Il reportage è stato realizzato a giugno 2019 grazie al mezzo fornito da APC - Associazione Produttori Camper, partner di Touring Club Italiano per la valorizzazione del territorio e la promozione del turismo all'aria aperta.
 
È inizio giugno, le nuove foglie dei faggi scintillano al sole, i torrenti scorrono vivaci, riempiendo pozze e marmitte, scrosciando tra le balze giù da questi Appennini verdi e brillanti, verso l'Adriatico. "Merito delle piogge di maggio" dicono tutti "quest'anno avremo acqua per un bel po' di tempo...". È sempre incredibile come ci voglia un attimo per abbandonare la via Emilia o l'A14 che porta alla Riviera romagnola e ritrovarsi in mondi altri, diversi, verrebbe quasi da dire selvaggi se non fossero popolati da tempo immemore e davvero a un tiro di schioppo dalla pianura. Però la sensazione è quella, quando arrivi per esempio sul Rabbi, uno dei tanti corsi d'acqua della provincia di Forlì, e ti fanno scoprire cascate e orridi immersi nei boschi che sembra di essere in un parco nazionale canadese. "Benvenuto a Premilcuore" ci accolgono Federica, Catia e colleghi, impiegati comunali orgogliosi della loro ricchezza verde, mentre scendiamo dal nostro camper, mezzo di elezione per scoprire queste terre.


L'area sosta camper Ridolla a Premilcuore - foto Stefano Brambilla

PREMILCUORE, PISCINE E MULINI
Nomi che già sono un programma, tanto son belli. Dell'etimologia di Premilcuore non v'è certezza, Rabbi invece deriva da rapidus, come è in effetti questo torrente idilliaco. Parcheggiamo il camper nell'area di sosta appena più in alto delle prime due attrazioni locali: non chiese, non monumenti, ma piscine naturali - la Lastronata e il Mulinaccio, dove l'acqua è così limpida da volerla bere, o tuffarcisi, a seconda. Ora ci sono solo merli e scriccioli, insieme a noi, "ma quando arrivano le calure d'agosto, qui sembra riversarsi tutta la pianura" sorride Gioele Fabbri, che con i genitori ha creato una cooperativa (la Ridolla) che a Premilcuore offre sistemazioni, ristorazione, un bel maneggio in un luogo altrettanto idilliaco. Gioele ci conduce, poco più in alto, alla gorga della Sega: le cascate del Rabbi hanno davvero segato le rocce, millenni addietro. Altro locus amoenus da urlo. E urla Gioele cercando di sovrastare il rombo dell'acqua, mostrandoci un volume in inglese che parla del "nuoto libero in acque dolci" in Italia che ha dedicato intere pagine a Premilcuore. Giustamente, viene da dire, guadando il fiume poco più in alto, davanti alle Grotte urlanti - di nuovo l'urlo - magnifiche formazioni del Rabbi proprio sotto un antico ponte romano.   


La cascata della Sega a Premilcuore - foto Stefano Brambilla

Premilcuore è Bandiera arancione, ovvero borgo certificato dal Touring per le sue qualità turistiche e ambientali, il primo che incontriamo in questo itinerario. Grandi le attrazioni, piccolissime le dimensioni: neppure mille gli abitanti, soltanto tre le famiglie che da 40 anni tengono a galla il turismo, quella di Gioele, l'agriturismo di Montalto e il ristorante/casa vacanze Fiumicello, nell'omonima frazione a monte. "Facciamo la pasta, alleviamo maiali, qui vengono a mangiare anche da lontano" ci raccontano questi ultimi. Gente che ha deciso di rimanere, investendo nella montagna, provando a dare una speranza a un territorio che anno dopo anno vede ridursi drammaticamente il numero dei suoi abitanti. Gente tosta, entusiasta, come Maurizio Sansavini, che ci aspetta al mulino Mengozzi, sempre a Fiumicello, per mostrarci come lavoro, passione, energia abbiano rimesso in sesto uno degli antichi, bellissimi mulini che costellavano queste valli fino a poco tempo fa (e che sbriciolavano le castagne, tra le poche fonti di sostentamento della gente locale). "Vedi questo laghetto? È il bottaccio, l'invaso dove viene deviato il torrente per poi portare acqua alle pale... Era pieno di sassi e di terra, insieme a Domenico l'abbiamo svuotato". Domenico è "il" Mengozzi, che insieme a Maurizio (suo genero) ha riaperto il mulino nel 1993, dopo trent'anni di stop. E ha seminato intorno alla struttura le sue sculture in pietra serena, un vero percorso d'arte. Potremmo andare avanti per pagine, ma non vogliamo rivelarvi troppo: passate dal mulino, un weekend, Maurizio sarà quasi sicuramente lì, pronto a raccontarvi.


Il mulino Mengozzi a Fiumicello, frazione di Premilcuore - foto Stefano Brambilla

Pensiamo al Trentino o al Salisburghese, ai loro parchi fluviali ben organizzati, ai caschetti in testa e alle passerelle tra le gole. A Premilcuore tutto è molto più naif, nel bene e nel male: siamo tra quelli che apprezzano naturalità e libertà, e che tornerebbero subito a Premilcuore, ma forse qualche servizio in più non guasterebbe (e poi: perché, in certi siti, i cartelli vietano la balneazione, ma nessuno sembra che li veda?). Una passeggiata è comunque d'obbligo farla anche nel piccolo borgo, dove si entra nel centro visite del parco nazionale delle Foreste Casentinesi e si scopre una piazzetta pare voluta da donna Edvige, sorella di Mussolini, che qui abitava, e che voleva vedere dalla sua finestra la chiesa di San Lorenzo... peccato che ci fossero alcune case, a ostruirle la vista...

BAGNO DI ROMAGNA, TERME E LAGHI
Via con il nostro camper, sulle colline verso est, in un tripudio di campi, di ginestre fiorite, di strade panoramiche che già da sole valgono il viaggio. Passata la valle del Bidente, valicato il passo del Carnaio, ecco quella del Savio - da queste parti le valli sono tutte parallele, dette "a pettine" dai geologi, non bisogna avere fretta per salire e scendere, scendere e salire, cambiando cento volte le marce. Dicevamo, il Savio: come il Rabbi non ci mette molto a sfociare nell'Adriatico, a differenza dei corsi d'acqua che scendono appena al di là del crinale, verso il Tirreno (due nomi per tutti: Tevere e Arno). Ma la ricchezza a Bagno di Romagna, il secondo Comune Bandiera arancione del nostro viaggio, è derivata più che altro dalle piogge di... diecimila anni fa. "Sì, diecimila anni fa, hai capito bene" racconta Margherita Gentili, direttrice delle Terme S. Agnese, mentre ci avviciniamo con un bicchiere alla fonte all'interno dell'hotel. "Stai per bere un'acqua preistorica!". Miracoli della natura: nel tempo, l'acqua è penetrata nel sottosuolo per due chilometri, si è riscaldata per effetto geotermico e si è arricchita di elementi naturali... per poi sgorgare tra i 39 e i 47 °C. Qui, oggi. "Le nostre sono acque bicarbonato-alcalino-sulfuree, minerali, ipertermali e termali" spiega la direttrice. Ovviamente sono utilizzate a scopo terapeutico fin dai tempi dei Romani, i soliti gaudenti.


La piscina all'Hotel Terme Roseo - foto Stefano Brambilla

Bagno ha altre dimensioni rispetto a Premilcuore. Quasi seimila gli abitanti, divisi tra Bagno stessa e San Piero in Bagno, due borghi che si guardano simpaticamente in cagnesco fin dalla notte dei tempi (un classico esempio di campanilismo all'italiana) ma anche in tante frazioni sparse sui colli vicini (d'altra parte, il territorio comunale è tra i più estesi della regione). E qui si ha più dimestichezza ad accogliere turisti, lo si vede subito dagli ombrelli colorati che rallegrano Via Fiorentina, dai parcheggi pensati anche per i mezzi di una certa dimensione come il nostro camper, dalla gente sorridente che entra ed esce dai tre hotel/terme/centri benessere che sfruttano le acque - il Roseo, il S. Agnese, l'Euroterme. Uno diverso dall'altro, peraltro: il Roseo più intimo, raffinato; il S. Agnese storico, ideale per i gruppi; l'Euroterme perfetto per le famiglie, grazie alle grandi piscine esterne. "E da tempo c'è un consorzio che li riunisce" spiega Emi, figlia del gestore del Roseo. "Giochiamo tutti in sinergia, per la promozione di Bagno di Romagna". 


Via Fiorentina a Bagno di Romagna - foto Stefano Brambilla

Anche noi, che non siamo certo tipi da centro benessere, iniziamo a pensare che forse dovremmo farci più spesso un salto, dopo aver ricevuto un rinvigorente massaggio all'Euroterme, sorseggiato un aperitivo al Roseo e gustato i tortelli alla lastra al S. Agnese. "Ma poi l'offerta di Bagno non si ferma certo qui" ci risveglia Caterina, l'energica pr del Comune. "Nel nostro territorio, ci sono il lago di Ridracoli, la foresta della Lama, i laghetti Lungo e Acquapartita, il Sentiero degli gnomi proprio qui sopra il Savio...". Bisognerebbe dedicare un paragrafo per ognuno di questi, ma verrebbe fuori un papiro: basti dire che il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna qui si esprime alla massima potenza. D'altronde, nel Comune è sita anche la foresta di Sasso Fratino, dal 2017 Patrimonio dell'Umanità Unesco, un bosco così vetusto e selvaggio da essere stato dichiarato riserva integrale: nessuno vi può accedere, la natura è libera di fare il suo corso. "Ma ci sono molti altri luoghi più semplici da scoprire" spiega Omar Polini, cha ha da poco rilevato il bel campeggio Alto Savio, dove ci fermiamo per la notte. Omar è un appassionato camminatore e un instancabile manutentore dei sentieri della zona, un'altra di quelle persone che hanno scelto una vita meno facile: lui, poi, viene da Cesenatico, dall'altra Romagna... "Ti potrei citare decine di mete per un'escursione: l'eremo di Sant'Alberico, ai piedi del Fumaiolo, dove vive ancora un eremita; le cascate di Alfero, dove puoi fare il bagno; il rifugio Nasseto...". E via andare - se avete voglia di camminare o pedalare, chiedete a Omar, non rimarrete delusi.

PORTICO E SAN BENEDETTO, CASCATE E PONTI
Senza alcun senso logico, da Bagno di Romagna ritorniamo due valli indietro e ci inerpichiamo con il camper per le strade della valle del Montone. Di nuovo i campi che lasciano il posto ai boschi, a mano a mano che si sale: e pensare che qui, fino a pochi decenni fa, di bosco ce n'era proprio poco, anzi quasi nulla, tutto era coltivato a foraggio e a cereali. Segno inequivocabile dello spopolamento della montagna che tutto l'Appennino vede fin dall'immediato dopoguerra: lo osserviamo strabiliati in una foto che ritrae la cascata dell'Acquacheta nel 1920. La cascata era circondata da coltivi, senza segni di un albero nei paraggi; oggi, così come la vediamo dal balcone panoramico, dopo novanta minuti di escursione tra ruscelli cristallini e faggi, è circondata da un bosco fittissimo, quasi impenetrabile. Viene spontaneo chiedersi come fosse ai tempi di Dante, che la rese immortale citandola nel XVI Canto dell'Inferno. 

All'Acquacheta si arriva (a piedi) da San Benedetto in Alpe, parte del Comune di Portico e San Benedetto, la nostra terza Bandiera arancione: qualcuno dice che nell'antica abbazia bendettina Dante stesso soggiornò e scrisse alcune parti della Commedia. Vero o non vero, certo vi avrebbe trovato ispirazione: il contesto è selvaggio, ancora una volta, il nucleo di case grazioso, il giardino davanti all'abbazia straripante di fiori. E la cripta - unica parte dell'edificio orginario - particolarmente suggestiva. Così come sono suggestivi i ponti di Bocconi e di Portico, i due centri abitati poco più a valle: in pietra, a schiena d'asino, sorpassano elegantemente le fresche acque del Montone da chissà quanti anni. Sotto quello di Bocconi non resistiamo: anche se siamo ancora lontani dall'afa dell'estate, ci buttiamo. L'acqua è troppo limpida, il contesto troppo invitante. Cinque minuti e siamo fuori tremanti, pronti a rifugiarci nel camper e a ristorarci con pane e raviggiolo (lo squisito formaggio locale). Ma ce lo ricorderemo a lungo, questo bagno.


Il ponte di Bocconi - foto Stefano Brambilla

"La struttura di Portico di Romagna è rimasta eccezionalmente quella medievale" ci spiega Massimo Assirelli, ex assessore del Comune "tre piani ben distinti, collegati da tanti passaggi pedonali". Un paesaggio ancora leggibile facilmente: fate due passi prima lungo il fiume, osservando gli orti e le suggestive case-torri, un tempo abitate da artigiani e agricoltori; poi salite a quello intermedio, dove sono situati i palazzi nobiliari; e ancora più su, troverete il maschio, ovvero la torre quadrangolare, con la chiesa e il palazzo dei Capitani del Popolo. "Tra le famiglie nobiliari c'era anche quella dei Portinari: ti ricordi che la Beatrice di Dante si chiamava così?". La sua torre è stata oggi recuperata e sede di mostre ed eventi - Portico dà vita a tante manifestazioni, a partire da quella che lo trasforma nel paese dei presepi, a dicembre. "Ogni anno ne realizzo uno a tema, nella torre... ancora top secret il soggetto 2019". Anche a Portico la decrescita demografica è costante: ma qualche segnale di speranza c'è, come la famiglia che da anni gestisce l'albergo diffuso Al vecchio convento (i figli, dopo essersi sposati, sono rimasti in paese con i genitori) e la scuola di italiano per stranieri.  


Portico di Romagna - foto Stefano Brambilla

CASTROCARO TERME E TERRA DEL SOLE, ROCCHE E CITTÀ IDEALI
Già a Bagno c'eravamo accorti di qualche stranezza della storia. A Bagno la Via Fiorentina e il palazzo del Capitano, costellato di stemmi, accennano alla lunga dominazione di Firenze. In Romagna? Siamo sicuri? Scopriamo poi che Portico fu per anni proprio la capitale della Romagna Toscana: un pezzo di Toscana oltre il crinale appenninico che era stato possedimento dei Medici fin dal 1404. A Castrocaro e a Terra del Sole, infine, l'ultimo Comune Bandiera arancione del nostro viaggio (vi giungiamo seguendo verso valle il Montone), ogni cosa parla di questa storia. "Una storia lunghissima: pensa, queste terre rimasero in Toscana fino al 1923, quando Mussolini le volle spostare in provincia di Forlì" ricorda Elio Caruso, presidente della Pro loco di Castrocaro Terme. 

La prima parte della vicenda la si scopre alla Rocca di Castrocaro, uno dei quei beni ingiustamente poco conosciuti - forse perché il Comune è ben più noto per il suo centro termale, attualmente in via di ristrutturazione, e per il festival della canzone. "I Medici, quando acquisirono l'area, rafforzarono un castello già preesistente da secoli" spiega Elio durante una appassionata e lunghissima visita guidata "ma già nel Cinquecento l'importanza militare del paese declinò e la Rocca fu abbandonata del tutto nel 1676". Un fatto singolare, che ne ha consentito una conservazione eccezionale fino ai nostri giorni: a differenza di molti altri castelli, nessuno intervenne più sulla sua struttura, rimasta in rovina sino alla fine degli anni Novanta del Novecento. "Dopo i restauri, siamo riusciti a farla diventare un museo" racconta Elio, che alla Rocca ha dedicato la sua vita insieme alla scomparsa moglie Marta "museo che abbiamo aperto nel 2000 e che vorremmo potenziare ancora di più, dando lavoro ai giovani... ma ancora non siamo riusciti a trovare un modo per aumentare i visitatori. Fate pubblicità, mi raccomando!". La facciamo ben volentieri, perché l'opera di racconto di Elio è davvero encomiabile; e perché basterebbero gli Arsenali medicei, recentemente riportati alla luce, per giustificare una visita. Spazi enormi, inconsueti, inaspettati, con volte a botte e pareti aggettanti di quel sasso spungone tipico dell'area - una pietra ricca di fossili dove ancora si possono scoprire conchiglie marine di ere passate. Pensare che c'è ancora tutta un'ala della Rocca che attende di essere liberata dalle macerie del tempo...


Gli arsenali medicei alla Rocca di Castrocaro - foto Stefano Brambilla

Per scoprire la seconda parte della storia, invece, bisogna andare qualche chilometro più in là, a Terra del Sole. Dove si rimane strabiliati. Perché non c'è nulla di simile in Italia: una piccola città ideale, fondata nel 1564 per volere di Cosimo I de' Medici, che sarebbe dovuta diventare la nuova prestigiosa sede degli “uffizi” medicei nella Romagna Toscana. "E che anche qui è rimasta integra nella sua struttura e nei suoi spazi" spiega Andrea Bandini, della Pro loco locale. "Tutto ha proporzioni armoniche, dalla piazza centrale - con la chiesa e il palazzo dei Commissari - agli edifici e ai due castelli lungo i bastioni difensivi". Nel 1572 le case di Terra del Sole erano già abitate da 25 famiglie; poi, nel Seicento, il progressivo declino, fino a che nel 1770 la struttura fu smilitarizzata. Da non perdere la visita del Museo dell'uomo e dell'ambiente, negli spazi del palazzo, e le casematte sotto le mura, magari durante i giorni del palio di Santa Reparata, con le due contrade pronte a sfidarsi a colpi di balestra antica; ma soprattutto è da assasporare l'atmosfera del borgo perfeettamente simmetrico, il fascino dei bastioni rinverditi da cipressi e alberi da frutto, il paesaggio intorno, ancora integro, con i campi, le ultime colline prima della pianura, i filari di ulivi. "Stravedo per Terra del Sole" ci dice il sindaco Marianna Tonellato "e vorrei mettere a punto un percorso narrativo, magari una rappresentazione teatrale, un museo virtuale". Noi ci uniamo al suo desiderio: questo territorio è talmente singolare che merita di essere più valorizzato, conosciuto, reso accessibile. Perché la Romagna toscana torni a splendere come un tempo. 
 


Le mura di Terra del Sole - foto Stefano Brambilla

INFORMAZIONI
- Premilcuore. Sito web Turismo Premilcuore e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni. L'area camper, a pagamento, è situata nel Parco di Fontanalda (via Fiorentina) e comprende attacco luce, servizi, area scarico; immersa nel verde, in posizione ideale per scoprire a piedi il borgo e le piscine naturali lungo il fiume; è gestita da Ridolla Cooperativa Agroippoturistica (www.ridolla.com), che offre tra l'altro anche la possibilità di cenare nel vicino, ottimo agriturismo con prodotti locali. 

- Bagno di Romagna. Sito web Bagno di Romagna Turismo e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni. L'area camper (senza servizi) è sita in prossimità dell'uscita "San Piero in Bagno" della superstrada E-45; consigliabile piuttosto usufruire del bel campeggio Alto Savio (www.campingaltosavio.it), poco lontano dal paese, dotato di tutti i servizi, e poi - per visitare il paese - lasciare il mezzo nel parcheggio presso l'hotel Euroterme. Sul sito web di Bagno di Romagna anche i riferimenti dei tre complessi termali.
- Portico e San Benedetto. Sito web del Comune  e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni. Nessuna area sosta, anche se il parcheggio all'entrata di Portico e quello di Bocconi (ideali per esplorare i paesi) possono ospitare camper (nessun servizio). A San Benedetto campeggio Acquacheta (www.campingacquacheta.it); per chi vuole visitare l'abbazia e percorrere il sentiero verso la cascata dell'Acquacheta, consigliabile invece il parcheggio indicato sulla statale 67 a sinistra (provenendo da Forlì), oltre il ponte. 
- Castrocaro Terme e Terra del Sole. Sito web del Comune e scheda borgo sul sito Bandiere arancioni. L'area camper si trova in via Biondina 88, a metà strada tra Castrocaro e Terra del Sole (10/15 minuti a piedi da entrambi); è gratuita, con possibilità di scarico; acqua ed elettricità sono a pagamento. 
Altro sito web utile per programmare la visita: parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (www.parcoforestecasentinesi.it).
 
L'articolo è stato realizzato grazie al mezzo fornito da APC - Associazione Produttori Camper, partner di Touring Club Italiano per la valorizzazione del territorio e la promozione del turismo all'aria aperta.

Il campeggio Alto Savio a Bagno di Romagna - foto Stefano Brambilla