Ideale visitare Cuneo e le sue terre durante le feste natalizie, tra luci, colori e suggestioni e i tanti presepi storici sparsi nella provincia.  Sulle terre cuneesi domina l’inconfondibile piramide del Monviso. Una distesa di campagne e borghi corre verso l’orizzonte che anche qui, profondo sud del Piemonte, è chiuso dalla cornice innevata delle Alpi. Dalla fertile pianura, segnata dai tanti corsi d’acqua, dalla quale svettano campanili e cupole, partono mille strade che affondano nelle tante valli di questa provincia scarsamente popolata ma ricca di storia e tradizioni. Una storia che si racconta attraverso i centri antichi di borghi e città, i castelli, i santuari, gli antichi ponti, i grandi vini e le innumerevoli delizie gastronomiche. 
 
VENERDI SERA A CUNEO
Giungiamo a Cuneo quando il sole è ormai nascosto dietro i monti. Le ultime luci del giorno si appoggiano sul viadotto Soleri che percorriamo per approdare al nucleo storico della città. Cena in uno dei ristoranti del caratteristico centro storico dove ci concediamo un buon vitello tonnato, tra gli antipasti tipici piemontesi, e un piatto di tajarin ai funghi porcini, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di barbera d’Alba.    
Cuneo / foto Getty Images
SABATO A CUNEO, VILLAFALLETTO, VALDIERI E BOVES
Mattinata dedicata alla visita della città. Cuore storico di Cuneo è la vasta piazza Duccio Galimberti, eroe della resistenza cuneese, sulla quale s’affaccia la Casa Museo Galimberti, residenza ottocentesca della famiglia, che custodisce atti parlamentari, periodici e dipinti di pittori piemontesi. Dalla piazza proseguiamo su via Roma, arteria porticata del centro sulla quale troneggia la Torre Civica, giungendo al Municipio e alla settecentesca chiesa barocca di Sant’Ambrogio.
Da vedere, a due passi da quest’ultima, la chiesa sconsacrata di San Francesco, dalle forme gotiche, impreziosita da un bel portare marmoreo del Quattrocento e un massiccio campanile della fine del Trecento. Nel chiostro ha sede il Museo Civico che propone una ricca biblioteca e più sezioni; la Pre-Protostorica, la sezione dedicata alla Romanità, quella dell’Alto Medioevo e del Medioevo, la sezione di Arte Sacra e la Etnografica. Da vedere anche la chiesa di Santa Croce, dalla particolare facciata concava, e la cattedrale di Santa Maria del Bosco, principale centro religioso della città.
Tra gli edifici di maggior pregio vi è il settecentesco Palazzo Audifreddi, dove Garibaldi costituì il corpo di volontari che prese parte alla II guerra d’indipendenza.
Ci concediamo anche qualche sosta nelle belle botteghe storiche del centro per fare qualche acquisto, tra cui i deliziosi cuneesi al rhum, i cioccolatini formati da due cialde di meringa che racchiudono la crema pasticcera al cioccolato fondente e rhum, il tutto rivestito da uno strato di cioccolato fondente. Pranzo con un piatto di carne cruda all’albese, condita con olio d’oliva extravergine e insaporita con aglio, sale e pepe e scaglie di parmigiano e un assaggio di tomini al bagnetto verde.
Cuneo, piazza Galimberti / foto Getty Images
I PRESEPI STORICI DELLA PROVINCIA
Trascorriamo il pomeriggio scoprendo presepi storici della provincia. Primo presepe da non perdere è quello gigante di Villafalletto, piccolo centro a due passi dall’aeroporto cuneese di Levaldigi, realizzato all’aperto presso il Parco del Maira con oltre ottanta statue in polistirolo a grandezza naturale, da ammirare lungo un percorso di oltre un chilometro. È Boves la seconda tappa del nostro tour dei presepi delle terre cuneesi.
Una scena del presepe gigante di Villafalletto / foto Presepi in Granda
Centro a sud del capoluogo che propone il presepe artistico meccanico di San Giacomo, che negli anni è cresciuto fino a divenire quello che è oggi, movimentato da motori di vecchi giocattoli e oggetti recuperati tra vecchie lavatrici e vecchi forni, tra il canto del gallo, asini, buoi e cani. Cena con il classico bollito misto da gustare con bagnetti e salse tra cui il tradizionale bagnetto verde, con contorno di patate lesse e cipolle in agrodolce, da gustare con un buon bicchiere di nebbiolo, nobile vino rosso delle terre cuneesi, prima di godersi una bella fetta di torta alle nocciole.
Una scena del presepe di San Giacomo / foto Presepi iu Granda
 
DOMENICA CAVALLERMAGGIORE, RACCONIGI, VILLANOVA SOLARO
Domenica alla scoperta di alcuni tra i presepi più belli del Piemonte. Si va verso nord, alla volta del borgo di Cavallermaggiore, a lungo residenza di Ascanio Sobrero, inventore della nitroglicerina. Lo storico presepe di Cavallermaggiore è tra i più antichi del cuneese e si stende su una superficie di trecento metri quadri. Unico nel suo genere perché fatto per camminarvi al suo interno, si esplora, godendo, passo dopo passo, delle sue varie ambientazioni. Preziose le statue, alte oltre mezzo metro, che compongono il mercato, la grotta e la zona dei re magi, risalenti al Settecento con occhi di vetro e scolpite nel legno. Ci sono poi le statue di media grandezza, risalenti all’Ottocento, nella zona meccanizzata, e poi quelle di origine provenzale, risalenti al Novecento, realizzate in terracotta e stoffa.
Una scena del presepe di Cavallermaggiore / foto presepecavallermaggiore.com
A una manciata di chilometri da Cavallermaggiore c’è Villanova Solaro, dove c’è un altro presepio da non perdere. Con oltre centocinquanta metri di superficie il presepe elettromeccanico di Villanova Solaro è sicuramente tra i più belli della zona. Presepe che continua ad arricchirsi di elementi nuovi che è ricavato nel salone della parrocchiale. Tra originali giochi di luce, suggestivi percorsi d’acqua, scenari montani e paesaggi, il presepe è frutto di un accurato lavoro che incanta. Pranzo con formaggi e salumi locali, tra assaggi di tome, il regale Castelmagno, tomini, robiole e qualche fetta di salame, il tutto annaffiato da un ottimo vino bianco, dal profumo delicato e dal sapore asciutto, l’Arneis.
Pomeriggio in uno dei centri principali della zona, Racconigi, nota per la sontuosa residenza dei reali sabaudi, dallo splendido parco seicentesco, con gl’interni elegantemente arredati con statue, stucchi, dorature e grandi camini. A Racconigi visitiamo il presepe tradizionale meccanico della chiesa del Santo Nome di Gesù, ricavato su una superficie di oltre duecento metri quadri. Realizzato con la tecnica del gesso e del polistirolo, è un presepe tradizionale elettro-meccanico con svariati figuranti in movimento, giochi di luce e d’acqua e un sistema sonoro.
Cena con un classico della cucina piemontese, gli agnolotti, la speciale pasta ripiena tradizionale regionale, cucinati con il ragù di carne piemontese da accompagnare con un buon bicchiere di vino rosso, il dolcetto d’Alba.
Il castello di Racconigi / foto Getty Images 
Dolce finale con il bonèt, budino d’antichissima tradizione tipico delle terre piemontesi, preparato con uova, zucchero, latte, cacao, liquore e amaretti secchi. Sulla strada del ritorno affiora il ricordo dei presepi, il calore delle luci e l’atmosfera del Natale di questa terra di storia e antiche tradizioni, mentre la sagoma del Monviso continua a vegliare sulla fredda notte della provincia granda.
Il tradizionale Bunet / foto Getty Images