Lo storico Alfonso Filizzola ci porta alla scoperta del suo paese, Laurino, caratteristico borgo cilentano in provincia di Salerno.

“Laurino città d’arte? Per intanto città – civitas – lo fu quasi certamente. Città è chiamata dall’Ingenio in quanto residenza vescovile, sia pur provvisoria. Città è ancora considerata dal Pecori. Come civitas, infine, è ufficialmente citata nei privilegi concessi da Ferdinando, il Cattolico, nel 1507 e 1509 poi con fermata da Carlo V nel 1542 e da Filippo II nel 1595".  Cosi Bruno Durante, storico laurinese, in "I Tesori di Laurino" (agosto 2004). 

Arrivati a Laurino, parcheggiata l’auto nello spiazzo sotto le mura del Palazzo Ducale, mentre ci si affaccia al muraglione che domina la vallata sottostante, si avverte un qualcosa di magico, di “antico”. Adagiato sulla collina “dei lauri” questo antico borgo medievale deve le proprie origini, molto probabilmente, ai Sanniti Pentri, alleati di Pirro, che nel 270 a.C. sconfitti ancora una volta dai romani nella Piana di Paestum, si sarebbero ritirati nelle vallate interne. “Sirim, Fugiente Pirro, Initium Laurini” recitava una lapide andata perduta. Sicuramente le favorevoli condizioni ambientali, per la posizione geografica dell’area che si identifica con il Parco Nazionale del Cilento, comprensorio del Cervati  la “vetta” della Campania con i suoi 1900 metri!


Il borgo di Laurino - foto Alfonso Filizzola

Laurino, allora collina dei lauri? Molto più probabilmente luogo che, per la presenza di molte grotte abitabili, era stato preferito, tra il '400 e il '700, dai monaci Basiliani quale luogo ideale per fissare le loro dimore, dette laure. Un sito baciato dalle favorevoli condizioni ambientali nel comprensorio del Cervati, la “vetta” della Campania con i suoi 1900 metri, oggi protetto dal Parco Nazionale del Cilento.

Ai visitatori consigliamo di non venire a Laurino “con il ghiaccio in tasca”, tanto per usare un nostro modo di dire: anzi di venire senza fretta e rilassati. Perché il programma che proponiamo è da vivere in ogni momento in totale rilassatezza, senza affrettarsi, almeno due giorni: uno da dedicare al centro storico; un altro all’area montana e naturalistica, di particolare interesse sia per la flora che per la presenza di alcuni luoghi molto suggestivi. Tra questi, l’inghiottitoio (la “Grava” per i paesani), La grotta dei Fraulusi (barbagianni), area archeologica con reperti ossei dell’età del bronzo, e la grotta di S. Elena, dove la tradizione vuole si fosse ritirata la verginella laurinese per condurre una vita da eremita. Senza dimenticare di gustare la cucina tradizionale cilentano / lucana presso i due ristoranti tipici.

Ma iniziamo il nostro giro tra i caratteristici vicoli del centro storico, all’interno delle mura medievali. Ci portiamo verso la piazza principale dove ci viene incontro Il Seggio (il Sedile), aula rettangolare aperta sulla Piazza del foro in cui gli Eletti dell’Universitas di Laurino e delle Università del Suo "Stato" (i 5 Casali) esercitavano le funzioni di governo.
 

Il borgo di Laurino - foto Alfonso Filizzola

Ci inerpichiamo per raggiungere la sommità del colle, diretti verso i ruderi del Castello dei Lauri, fatto costruire quale presidio militare per il controllo della Via del Sale (o Via degli Stranieri) verso la fine del 900 da Guaimario, principe longobardo di Salerno.


Vista dal castello di Laurino - foto Alfonso Filizzola

In continuità con i ruderi del Castello è il Palazzo Ducale, edificato nella seconda metà del secolo XVI come fastosa corte dai nobili Carafa di Napoli, residenza poi dei duchi Spinelli fino al 1806. 


Palazzo Ducale, Laurino - foto Alfonso Filizzola

Ridiscendiamo verso la Piazza del Foro e, strada facendo, ci soffermiamo ad ammirare l’area dell’Annunziata, il complesso che ospitava lo Xenodochio, l’ospizio per i pellegrini con annesso ospedale ed un Orfanotrofio per trovatelli. La chiesetta dell’Annunziata, edificata nella seconda metà del sec. XVI, riserva sorprese inimmaginabili per le opere d’arte, della stagione barocca, che contiene: dalla cupola, al sontuoso altare, due sculture raffiguranti S. Sofia e  l’Annunziata nonché un crocifisso ligneo molto suggestivo (probabilmente opera del magister Nicolaus de Labella del 1408).

Solo un veloce “passaggio” per visitare il luogo (‘u vuttaru) dove sono custoditi alcuni degli attrezzi della cultura contadina dell’Ottocento: in particolare un antico telaio e la “vocula” (la culla, con il neonato dentro, che le donne contadine portavano, in bilico sul capo). Attraversando i caratteristici vicoli del borgo ci portiamo verso una delle tante chiese (le parrocchie erano 6 nel 1700...), la cappella di S. Elena da Laurino, molto venerata in terra di Lucania: era una infante di Laurino che andò eremita, a 15 anni, in una grotta (trasformata poi in cappella rupestre) situata in una contrada montana chiamata Pruno. 


Telaio in una foto d'epoca - foto Alfonso Filizzola

Passiamo poi in visita al teatro comunale (280 posti a sedere, costruito dove si ergeva l’antica cappella del Carmine) che conferma l’interesse dei laurinesi, già dal 1700, per la Commedia dell’Arte. E visitiamo la Collegiata la Chiesa di S. M. Maggiore, struttura a navata centrale con Cappella del Rosario laterale, che ospita un polittico meraviglioso del Settecento opera del De Magistris di Piano Vetrale. Da vedere in particolare lo splendido coro, del sec. XII,  probabilmente opera in legno intagliato di Geronimo Consulmagno di Aquara, costituito da 32 stalli, con al centro una superba cattedra. Quindi la cripta, dove è conservata l’urna con i resti di S. Elena, in cui si possono notare le evidenze di una presenza pre-cristiana molto significativa. Interessante annotare che presso la Collegiata si tenne un famoso Sinodo nel 1649, indetto dal Vescovo Tommaso Carafa, congiunto del Duca di Laurino.


Il coro di Santa Maria Maggiore, Laurino - foto Alfonso Filizzola

Il tempo stringe e “il ghiaccio si scioglie”: facciamo ritorno verso la piazza principale, dedicata ad Agostino Magliani, laurinese Ministro delle Finanze del Regno d’Italia con il Governo De Pretis - Cairoli e Crispi (dal 1876), ricordato per l’abolizione della tassa sul Macinato.  I molti palazzi padronali di famiglie illustri sono stati realizzati in particolare dalla seconda metà del 1700. Ci preme ricordare, in particolare, il Palazzo Pagano,  dove nel 1799, avendo questa famiglia aderito alla nascita della Repubblica Partenopea, venne massacrata (18 i morti compresi alcuni infanti) dalla folla aizzata da altri signorotti del paese avversari. 

Ci rimane ancora di arrivare almeno al Convento di S. Antonio, fuori le mura, ospedale per curare gli appestati fino al 1300, con annessa chiesa, da visitare assolutamente.


Il convento di Sant'Agostino, Laurino - foto Alfonso Filizzola

Nei pressi, su un antico palazzo di fronte, un'ultima sorpresa: attaccata al muro, una antica targa del Touring Club Italiano che indica la sede di un proprio Rappresentante legale. Ma questa è, ancora, un’altra storia; anch’essa una delle tante storie che Laurino ha vissuto, ancora vive e che vogliamo continuare a raccontare. Vi aspettiamo per il piacere di viverle insieme.