La Via Appia è una meta obbligata per chi ama sposare la passione per la bicicletta a quella per l’arte e la cultura. Seguendo il primo segmento dell’antica strada consolare si ncontrano mausolei, stadi e sepolcri d’epoca classica, chiese e catacombe cristiane, lunghi tratti della pavimentazione segnata dalle bighe e dai carri. Attorno la campagna romana si apre verso insospettabili pascoli e campi arati, oggi protetti dal Parco regionale dell’Appia Antica
La grande via romana – che deve il suo nome al censore Appio Claudio Cieco – fu realizzata nel tempo record di due anni e aperta nel 312 a.C. Lo scopo, di quella che il poeta Stazio avrebbe definito regina viarium, era di collegare Roma a Formia e poi a Capua (oggi Santa Maria Capua Vetere), che sarebbe stata raggiunta nel 307. In seguito, l’Appia avrebbe raggiunto Benevento, Venosa e infine Brindisi, colonia romana dal 244 a.C. e porto fondamentale nelle rotte verso l’Oriente. 
Circo Massimo / Getty Images
DAL CENTRO DELL'URBE ALLA CAMPAGNA 
Non si tratta di una pista ciclabile vera e propria. Lasciato il Circo Massimo, seguendo una ciclabile approssimativa che corre lungo via delle Terme di Caracalla, si superano le mura passando sotto l’arco della possente porta San Sebastiano, dove ha sede il museo dedicato alle mura di Roma. Il tratto seguente, lungo il quale si superano la chiesa del Domine quo vadis (resa celebre dall’omonimo film del 1951) e le catacombe di San Sebastiano, è abbastanza battuto e decisamente stretto.
Il tratto più piacevole e chiuso al traffico automobilistico inizia dal mausoleo di Cecilia Metella. A forma di cilindro imponente, il mausoleo venne trasformato in un torrione e collegato ai castelli di proprietà prima dei conti di Tuscolo e in seguito dei Caetani, cioè di una delle famiglie romane che durante il medioevo si contesero il controllo della città. Di fronte al complesso di Cecilia Metella si trovano i resti della chiesa di San Nicola di Bari, detta “a Capo di Bove” a causa dei rilievi con teste bovine presenti sul vicino mausoleo.
La Via Appia / Getty Images
NEL CUORE DEL PARCO TRA VILLE E MAUSOLEI
Siamo entrati a questo punto nel cuore del parco e nel tratto più suggestivo dell’intero percorso. D’ora in avanti si pedala sobbalzando sul basolato romano o sui sentierini provvidenziali che corrono a fianco delle antche pietre. Si raggiunge in pochi metri l’ingresso dell’area archeologica di Capo di Bove, con una serie di resti archeologici che facevano parte della tenuta di Erode Attico e un casale acquistato nel 2002 dalla Soprintendenza, che ospita i Centro di documentazione dedicato ad Antonio Cederna. La via scorre alternando tratti di basolato romano a sezioni più facilmente pedalabili e supera diversi sepolcri, talvolta ornati da bassorilievi che raffigurano i defunti. 
Man mano che ci si allontana dal centro di Roma, l’ambiente diviene più piacevole e, tra le recinzioni delle ville private, s’intravedono tratti sempre più ampi della campagna romana celebrata da centinaia di stampe e quadri di tutte le epoche. Superato l’incrocio con la stretta via di Tor Carbone, sulla sinistra si trova un sepolcro a forma di piramide attribuita alla famiglia dei Quintili, mentre sulla destra si trovano due imponenti tumuli, tradizionalmente detti “degli Orazi”, ma risalenti alla fine dell’età repubblicana. Ancora sulla sinistra, un grande pascolo verdeggiante segna l’accesso più agevole (aperto solo la domenica) alla Villa dei Quintili, appartenuta anche all’imperatore Commodo, che nei giorni feriali è accessibile solo dalla via Appia Nuova.
Le rovine della villa dei Quintili / Getty Images
La struttura più vicina è quella del ninfeo, passato dalla funzione ricreativa all’uso militare con la trasformazione medievale in fortezza, mentre attorno alle sue alte mura si trovano le grandi terme e le aree residenziali. A poca distanza dallo scorrere del traffico lungo l’Appia Nuova ha sede l’antiquarium, che conserva statue e rilievi provenienti dagli scavi effettuati nella zona. Proseguendo lungo la regina viarium, si supera il Grande Raccordo Anulare grazie al sottopasso: ai turisti dell’Appia non resta che ammirare il panorama quasi intatto dell’antica via, con il profilo dei colli Albani sullo sfondo, quasi a portata di mano. 
Paesaggio della campagna romana / Getty Images
INFO, WEB E GUIDE TOURING
- Punto di partenza: Roma, porta San Sebastiano
- Punto di arrivo: Roma, Grande Raccordo Anulare
- Lunghezza: 18 km, andata e ritorno
- Momento migliore: tutto l'anno; consigliati primavera e autunno; la domenica e i festivi il tratto da S. Sebastiano a Cecilia Metella è chiuso al traffico
- Condizioni del percorso: strada prevalentemente asfaltata o pavimentata a sampietrini nel primo tratto; poi tratti di basolato romano e sampietrini

- Scopri il percorso e gli approfondimenti sulla via Appia (nonché i punti di noleggio bici) sul sito www.parcoarcheologicoappiaantica.it

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