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«Lei lo sa cosa sono i wall drawings?»
Davanti alla prima esecuzione degli Scribbles nella prima sala del primo omaggio museale italiano dedicato a Sol LeWitt, la domanda è davvero indulgente. Adachiara Zevi, che oltre alla mostra napoletana ha curato il volume L’Italia nei wall drawings di Sol LeWitt (Electa) catalogandone 297 di ogni varietà possibile, mi accompagna volentieri: «Venga, è una stanza meravigliosa con lavori belli e molto drammatici. I primi disegni murali risalgono al 1968, quando LeWitt si decise per l’arte bidimensionale, e sono linee sottili e archi piatti a matita fine come un’ombra sulla parete; più avanti subentrano volumi, colori e tecniche diverse. Infine con questi, progettati nel 2007 e realizzati da un assistente in capo mandato dalla fondazione, si torna alla matita e a matasse di segni più o meno densi e chiaroscurati che creano un effetto di tridimensionalità».
La spiegazione tecnica diventa un magico racconto sull’arte intesa come idea e progettazione legata al risultato visivo, sul concettualismo che immagina il lavoro già realizzato e sempre e comunque pensato in funzione dello spazio, inglobandone elementi strutturali (anche le prese elettriche!). «Wall drawings, dunque, come esito di un processo che include l’interpretazione di chi li esegue, come accade con la partitura musicale o il progetto architettonico», continua Zevi, «pensi all’istruzione “fate diecimila linee a caso...” si tratta di indicazioni precisissime e rigorose che lasciano libertà esecutiva fintanto che l'idea viene rispettata».
Rimane la curiosità di scoprire come sono fatte queste istruzioni mentre vanno citate nel poco spazio che resta le altre due sezioni della mostra: i 47 tra disegni, gouaches e sculture provenienti da collezioni napoletane che testimoniano il forte legame di LeWitt con il nostro Paese (la moglie è di origini campane) e il centinaio di pezzi selezionati tra i 4mila della generosa collezione privata, per seguire 10mila linee messe a caso che disegnano un sistema d’arte senza precedenti.
Elena Cenzato