Da diversi anni, Touring Club Italiano mette a disposizione delle aziende la propria esperienza per concretizzare partnership efficaci che abbiano impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie a iniziative di volontariato di impresa. Negli anni scorsi i dipendenti di diverse aziende, affiancati dai soci volontari del Touring Club Italiano, hanno accolto cittadini e turisti nei luoghi Aperti per Voi; negli ultimi mesi, invece, per far fronte alla pandemia, è stato ideato un volontariato di impresa “social". 
 
A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di ottobre 2021, alcuni dipendenti del Gruppo Credem: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e del racconto di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un elaborato sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Credem di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori. 

Ecco il contributo di Marika Mottola; tutti gli altri li potete trovare a questo link.

IL CASALE DI TEVEROLACCIO, IN CAMPANIA: UN GRANDE COMPLESSO RESTITUITO ALLA COLLETTIVITÀ
di Marika Mottola

Arriviamo al Casale di Teverolaccio in tarda mattinata, inebriati dall’odore di erba bagnata dalla leggera pioggia novembrina che, come spesso accade in queste terre, ha lasciato presto spazio a un timido sole. Le campane suonano, i profumi degli orti si fondono con quelli della cucina, in sottofondo il tenero miagolio di un gattino nero che gioca con una farfalla. Alcuni cagnolini si rincorrono, mentre gruppi di persone percorrono il viale alberato.

Siamo a poca distanza dal centro di Succivo, in provincia di Caserta, a due passi dall’antica Atella. Ad accoglierci c’è Antonio Pascale, volontario Legambiente, nominato, insieme ai colleghi, “Eroe verde” da Alessandro Gassmann per aver “fermato il cemento ed essersi reso protagonista di una nuova economia che rifiuta lo spreco, è amica dell’ambiente e produce innovazione, reddito e posti di lavoro”. Il grande complesso di Teverolaccio - un’antichissima torre, un castello aragonese, una romantica chiesetta e un agglomerato di case, il tutto racchiuso da possenti mura sulle quali si aprono tre porte di accesso - è infatti stato restituito alla collettività in seguito all’intervento di varie associazioni; tra queste, Legambiente, la Cooperativa Sociale Terra Felix, l’associazione Geofilos e l’associazione sportiva dilettantistica e di volontariato Un cavallo per amico. Tutte insieme, si sono poste l’obiettivo di tutelare, promuovere e valorizzare il territorio attraverso progetti di educazione ambientale rivolti agli studenti dei circoli didattici locali e iniziative sociali per la comunità. 


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola

Antonio ci racconta la storia di questo posto speciale, ci parla del prima e del dopo, di quanto sia costato e costi in termini di fatica, dedizione, sacrificio personale la promozione della cultura e della legalità in questi luoghi e di quanto sia altrettanto gratificante la risposta della popolazione. Fu una domenica di quasi quarant'anni fa, l’8 gennaio 1984, che durante una manifestazione in piazza Legambiente presentò la sua ricerca e le sue proposte per Teverolaccio. Queste hanno trovato effettivamente realizzazione a partire dal 2010 con il progetto Teverolaccio Rural Hub.


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola

Giriamo per il complesso e ne restiamo entusiasti. Ogni angolo parla di rinascita e di amore per il territorio. Nel piano superiore del Casale è allestito l’Ecomuseo, che si propone di orientare lo sviluppo del territorio in una logica di condivisione dei valori ambientali e culturali delle comunità locali; ospita mostre d’interesse culturale e artistico e un laboratorio didattico. Nell’ex stalla troviamo invece la Tipicheria, tanto locale quanto vetrina di cultura e tradizione per la degustazione dei prodotti enogastronomici tipici e la loro promozione.


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola

Accanto a una delle porte scopriamo la chiesa dedicata a San Sossio, edificata nel XVI secolo, in seguito all’abbattimento della precedente cappella campestre di culto pagano, di epoca imperiale romana. Grande protagonista del complesso è poi il Giardino del Principe, che si sviluppa su 6000 metri quadri e deve il suo nome al Principe Pignatelli di Tricase, uno degli storici proprietari del Casale. Il giardino ospita l'Ortaccio, un insieme di 18 orti sociali destinati ad anziani pensionati che, attraverso pratiche di agricoltura biologica, stanno coltivando e producendo specialità tipiche locali, e il Giardino dei Sensi, opera realizzata in collaborazione con la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi della Campania, AIAB Campania, il Club UNESCO e la Federazione Italiana Superamento Handicap.


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola

Il Casale, abbandonato per decenni e oggi punto di riferimento per la collettività, ha mantenuto sia nell’estetica sia nella funzionalità il suo carattere rurale, strizzando nello stesso tempo un occhio al futuro, alla sostenibilità e alla legalità. Visitarlo è un’esperienza unica nel suo genere e non possiamo che congratularci con Antonio e tutti i volontari che hanno reso possibile tutto questo. 


Casale di Teverolaccio - foto Marika Mottola