, vengono segnalati punti di accesso, stazioni di ricarica per biciclette a pedalata assistita e i punti più impegnativi da affrontare. Un'altra cartina è disponibile per il percorso 4.
- Che cosa vedere in Valsesia oltre all'Alpe di Mera e alle piste ciclabili? Ecco il nostro articolo dedicato!
- Info sulla Valsesia sul sito di Atl Valsesia Vercelli, www.atlvalsesiavercelli.it, che ci ha ospitati per realizzare quest'articolo.

Per la nostra esperienza abbiamo utilizzato la mountain bike elettrica X1R+ del nostro partner Brinke Bike (www.brinkebike.com). Per i soci TCI sconto 10% sugli acquisti online: scopri di più alla pagina dedicata