Le strade che vi aspettano sono quelle della costa siciliana, che tra Agrigento e Sciacca conducono ad alcune delle spiagge più belle dell’isola, come gli arenili intorno a Capo Bianco o in prossimità della foce del Platani. Vi dice niente la Scala dei Turchi?
Ma allontanandosi dal “mal d’africa” si ha la possibilità di scegliere tra colline tondeggianti coltivate a vigneti, agrumeti e mandorli, oppure variare verso l’alta valle del Platani, dove il paesaggio si fa più aspro e montano e oltremodo interessante.
Lasciamo sullo sfondo lo “schema” strada-parcheggio-spiaggia per provare la terza opzione. Affrontiamo qualche curva in più per fare onore allo spirito di scoperta che spesso muove il camperista. Il nostro itinerario è un viaggio alternativo nell’interno agrigentino collinare e montuoso, aspro e verde, ben diverso, a tratti, dall’immagine mediterranea stereotipata siciliana. Vi si sommano motivi di interesse storico, ambientale - qui si estende il parco regionale dei monti Sicani - e di cultura popolare, tradizionale, artigianale e gastronomica.
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- Si parte da Burgio, 18 chilometri a est di Caltabellotta, e si arriva a Sant’Angelo Muxarom, 30 km a nord di Agrigento.
DA BURGIO A CAMMARATA
Un borgo agricolo su un poggio alla sponda sinistra del fiume Verdura lega le sue vicende al castello edificato degli arabi, intorno al quale sorse il suo primo nucleo e si sviluppo il suo impianto, ancora medievale. Eccoci a Burgio, che vanta una tradizione secolare, quella dell’artigianato della ceramica, che produce oggetti ornamentali e d’uso comune decorati in giallo, verde e blu. C’è attiva l’unica fonderia di campane esistente in Sicilia.
Da qui a Bivona non passa molta strada. Qui fulcro e orgoglio dell’economia agricola del paese è la “pesca di Bivona”, bianca di polpa, dolce, che matura tra fine agosto e settembre. Santo Stefano Quisquina è invece situato sulle pendici della Serra Quisquina, è al centro di un territorio fertile, abitato nel periodo arabo e feudo, durante il regno di Federico II d’Aragona (1296-1337), di Giovanni Caltagirone. L’abitato andò consolidandosi intorno all’attuale Matrice, fondata nel XVI secolo da Federico Chiaramonte, espandendosi in lunghi isolati rettangolari.
Possiamo concederci il tempo di una passeggiata tra piazza Castello, ornata da una settecentesca fontana di pietra e affaccio del Palazzo Baronale, su fino alle pendici di una rupe, dominata dalla caratteristica mole del monte omonimo. Cammarata ha un impianto urbano medievale, con lunghi isolati regolari e viuzze gradonate. Per godersi un panorama notevole si imbocca invece la strada che sale al monte Cammarata e attraversando una pineta, porta fino alla vetta, in uno scenario che sembra quasi un rimando a boschi delle Alpi.
Cammarata, nell'entroterra agrigentino / foto Getty Images
DA CASTELTERMINI A SANT’ANGELO MUXARO
Eccoci nel  borgo di Casteltermini, aperto a sud est verso la valle del Plàtani. Qui ogni anno, nella quarta domenica di maggio, per la festa della Santa Croce o dei Taratatà, si svolge un corteo a cavallo con i rappresentanti dei “ceti” in ricchi costumi seguiti da danzatori in tunica bianca, i Taratatà, che eseguono una danza armata al suono dei tamburi saraceni. La festa rievoca il ritrovamento di una croce lignea del tempo delle persecuzioni dell’imperatore Decio (III Secolo), custodita nell’Eremo di Santa Croce, a 3 km dal paese. 
A San Biagio Platani, a quasi 20 chilometri a sud ovest di Casteltermini, il periodo più interessante è invece quello di Pasqua, quando in paese si svolge la festa degli Archi di Pasqua: monumentali archi di legno e pane costruiti a gara dagli appartenenti a due storiche confraternite.
A Sant’Angelo Muxaro, a 7 chilometri a sud est di San Biagio, si trova un piccolo borgo al centro di un territorio tanto aspro quanto suggestivo, in cima a un colle isolato sulla riva sinistra del Plàtani. Il colle su cui sorge l’abitato costituisce con il monte Castello e il pizzo dell’Aquila, un sistema che favorì nell’antichità l’egemonia di un centro sicano identificato con la Rocca di Kamikos, l’inespugnabile cittadella che Dedalo, secondo la leggenda, avrebbe costruito per il re sicano Kokalos. Ne è visibile la necropoli a grotticelle artificiali ricavate nei fianchi della collina.
Per concludere davvero in bellezza, se cogliete al volo il nostro consiglio di itinerario, il prossimo weekend si conclude la celebre Sagra del Mandorlo in Fiore, un grande festival che propone esibizioni dei gruppi folk per le vie cittadine, la fiaccolata serale del folklore, spettacoli di musica folk e tante degustazioni tipiche siciliane. La città di Agrigento e la meravigliosa Valle dei Templi fanno da cornice agli eventi insieme ai mandorli fioriti.
La sagra dei Tataratà di Casteltermini / foto Getty Images
L'AREA DI SOSTA
Si può scegliere come "campo base" il parcheggio "Teatro Valle dei Templi", in via Giuseppe della Loggia - Piana San Gregorio. 
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