LUOGHI SANTI A SAN ZENO

La chiesa di San Procolo e l’Abbazia

in collaborazione con CTG LA FENICE

A pochi passi dalla grande e maestosa Basilica intitolata a San Zeno sorge la piccola e misconosciuta Chiesa di San Procolo, realizzata sulle fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana ancora visibili nella cripta sotterranea. Sempre chiusa e difficilmente accessibile è quasi totalmente ignorata da veronesi e turisti nonostante conservi un patrimonio storico ed artistico di primissimo ordine.

Dedicata al quarto Vescovo di Verona, la chiesa di San Procolo venne riedificata agli inizi del XIII secolo sulle fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana, realizzata già nel V secolo all'interno di una vasta necropoli romana che era presente lungo la via Gallica. Tra il cinquecento ed il settecento l'edificio è stato oggetto di numerosi interventi di abbellimento e di ingrandimento, che purtroppo hanno profondamente alterato le originali strutture. Perduta nel 1806 la funzione di parrocchia, venne svuotata ed destinata ad usi profani; anche a teatro dalle truppe francesi d'occupazione. Completamente restaurata tra il 1984 ed il 1988 ha ritrovato parte dell'antico splendore e restituito alla città alcune delle più antiche testimonianze sulle origini del cristianesimo veronese.

Esternamente la Romanica facciata a capanna  presenta un finestrone ottagonale del XVIII secolo, due finestre bifore ed il caratteristico protiro pensile, il cui arco è finemente decorato con affreschi trecenteschi.

Nell'interno, ad una sola navata, sono visibili dipinti di Antonio Badile e Giambettino Cignaroli, oltre ad importanti monumenti funebri che serbano le spoglie mortali dei Santi Procolo e Agapito, Euprepio e Cricino. A sinistra dell'arcone presbiteriale è da notare la statua di San Procolo benedicente, realizzata nel 1392 da Giovanni di Rigino, e nell'abside dietro l'altare maggiore la pregevole Ultima Cena, dipinta nel 1764 da Giorgio Anselmi.

Una scalinata centrale conduce alla cripta sotterranea dove si può osservare quanto resta dell'originaria chiesa paleocristiana e della necropoli romana: tombe e lastre calcaree, fondamenta in ciottoli fluviali e malta, un sarcofago in piombo, un'iscrizione e un fregio romani. Scendendo ancora si arriva alla cripta, a tre navate con archi a tutto sesto e volte a crociera, sostenute da sei colonne e dodici lesene addossate ai muri perimetrali. Queste sono ornate con capitelli di varie epoche: quelli dell'VIII secolo sono rielaborazioni del capitello corinzio, mentre quelli del IX e X secolo sono decorati con disegni geometrici, animali e piante. Pregevoli sono i lacerti di pittura che ricoprono le pareti (XII secolo) oltre al settecentesco altare maggiore dietro cui è visibile una lastra di marmo con iscrizione del VI secolo che copriva la tomba di San Procolo.

L'Abbazia di San Zeno fu eretta nel IX secolo sui resti di un monastero preesistente, le cui origini risalgono al secolo IV. Dell'abbazia sopravvivono la torre abbaziale di San Zeno ed alcuni chiostri che ora fanno parte della basilica di San Zeno. Essa fu molto importante sia per la storia di Verona sia per i rapporti che gli imperatori tedeschi ebbero con l'Italia.

Gli storici hanno accertato la presenza di un sacello paleocristiano del IV secolo nel chiostro, attualmente denominato sacello di San Benedetto, tuttavia la costruzione dell'abbazia vera e propria ha avuto impulso nel IX secolo in età carolingia ed ha avuto sviluppo per volontà dell'arcidiacono veronese Pacifico, del vescovo Rotaldo e del re franco Pipino, figlio di Carlo Magno.

Secondo immagini dell'epoca e ritrovamenti recenti, erano presenti una seconda torre situata a nord est e il palazzo dell'Abate, adiacente alla torre abbaziale. Prima dell'ampliamento della cerchia muraria operata dagli Scaligeri, la zona di San Zeno era esterna alle mura e pertanto le costruzioni del rione erano spesso ubicate in modo da essere sicure e ottenere difesa anche se posizionate fuori città: in quella fase storica si sviluppò così il rione protetto proprio dalla presenza dell'abbazia stessa.

Fu distrutta in epoca napoleonica e per questo non seguì la sorte delle proprietà abbaziali veronesi che al sostituirsi dei francesi con gli austriaci entrarono a far parte del demanio austriaco, a volte riscattato come nel caso di Santa Maria in Organo. Dall'inizio dell'Ottocento iniziò un periodo di dismissione dell'antica abbazia benedettina che si concluse a metà del Novecento. Dal dopoguerra in poi furono eseguiti numerosi restauri e ripristini della torre e di parte dell'abbazia originaria, che attualmente sono visitabili e ben mantenute.

Al termine della visita ci sposteremo presso la sede della soc. coop. Al Calmiere (a pochi passi di distanza) per un breve buffet e per lo scambio degli auguri di fine anno.

Altre informazioni utili:

Quota di partecipazione

Socio TCI                         € 5

Non Socio                        € 7

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti (max 30  persone)

  • Dal 01/12/2022 al 15/12/2022
  •  mail: verona@volontaritouring.it
  •  vicolo Broglio 2 (S.Zeno) – 37123 Verona (su appuntamento) –  Tel. 3384537216

Tel. attivo il giorno della visita

  • 3384537216

La quota comprende

  • visita guidata

Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione:

  • pagamento della  quota in loco prima della visita

Misure di sicurezza Covid:

Si racomanda il distanziamento interpersonale per evitare assembramenti