L'aumento esponenziale di turisti stranieri in Sicilia è il tipo di attestato che di questi tempi coglie di sorpresa gli italiani, il complimento che non ci si aspetta. Eppure i dati, a partire da quelli dell'Osservatorio Turistico Regionale o di Confartigianato, fotografano un consenso crescente. Alle spalle dei francesi (oltre il 20% delle presenze estere), dei tedeschi e di soggetti sempre difficili da accontentare come britannici e americani, crescono anche cinesi, canadesi e - immancabilmente - i russi. Gli italiani? Stabili.

La sensazione è che vivendo sempre di più le vacanze come atto pubblico, da ostentare sui social, questi luoghi (...o questi hashtag) non ritengano questi luoghi abbastanza esotici e misteriosi. Eppure, anche in un giro breve (da 3 giorni a una settimana) come quello che vi proponiamo, in un'area ristretta come quella tra l'Etna e Catania, ci sono parecchie buone ragioni per capire l'entusiasmo degli stranieri. Abbiamo provato a osservarli per riassumerle, scoprendo che i cliché dello storytelling siciliano (dal Padrino a Montalbano) non li impressionano: è semplicemente la bellezza a farlo.

Cominciamo secondo logistica, ovvero, grazie all'aeroporto di Fontanarossa, da Catania. Lo fanno tutti o quasi: approfittano della vicinanza tra lo scalo e la città e vengono a dare un'occhiata, magari mettendo in preventivo un giro breve, in vista di destinazioni successive. Invece, scoprono che, per quanto Catania sia veloce, di tempo ce ne vuole un po' di più.
1. CATANIA
- Lava in centro. Da sempre la città ha una vitalità che la distingue da altri capoluoghi siciliani ma in questi anni sembra aver trovato modo di domare questa vocazione vulcanica e metterla a frutto - un po' come l'uso della pietra lavica per strade, palazzi e monumenti, a cominciare dal basalto della Fontana dell'Elefante. 
- Fuoco e acqua. Quando apprendono che l'eruzione del 1669 costrinse il fiume Amenano a rifugiarsi sotto terra, i visitatori rimangono affascinati: dopo tutto, non ci sono molti altri esempi. Il cosiddetto "tour dell'acqua" è un modo per toccare alcuni punti cruciali della città, dalle Terme Achilliane all'Acquedotto Romano, dal Balneum Benedettini alla Fontana dell'Amenano che fa idealmente la guardia alla Pescheria, il mercato antico con un che di saraceno all'ombra del Duomo. 

- Il barocco. L'atteggiamento degli italiani è forse sintetizzato dalla famosa frase di Alberto Savinio: "Il barocco a Catania è una malattia eruttiva". Ma gli stranieri ci diventano matti. Non girano col cellulare sguainato quanto gli italiani, ma non possono fare a meno di immortalare il Duomo, o Sant'Agata, o San Benedetto, la Chiesa della Collegiata, o il Teatro Massimo Vincenzo Bellini (nome che suscita sempre un brivido). Non manca mai di colpire la fantasia il fatto che l'esplosione di questo stile sia sostanzialmente dovuta al terremoto del gennaio 1693 e alla successiva ricostruzione della città. Non c'è modo di buttare giù la gente che vive da queste parti: ricomincia sempre - aggiungendo qualcosa.
- La via Etnea. Ideale collegamento tra il fuoco del vulcano e l'acqua del mare, è anche lei una figlia del terremoto. Incredibilmente lunga, e notevolmente larga perché molte delle vittime del sisma che colpì la città alla fine del Seicento perirono a causa di strade principali troppo anguste. Visto poi come i superstiti trovarono scampo nel piazzale che allora si chiamava u burgu (oggi piazza Cavour), si decise di inserire a intervalli relativamente regolari piazze ampie e importanti, da piazza Stesicoro a piazza Università, per dare ulteriore respiro a una via di quasi tre chilometri che è uno dei (tanti) luoghi di aggregazione di Catania. Qui c'è lo shopping, qui mascoli e fimmine si taliano (ovvero, si guardano con un misto di considerazione, sfida e languore vero. O simulato ad arte), qui ci sono le pasticcerie. E qui - fin dagli anni Trenta - si svolge tra i catanesi la discussione infinita: dove si trovano i cannoli, le cassate, le granite migliori? E in particolare, sono meglio gli arancini di Savia o quelli di Spinella? Gli avventori alla prima esperienza rimangono sbalorditi da entrambi; l'importante è ricordar loro che qui si dice arancini (con la I), mentre a Palermo si dice arancine (con la E), e nessuno si farà male.
- Gli aperitivi. Catania ha modalità di movida abbastanza peculiari. Dall'area presso Palazzo Ursino ai vicoli attorno alla Pescheria, si alternano (e a volte sovrappongono) aspirazioni hipster e schiettezza rustico-marinara, dal signorile MA al battagliero Pub Nievski, dai chioschi (o ciospi) di strada con selz, limone e sale all'elegante Etnea Roof Bar & Restaurant del Palace Catania | UNA Esperienze con la sua vista sontuosa, dal Caffé del Porto al Cortile Capuana. Per chi ama lo street food, c'è quello a base di pesce di Scirocco, del quale è apprezzabile anche la ruspante location proprio dietro al Duomo (vedi indirizzi sotto). En passant, una delle cose per cui ringraziare Catania è che la musica è spesso molto ricercata - sarà che qui c'è una tradizione anche recente di musicisti di un certo livello (Battiato, Carmen Consoli, Mario Venuti). Imprevedibilmente, uno dei generi più amati è lo swing, forse un'eredità dello sbarco degli americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Non è improbabile imbattersi in un flash-mob di una delle scuole di ballo locali, o in uno spettacolo della big band di Sebastiano Benvenuto Ramaci, la HJO Jazz Orchestra. Qui, lo swing piace persino ai tedeschi.

Scirocco Sicilian Fish Lab, Catania
 
2. ETNA
- Bellezza impossibile. Una coppia di Manchester, venuta a festeggiare il 25mo anniversario di matrimonio, fatica a mettere ordine nei pensieri dopo l'escursione. "To live here, you must be crazy" ("Per vivere qui, dovete essere pazzi") mormora lui. "My God, who would live on a volcano? But it's so beautiful. And the people here is so lucky, to be crazy" ("Mio Dio, chi vivrebbe su un vulcano? Ma è così bello. E la gente qui è così fortunata, così folle"). La domanda in effetti è pertinente: a chi verrebbe in mente di vivere addosso a un vulcano attivissimo? Tuttavia non è solo questione di bellezza, di paesaggio lunare, di eruzioni pirotecniche o del contrasto tra il nero della lava e il verde dei boschi: 'a muntagna (l'Etna è fimmina) è più madre che matrigna, rende il terreno spettacolosamente fertile grazie alla ricchezza di minerali e crea opportunità di lavoro di varia natura - per esempio, chissà quanta gente al nord sa che qui si scia. Anzi, durante la gita, anche in primavera ed estate è consigliabile portarsi una felpa: stiamo parlando di una delle cime più alte d'Europa. Anche se si sta abbassando: ultimamente misura 3.250 metri. E menzioniamo soltanto di sfuggita il fatto che si sta muovendo, perché per quello ci vorrebbe un geologo. Pensandoci, è una buona idea.

- Salire con un geologo. Si può fare anche da soli, ma sarebbe un peccato. E non solo perché la parte più alta del vulcano non è visitabile senza una guida (ed è oggettivamente imperdonabile perdersela). Ma anche per sapere su cosa si sta camminando. Per scoprire quanto può essere veloce la lava, per farsi dire quanto può essere sparata lontana una bomba vulcanica, per apprezzare le differenze tra i vari tipi di eruzione, per capire come mai la Valle del Bove è la meta preferita dalle colate, per accorgersi che i pini, con quell'aria elegante, sono in realtà dei tipacci aggressivi che sono in grado di crescere nelle rocce laviche e che fanno una guerra senza esclusione di colpi alle betulle. Se siete fan di Game of Thrones, per capire come si forma il vetro di drago, ovvero l'ossidiana, o cosa fanno così allineati i Monti Sartorius lungo le fratture eruttive. Oppure, come si è formata sul versante nord-occidentale la Grotta del Gelo, una ghiacciaia gigante a 2000 metri sul mare, nella quale il ghiaccio si accumula da tre secoli. O come si sono formate le bellissime e freddissime...
- Gole dell'Alcantara. Geograficamente sono tra Castiglione di Sicilia e Motta Camastra, sostanzialmente sono anche loro un prodotto dell'Etna, il risultato di colate di lava basaltica che incontrando il fiume Alcantara si sono raffreddate velocemente producendo forme geometriche stupefacenti. Il fiume fa da cerniera tra le province di Catania e Messina, così come tra l'Etna e i monti Peloritani: con stivaloni o mute vi si può entrare per una passeggiata nelle acque caratterizzate da un freddo veemente (o, se siete russi o tedeschi, da un piacevole tepore). L'ingresso nel Parco è a pagamento, la visita può essere guidata o libera lungo i sei chilometri di cascate, laghetti e canyon che si stringono fino a 2 metri, in uno degli scenari più belli di tutta la Sicilia - l'affermazione sembra impegnativa, ma chi c'è stato la potrà convalidare.


 

- Circumetnea. Con frequenza piuttosto regolare, il quotidiano britannico The Guardian esorta i concittadini a regalarsi la "amazing experience" della ferrovia a scartamento ridotto che dal 1885 abbraccia il cono del vulcano, collegando Riposto a Catania. Naturalmente le vetture non sono così vetuste - d'accordo, c'è ancora una littorina del 1937 in servizio, ma non è detto che vi capiti proprio lei: è più probabile che usufruiate di un nuovo, comodo treno polacco. Ma il resto, dalle stazioni (che attenzione, non coincidono con quelle delle FS) al panorama, è cambiato poco da quando Vittorio Emanuele III o Edmondo De Amicis salirono a bordo. Per la velocità, per esempio, si può fare poco - del resto il dislivello da colmare è di circa 750 metri.
- Un posto a scelta. Se i giorni da trascorrere in zona sono pochi, forse è il caso di optare per uno solo dei paesi del Parco dell'Etna; la scelta di seguire la pista del turismo straniero ci porterebbe a Nicolosi, la Porta dell'Etna, dalla quale nel 1787 passò J.W. Goethe accompagnato dal pittore Heinrich Kniep nella sua salita verso il vulcano. La maggior parte dei turisti lo imita, partendo da qui, in auto, per il Rifugio Sapienza. Ma pensandoci, Zafferana Etnea, col suo liberty e il suo nero basalto inverosimile e le sue iniziative turistiche - a partire dall'Ottobrata - sono a soli 11 chilometri, quindi vi autorizziamo a largheggiare e visitare entrambe.
3. TAORMINA
- Da porta a porta. Corso Umberto I, da Porta Catania (quella a sud) a Porta Messina (quella a nord), è la "vasca" da percorrere finché non si trova il proprio angolo, che può essere una boutique, una chiesa (raramente se ne vedono così tante in uno spazio così limitato), una gelateria, il belvedere sullo Ionio, i giardini della Villa Comunale sognati nell'Ottocento dalla scozzese Lady Trevelyan, o una delle innumerevoli vetrine ricolme di ceramica. Anche se non avreste mai pensato di mettervi in casa una enorme pigna di ceramica colorata, dopo un po' a furia di vederne l'idea inizierà a sembrarvi del tutto naturale e sensata. Per certi versi è come passeggiare nel Corso Italia di Cortina d'Ampezzo; ma senza nulla togliere alla "perla" del Nord, qui i turisti stranieri sono un po' di più. In fondo è la sua vocazione, dai tempi dei Greci a quelli degli Arabi, dai Normanni al jet-set internazionale della Dolce Vita che orbitava attorno al Bar Mocambo - o nel caso degli artisti del Novecento, a Casa Cuseni. 
- Teatro Antico. Un concerto visto qui è uno spettacolo doppio. Scavato nella roccia, adagiato tra il mare e il vulcano, tra la città e i castelli, memore delle lotte tra gladiatori e belve così come de La dea dell'amore di Woody Allen, per questa estate è stato prenotato da Dream Theater, America, Nick Mason dei Pink Floyd, Caetano Veloso, Il Volo, Subsonica, Massimo Ranieri, Irama, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Levante, Antonello Venditti. E non è un mistero tra i promoter italiani che italiani e stranieri vengano più che volentieri, a farsi rimirare in tanta cornice. Per quanto riguarda la lirica, tra luglio e agosto 2019 ci saranno Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Tosca, La Traviata, Aida, Carmen, Turandot. In tutto questo, è quasi scontato menzionare a chi vada la preferenza degli stranieri: i due concerti di Andrea Bocelli del 30 e 31 agosto sono sold out già da parecchio tempo. 


 

- Giardini Naxos. Fu il primo approdo dei Greci in Sicilia, e non è difficile immaginarsi gli sguardi compiaciuti dei coloni di Calcide e Nasso al momento dello sbarco, dopo il quale colonizzarono tutta la Sicilia Orientale. Fino alla fine dell'Ottocento il "Borgo dei Giardini" era una frazione di Taormina, oggi non potrebbe mai esserlo stanti gli oltre novemila abitanti e un'identità precisa, più mediterranea e meno impegnativa, più rilassata della sua controparte chic, la romana Tauromenium. Anche se alcune cose vengono ancora condivise: per esempio, la stazione ferroviaria, con la sua spiazzante eleganza liberty. E naturalmente, il panorama.  
- In barca. Se questo tipo di escursione non è il vostro forte, non fatevi vincere dalla ritrosia: lo spettacolo naturale che vi si presenterà può valere persino un po' di mal di mare. Il giro standard lungo il litorale prevede uno sguardo alla baia di Naxos, la Grotta del Giorno, il Capo Taormina, l'incredibile Isola Bella, la fantastica Grotta Azzurra, la baia di San Nicola e quella di Mazzarò. E quando il nocchiero sa il fatto suo, impreziosisce l'esperienza con cenni affascinanti sulla storia del territorio - e delle costruzioni che si vedono dal mare. 
4. ESPERIENZE FONDAMENTALI
- Mangiare. Siamo giunti alla conclusione che mangiare male in Sicilia, ma soprattutto in questa zona, sia difficile. Certo, non è impossibile: quando c'è la volontà, si può ottenere tutto.
- Bere. Così come nella maggior parte dei casi la lava dell'Etna sa che deve andare nella valle del Bove, anche i vini dell'Etna al primo sorso sanno dove andare e quanto scaldare (o rinfrescare, a seconda dei casi).  I vitigni di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio delle pendici del vulcano, grazie ai terreni di origine lavica e alla forte escursione termica tra giorno e notte creano vini intensi ma non aggressivi. Bianchi, rossi, rosé, spumanti - non manca nulla. 
- Annusare. L'aria non è indifferente alla vegetazione abbondante e inverosimilmente varia. Ogni secondo si inspira almeno un lontano refolo di pini e fichi d'india, agrumi e bouganvillee, con uno sfondo lontano di salsedine - e, a seconda dell'ora, di tutte quelle cose buone che vi stanno preparando (vedi alla voce: Mangiare).
- Guardare. Le luci sul mare dopo il tramonto. I colori dei dolci - ma in effetti, di tutti i cibi coloratissimi. La gente, visibilmente contenta di vivere qui. Le onde. Un vulcano.
I NOSTRI SUGGERIMENTI
- Per dormire e mangiare.
Non possiamo non consigliarvi gli hotel che ci hanno ospitato: sono davvero fenomenali. Per la serata a due, l'UNAHOTELS Capotaormina (tel. 0942.572800; sito web) ci sembra imbattibile - per la terrazza a strapiombo sul mare con vista che spazia dall'Isola Bella al vulcano, e per il ristorante La Scogliera. Sappiamo che non è per tutte le tasche - ma altrettanto sinceramente, forse è altrove che vale la pena risparmiare. Per la vacanza familiare, invece, più indicato l'UNAHOTELS Naxos Beach Sicilia (tel. 0942.662445; sito web), resort ampio e attrezzato per le attività dei bambini, dotato di spiaggia privata, immenso giardino, piscina olimpica, diving center, campi da tennis e da calcetto, e diverse tipologie di ristoranti. Per tutti, a Catania, da provare Palace Catania | UNA Esperienze, moderno 4 stelle in un palazzo storico - con impareggiabile terrazza panoramica - al centro della via Etnea (tel. 095.2505111; sito web).
- Per la Circumetnea e i suoi orari, www.circumetnea.it
- Per la gita in barca sul litorale da Naxos all'IsolaBella, Taormina Escursioni (tel. 338.3591014).
Per il tour Catania Velata, Sharing Sicily (tel. 391.3953279; www.sharingsicily.com), che promuove attività, tour ed esperienze per conoscere la Sicilia più autentica.
Per l'escursione sull'Etna, ma anche alle Gole dell'Alcantara, il gruppo Truvatura (www.etnatruvatura.com; tel. 338.1949777); per ulteriori informazioni sulle Gole, www.parcoalcantara.it (tel. 094.2989911).
Per i dolci, a Catania la Pasticceria Savia (via Etnea 302) e/o Pasticceria Spinella (via Etnea 292). Se siete dalla parte opposta della via, non disperate, c'è il Prestipino Café (via Etnea 30).
- Per la granita, il Bam Bar di Taormina (via di Giovanni, 43).
Per l'aperitivo, il Bar Svevo dell'UNAHOTELS Capotaormina (via Nazionale 105).
Per lo street food, a Catania in piazza Alonzo di Benedetto 7, Scirocco - Sicilian Fish Lab (www.sciroccolab.com; tel. 095 8365148).
Per il vino, Antichi Vinai 1877, della famiglia Gangemi: vini dell'Etna e autoctoni siciliani: Petralava, Mascalese, Neromosso, Bollenere; si trovano nelle vinerie ed enoteche che si rispettino, e su www.antichivinai.it; la sede centrale è in via Castiglione 49, Passopisciaro (Ct).
- Per informarsi. Naturalmente le nostre guide sulla Sicilia, dalla Guida Verde alla Guida Verde Pocket Catania: le trovate tutte su questa pagina del nostro store online, dove potete acquistarle scontate. Oppure nei Punti Touring e in tutte le librerie.

UNAHOTELS CapoTaormina