Fiori, frutti e animali, in aggiunta ad alcuni ritratti della famiglia Medici, committenti di molti dei dipinti in esposizione: i quadri del Museo della Natura morta di Poggio a Caiano (Po) testimoniano il periodo di maggior fortuna di un genere pittorico già percorso nel III secolo avanti Cristo, che ha nel "Cesto di frutta" di Caravaggio (1571-1610) uno degli esempi più alti.
Inaugurata nel 2007, la galleria conta 16 sale che ospitano circa 200 opere (oltre a quelle conservate in magazzino), tra cui una firmata dal celebre fiammingo Jan Brueghel il Giovane (1525-69) che ritrae 40 tipi di fiori in un'unica tavola. Più che scenografica la collocazione del museo nella Villa medicea pratese, costruita per volere di Lorenzo il Magnifico.
L'iniziativa nasce dalla creatività di Mina Gregori, storica dell'arte e accademica dei Lincei che ha scritto saggi editi in tutto il mondo e curato mostre su Caravaggio e Raffaello: sua l'osservazione dei tanti dipinti di epoca e tema unitari conservati nei magazzini dei musei fiorentini e nella villa stessa, usata nei secoli dalla famiglia Medici come casino di caccia. Perché non riunirli in un unico luogo? Dal 2007 è stato quindi possibile vedere opere comprese tra il Sedicesimo e il Diciottesimo secolo che in molti casi non erano mai state mostrate al pubblico. Esigue le disponibilità finanziarie del museo, che a causa dei pochi collaboratori consente la visita solo su appuntamento, per garantire la sorveglianza: gli escursionisti sono accompagnati di sala in sala da un custode. Gratuito l'ingresso.
UN PICCOLO GIOIELLO
La galleria pratese ci è sembrata un vero piccolo tesoro del patrimonio museale italiano. Cortesi e partecipi i custodi che accompagnano i visitatori. Impeccabile l'organizzazione delle sale, che ha raccolto i quadri secondo i soggetti: fiori, uccelli, frutta... Molti dipinti sono sorretti da preziose cornici d'epoca, armoniche con il tema ritratto per gli intagli lignei di fiori e frutti. Numerose le tavole conservate a Poggio a Caiano che gareggiano con i capolavori coevi dei maestri fiamminghi: alcune mostrano un intento enciclopedico nel ritrarre le diverse varietà di fiori, frutti e agrumi, a volte indicandone il nome alla base.
L'influenza caravaggesca delle opere si limita ai fondi scurissimi, che a nostro avviso in alcune opere potrebbero essere attenuati da un restauro di pulitura purtroppo per ora irraggiungibile al budget del museo. Lo confessiamo: questo genere pittorico è tra i nostri preferiti e siamo rimasti incantati dalla quantità di quadri di grandi dimensioni, dalla qualità artistica dei dipinti, dalla rarità di dettagli come gli inusuali scorci di paesaggio in alcuni sfondi.
NATURA AMICA
Nelle opere seicentesche conservate a Poggio a Caiano i fiori sono sempre disposti con eleganza in vasi, ghirlande o mazzi e i frutti posati con cura sui piani. Gli animali ritratti dal vivo sono composti e mansueti. I paesaggi a sfondo di alcune tavole mostrano giardini o campi coltivati, l'atmosfera è sempre solare, mai tempestosa o avversa. La natura sembra quindi un idillico rifugio dai problemi del quotidiano, lontano dall'inesorabilità della sua logica che divide tutto in predatori o prede, in cui carestie e catastrofi naturali sono eventi del tutto incontrollabili.
E mentre Caravaggio nel suo cesto aveva ritratto una mela bacata e delle foglie avvizzite per ricordare la caducità del tempo e l'imperfezione della realtà, le opere presenti nel museo pratese, in gran parte successive al capolavoro del Merisi, mostrano un universo senza pecche: fiori e frutta rigogliosi, animali dal pelo lucido o dalle piume brillanti, una vita che procede come sempre nelle scene di cucina in cui l'ambiente è solo un pretesto per mostrare cibi e stoviglie, senza intento di testimonianza sociale.
ALLA RICERCA DI CERTEZZE
Ai nostri giorni il tema della natura morta è stato riproposto con riproduzioni di pistilli e petali ingigantiti dall'americana Georgia O'Keeffe, con la zuppa Campbell da Andy Warhol e con le bandiere da Jasper Johns. Alcuni ambientalisti storcono il naso per l'aggettivazione "morta", ma in passato diversi artisti hanno dato prova della propria abilità riproducendo con fedeltà particolari del quotidiano. La trasparenza del cristallo di una brocca, le screziature di colore sulla buccia di un frutto o il baluginio della luce in un'ostrica aperta erano infatti soggetti adatti a dimostrare capacità tecniche valide anche per i ritratti, opere cioè richieste non solo dalle autorità ecclesiastiche ma anche da nobili e ricchi commercianti.
Nel primo Millennio il genere cadde in disuso, ma il Trecento vede la riproposta dei soggetti inanimati (una mosca dipinta dal giovane Giotto fu scambiata per viva da Cimabue). La vera fortuna di questa tematica risale però al secolo che vede la colonizzazione britannica dell'America, le disquisizioni astronomiche di Galileo Galilei e l'invenzione del pianoforte, cioè al Seicento. Non a caso: i quadri di natura morta offrivano tematiche innocue e tranquillizzanti, in tempi in cui franavano certezze geografiche, scientifiche ed economiche, con il rapido spostarsi dei traffici mercantili dal Vecchio al Nuovo Mondo. E i soggetti inanimati si prestavano anche ad essere esibizione di rarità (fiori ricercati, varietà di frutta di luoghi lontani, animali esotici o deformi...) con intento didascalico.
PATRIMONIO UNESCO
Inclusa nel 2013 nel Patrimonio Mondiale Unesco con altre undici Ville Medicee, quella di Poggio a Caiano è interamente visitabile: il museo è al secondo piano, mentre al primo sono accessibili sale decorate con affreschi di artisti quali i cinquecenteschi Pontormo e Andrea del Sarto. Aperti al pubblico anche gli appartamenti allestiti nella villa da Vittorio Emanuele II di Savoia per sé e l'amante Rosa Vercellana (nota come "la bella Rosina"), in cui è possibile ammirare sia antichi affreschi sia mobili ottocenteschi.
L'ampio giardino e la limonaia adiacenti sono visitabili in autonomia. Lorenzo Sbaraglio, da poco nominato direttore del complesso, ha fatto realizzare schede esplicative in 4 lingue nelle sale museali ed è alla ricerca di iniziative in un'ottica di reperimento fondi: servirebbero per avere un maggior numero di collaboratori e restaurare l'edificio limitrofo alla villa, in passato sede delle cucine medicee, così da consentirne la riapertura.
INFO
Museo della natura morta, Piazza dei Medici 14, Poggio a Caiano (Po), tel. 055. 877012, www.polomuseale.firenze.it/naturamorta.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.
Apertura: visite ogni ora tutti i giorni dalle 9 alle 15 (gennaio, febbraio, novembre, dicembre), alle 16 (marzo), alle 17 (aprile, maggio, settembre, ottobre) o alle 18 (giugno, luglio, agosto). Non si accettano visite per le ore 13.
La Villa, distante circa 20 km da Firenze, è collegata al capoluogo toscano tramite l'autobus 51PQF (45 minuti la durata del viaggio, biglietto di 2,70 €, www.blubus.it), che parte da Largo Alinari.