La mostra Giotto, L’Italia allestita fino al 10 gennaio 2016 a Palazzo Reale di Milano è la prima tappa di un itinerario giottesco che i visitatori della mostra possono seguire nel capoluogo meneghino.

Inviato nel 1335-36 dal Comune di Firenze a Milano per servire i nuovi signori della città, Giotto da Bondone concluse la propria vicenda pittorica con un affresco, purtroppo perduto, realizzato nel palazzo di Azzone Visconti, adiacente al Duomo.
Le altre importanti tracce degli influssi che il passaggio del pittore esercitò sugli artisti lombardi coevi si ritrovano in una serie di cicli pittorici come quelli della chiesa di S. Gottardo in Corte, cappella del Palazzo visconteo, con un affresco trecentesco della Crocifissione di scuola giottesca, ritrovato nel 1929 alla base del campanile e ora collocato sulla parete della controfacciata.
Altri influssi grotteschi si ritrovano anche in S. Eustorgio, negli affreschi della cappella Visconti, come pure nella cappella di S. Tommaso della chiesa di S. Marco, nel tiburio dell’abbazia di Chiaravalle (1340 circa) e in quella di Viboldone, con una lunetta affrescata nel 1349.

A conclusione del tour, le Sale IA e II-IV della Pinacoteca di Brera offrono uno spaccato dell’influsso che Giotto e i suoi seguaci, come Giovanni da Milano, suo collaboratore in S. Croce a Firenze, ebbero sulle scuole pittoriche dei centri dove si trovarono a lavorare. In esposizione gli affreschi dell’oratorio Porro di Mocchirolo (Lentate sul Seveso, Mb), ricostruita sul lato sinistro del corridoio che dà l’accesso alla pinacoteca, attribuiti al grottesco Maestro di Mocchirolo e una serie di opere di mano di anticipatori ed esponenti del gotico internazionale da Barnaba da Modena a Bernardo Daddi, Lorenzo Veneziano, Bartolomeo e Jacopino da Reggio, Gentile da Fabriano. Dal realismo giottesco, fatto di chiarezza espositiva e senso per le masse, alla stilizzazione e profusione di elementi decorativi della pittura gotica.

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