Finestre sull'azzurro tra i profumi della macchia mediterranea. Fare un trekking su un sentiero panoramico e scoprire angoli di entroterra ancora poco battuti è un altro modo di vivere il mare. A volte basta deviare, anche di poco per lasciare i luoghi affollati e vivere la natura in tutta la sua bellezza. 
1. LIGURIA, CINQUE TERRE - IL SENTIERO L'INFINITO
Il percorso collega Portovenere con Riomaggiore, il primo dei borghi che costellano le Cinque Terre. 14 chilometri uno più bello dell’altro da percorrere al proprio passo. Per goderne le bellezze prendetevi almeno una mezza giornata perché il suo nome “Sentiero l’Infinito” è una suggestione poetica, ma prima o poi si arriva a destinazione. Si può partire dal Castello Doria ammirando il piccolo e non proprio famoso arcipelago costellato da Palmaria, Tino e Tinetto. Si imbocca il sentiero segnato in bianco e rosso dal Cai per puntare la prima tappa, Campiglia. Da Campiglia si prosegue verso Riomaggiore, ma prima si sale verso il Colle Telegrafo. Da li in poi ogni spiazzo può regalarvi una sosta rigenerante e panoramica. Quello che ci vuole per rimettersi in cammino verso Riomaggiore. La discesa attraversa i caratteristici paesaggi del Parco Nazionale delle Cinque Terre, tra terrazze coltivate, profumi e strade segnate dai tipici muretti a secco, le ciàn.
L’ultima sosta prima del tratto conclusivo del sentiero è il Santuario di Nostra Madonna di Montenero, a poco più di 300 metri di altitudine. Un ultimo sforzo (in discesa) vi porta al borgo pastello di Riomaggiore, una festa per gli occhi prima di dedicarsi a vini e sapori del territorio.
2. SICILIA, EOLIE, STROMBOLI -  DA SAN VINCENZO AI  CRATERI DEL VULCANO
Non si è mai davvero soli su ques’isola. A vegliare gli stromboliani (pochissimi) e sui visitatori (tantissimi in estate) è “Iddu”, che giorno e notte si fa sentire con brontolii ed esplosioni. Per raggiungere quota 926 metri sul livello del mare e le bocche di fuoco dello stromboli è d’obbligo l’accompagnamento di una guida. A San Vincenzo sono più di una le associazioni che organizzano andate e ritorno, diurne e anche notturne, fornendo tutto il necessario per vivere in sicurezza un’esperienza indimenticabile. Più o meno vanno calcolate tre ore e due soste, in cui le guide daranno un’infarinatura di storia, geologia e vi “spiegheranno” il panorama, che nelle giornate terse è da pelle d’oca (i fortunati vedranno anche l’Etna). Imprevedibile l’intensità delle esplosioni e la loro frequenza, che ritmano l’ascesa fino al Pizzo, un anfiteatro unico al mondo da cui ammirare lo stromboli in tutta la sua forza.
I crateri sommitali visti dall'arrivo del trekking notturno sullo Stromboli /thinkstockphotos
3. SARDEGNA, BUGGERRU-MASUA - “LA COSTA DELLE MINIERE”
Un trekking scenografico e di notevole interesse archeologico. Su queste rocce infatti si possono osservare i reperti fossili delle prime forme di vita apparse sul pianeta. Un cammino caratterizzato dai contrasti fra tratti di luce abbacinante, dal buio crepuscolare delle antiche miniere di piombo e zinco, e da affacci panoramici sul blu screziato dalle onde. Il sigillo di qualità sul tracciato l’ha messo anche l’Unesco.
 
Si parte da Buggerru, che può essere messa anche come meta del percorso. Quella che oggi è località ambita da surfer di mezzo mondo, a cavallo di ‘800 e ‘900 brulicava di lavoratori e tecnici minerari provenienti da tutta Europa, in particolare dalla Francia. Il primo incontro con scenari minerari è all’ingresso alla Galleria Henry: a 50 metri sul livello del mare, proprio sopra l'abitato di Buggerru, la miniera attraversa la roccia per circa un chilometro. Le sue dimensioni imponenti garantivano il passaggio di una locomotiva a vapore, che sollevava finalmente muli e asini da fardelli pesantissimi.  Si entra quindi in questo anomalo labirinto, da cui si aprono squarci nelle roccia, vere e proprie finestre a strapiombo sul mare. I
Il panorama si può godere immersi nelle atmosfere surreali di Planu Sartu, villaggio abbandonato dove dal 1865 iniziarono gli scavi della Società Anonime des Mines de Malfidano. Dopo 1,5 km si cammina sulla provinciale 83 in vista di un grande campo ai piedi del monte La Palma. Si imbocca quindi un canale che scende tra i ginepri fino al mare. A Punta Cubedda, dove una grotta è attraversata dal mare da parte a parte. Si cammina su una strada panoramica per approdare al limite della falesia di Canal Grande. La prossima tappa è la torre di Cala Domestica, camminando su un’antica strada dei minatori. Si segue un rio per 200 metri, portando attenzione a non perdere di vista la segnaletica biancorossa del Cai, che conduce fino alla alla grande miniera di zinco di Masua di cui sono oggi visibili “Porto Flavia” e il “Museo delle macchine da miniera. L’arrivo è confortante, sulle spiagge che bagnano questo tratto di costa, con un vecchio molo da cui tuffarsi nel blu.
Lo scoglio Pan di Zucchero al largo della "costa delle miniere" /thinkstockphotos
4. CAMPANIA, COSTIERA AMALFITANA - LA VIA DEGLI DEI
È la più celebre delle escursioni nella Costiera Amalfitana. Il Sentiero degli Dei dalla chiesa di San Matteo a Bomerano (una frazione di Agerola) sovrasta spettacolarmente la Costiera, raggiungendo Nocelle da cui, con 1500 scalini, scende a Positano. Il sentiero è indicato con segnaletica bianca e rossa numerata 02. Oltre ai panorami eccezionali sulla baia, aguzzate l’olfatto. Vi aspetta un bouquet mediterraneo tra lecci, corbezzoli, erica e rosmarino. E spesso a farvi compagnia durante il trekking saranno pecore e capre. Un consiglio “spassiunato” è lasciare prima di partire un posto nello zaino per pane, prociutto e una candida mozzarella. Siamo o non siamo ad Agerola!
La vista spettacolare di Positano dal "sentiero degli dei" /thinkstock
5. MARCHE, MONTE CONERO - L’ANELLO DI PORTONOVO
Il sentiero 309 esplora il meglio del Monte Conero. Si può agevolmente seguire questo sentiero fruibile da tutti. Scegliendo con cura il momento meno caldo della giornata lo si può percorrere anche in circa un’ora di cammino. Dalla piazzetta di Portonovo se segue per l’Hotel Fortino Napoleonico. Da qui si punta al Lago Grande, orlato da un rigoglioso canneto. Una breve sosta e via a caccia di panorami. Eccoli gli scogli delle Due Sorelle bagnati dal mare (o schiaffeggiati dal vento e dalle onde), e in lontananza ecco la Grotta del Mortarolo. L’arenile ci porta fino alla Chiesa di Santa Maria, il nostro tourning point per dirigersi verso il Lago Profondo. Dalla sua sponda destra si devia in un sentiero che ci ricongiunge alla piazza di Portonovo.
Il profilo del Conero da un trekking a mezzaquota /thinkstockphotos