(estratto dal reportage di Barbara Gallucci pubblicato su Speciale Qui Touring Sardegna)

La cosa bella del Big Sur in versione sarda, lungo le strade del Sudovest, è che alle spalle del mare ci sono promontori e montagne che all’automobilista regalano tornanti a strapiombo sul mare e continui saliscendi, ma è al passeggero libero di guardarsi intorno che va senz’altro meglio. Fino a giugno inoltrato e poi da settembre-ottobre tutto è ricoperto da una vegetazione che definire rigogliosa è riduttivo. Il verde della macchia mediterranea, il viola dei fichi d’India non ancora maturi, il giallo delle mimose (milioni di mimose che ricordano a ogni angolo che la Sardegna è femmina), la terra rossiccia degli sterrati che portano a spiagge e cale nascoste... Per sentire gli odori di tutta questa esplosione naturale il finestrino aperto però non basta. Una passeggiata a cavallo è una valida alternativa per un’immersione reale nel paesaggio senza intaccarlo. Armando guida una piccola carovana di cavalieri e amazzoni partita dal maneggio del Tanka village lungo i sentieri di capo Carbonara. Anche chi è digiuno di corsi di equitazione può stare tranquillo: i cavalli sono addestrati e decisamente mansueti, abbastanza da prendersi cura anche dei più imbranati. Anche perché a star dietro al cavallo si rischia di perdersi panorami in technicolor.

Chi di salire a cavallo non ci pensa nemmeno, ma non vede l’ora di avventurarsi all’interno per un bel trekking, trova nell’entroterra di Villasimius e Muravera terra per i propri scarponcini. Marco Marci è assessore a Muravera, professore in una scuola locale e appassionato di trekking nonché guida. Conosce il territorio a menadito e propone itinerari infiniti: «Ci sono passeggiate ideali per tutta la famiglia ed escursioni più impegnative. In ogni caso gli spettacoli naturali che si profilano sono unici» racconta e prosegue: «uno, per esempio, è quasi completamente in piano e porta alla scoperta dello stagno di Colostrai, luogo ideale per gli amanti del birdwatching e della fotografia naturalistica; un altro parte da Muravera e porta al mare attraversando l’area nota col nome di Baccu Arrodas, parte della famosa Via dell’argento. Più lungo, ma focalizzato proprio sulle miniere il percorso verso l’interno nel versante chiamato S’Arrexini dove è possibile visitare resti di archeologia mineraria. Ma quella che consiglio sempre ed è davvero da non perdere è un’escursione al parco dei Sette fratelli. Ci sono itinerari semplici e complessi tutti ben segnalati e non è difficile incontrare i cervi sardi lungo il percorso». L’entusiasmo di Marci è evidente e anche la voglia di condividere la sua passione con più persone possibili. «Partendo da Muravera le possibilità sono tantissime. Il nostro obiettivo è sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e stimolarne la scoperta, anche e soprattutto per le nuove generazioni» conclude.

Obiettivo condiviso da tutta un’amministrazione comunale che sta convogliando i suoi sforzi nella valorizzazione del territorio. Muravera punta sull’ambiente ma anche sulla cultura tradizionale con una serie di manifestazioni volte a far conoscere le infinite varianti del folclore e della storia. Dalla sagra degli agrumi, che si svolge in primavera e che coinvolge decine di gruppi folcloristici provenienti da tutta la Sardegna, alle corti aperte, un’occasione per entrare davvero in contatto con chi produce artigianalmente pane, dolci, vino e altri prodotti locali. Una festa non prettamente turistica, ma rivolta a chiunque abbia la curiosità di scoprire qualcosa in più di un passato nemmeno troppo lontano.

Informazioni: www.sardegnasud.it; www.villasimius.org