Il Touring Club Italiano si pone a difesa del Mediterraneo e chiede che vengano messe in atto tutte le garanzie necessarie a tutelare il Mare Nostrum prima di procedere con le trivellazioni della Bp nel Golfo della Sirte.

“In questa fase le informazioni sono troppo scarne e nebulose - afferma Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano - però, nello stesso tempo, ci sono alcuni punti fermi che non possiamo ignorare".

"Primo fra tutti, il fatto che il Mediterraneo è un patrimonio – storico e culturale oltre che ambientale – che, per il suo insieme di biodiversità e ambiente unici al mondo, appartiene a tutta l’umanità e come tale deve essere tutelato e protetto. In secondo luogo, la situazione contingente potrebbe (e, forse, dovrebbe) essere l’occasione per indurre tutti i Paesi euro-mediterranei a stabilire una normativa unica, comune e condivisa che tuteli, in primis, il Mediterraneo.

Infine, sappiamo quali potrebbero essere i costi di un eventuale disastro ambientale nelle acque di questo mare. Oltre ai costi intangibili, non quantificabili proprio perché non esiste un prezzo che possa definire il valore del Mediterraneo, possiamo però stimare in modo certo e sicuro i danni economici almeno per quanto riguarda il turismo: oggi il Mediterraneo attrae ogni anno circa il 30% del totale complessivo degli arrivi internazionali, pari ad oltre 260 milioni di viaggiatori e a ricavi di oltre 280 miliardi di dollari.

Il dramma di quanto accaduto nel Golfo del Messico ha messo tragicamente in evidenza il fatto che anche la tecnologia più perfetta ed avanzata non è in grado di eliminare qualsiasi rischio dall’operazione di estrazione del petrolio. Le trivellazioni della Bp nel Mediterraneo – conclude Iseppi – potrebbero comportare il danneggiamento dell’intero ecosistema biologico, con conseguenze irreparabili sull’ambiente, sul comparto economico e sul sistema turistico di tutti gli Stati che si affacciano su questo mare. Non possiamo permetterlo.”